[18/01/2011] News

L'Italia fa scuola in Europa in materia di etichettatura degli alimenti

FIRENZE. Per una volta l'Italia potrà fare da traino alle politiche europee. Infatti oggi nel nostro Paese sarà molto probabilmente dato il via libera al disegno di legge "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" che è in corso di esame in commissione agricoltura della Camera dei deputati (il testo però sarà votato in sede legislativa e quindi, in caso di approvazione, diventerà legge dello stato senza passare in Aula).

Con questa nuova norma sarà assicurata ai consumatori "una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati" e contemporaneamente sarà rafforzata la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari".

L'articolo 4, che è quello che qualifica l'intero impianto di legge, stabilisce che "è obbligatorio riportare nell'etichettatura di tali prodotti l'indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell'Unione europea, dell'eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati".

Ciò "in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale". Per i prodotti alimentari non trasformati l'indicazione del luogo di origine o di provenienza riguarda "il paese di produzione dei prodotti", mentre per i prodotti alimentari trasformati l'indicazione riguarda "il luogo in cui è avvenuta l'ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata". Un importante passo in avanti pare compiuto anche se dopo l'approvazione del disegno di legge passerà ancora del tempo prima dell'entrata in vigore: infatti le specifiche per l' etichetta obbligatoria "sono definite con decreti interministeriali del ministro delle Politiche agricole e del ministro dello Sviluppo economico, d'intesa con la Conferenza unificata" e "sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione e della trasformazione agroalimentare" e una volta "acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari" di Camera e Senato, decreti in cui saranno specificati i prodotti e le filiere produttive soggette all'obbligo di indicazione.

Oltre all'indicazione di origine obbligatoria dei prodotti o del loro componente principale, della tracciabilità, dell'indicazione dell'eventuale presenza di ogm, con il disegno di legge sono attribuiti maggiori poteri di controllo a Corpo forestale dello Stato e Ispettorato centrale della tutela qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentare (Icqrf). Soddisfazione per le nuove regole sull'etichettatura obbligatoria è stata espressa da Sergio Marini presidente della Coldiretti che ribadisce l'impegno dell'organizzazione agricola nel settore «oltre 10 anni di impegno della Coldiretti, insieme alle associazioni dei consumatori, per assicurare la trasparenza di quanto si porta in tavola». Ora a Bruxelles è chiesto uno scatto in avanti per mettere in essere una legislazione in materia che è mancante a livello europeo.

Purtroppo non solo notizie positive per il settore alimentare sempre in ambito normativo. Il cosiddetto decreto "taglialeggi" del ministro Calderoli ha dato qualche sforbiciata di troppo e pare abbia cancellato la legge 263/62 sulla tutela degli alimenti destando la giusta preoccupazione da parte delle associazioni dei consumatori e delle stesse associazioni agricole. «Da giorni noi e autorevoli procuratori come il dott. Guariniello, che in numerosi casi ha applicato la 263 del 1962, denunciamo questa sorta di deregulation del settore alimentare, ma senza che finora da parte dei ministeri competenti sia stata data una risposta- ha dichiarato il senatore del Pd Francesco Ferrante- I cittadini devono sapere se il Governo intende o meno tutelare la loro salute dai rischi di acquistare cibi e bevande adulterate».

«Le disquisizioni giuridiche - spiega Ferrante - sul fatto che il "taglialeggi" abbia o meno decapitato la legge sulla tutela degli alimenti, in virtù del fatto che sia da considerare una mera norma o sia da equiparare a un codice, non possono essere un alibi all'imbarazzante silenzio del governo. Sulla sicurezza alimentare e sui cibi che i cittadini portano a tavola non si scherza, e non ci si può trincerare dietro ad una interpretazione, perché sappiamo bene quanto danno hanno fatto gli scandali alimentari alla salute dei cittadini e all'immagine del Made in Italy. Per rimediare al pasticcio del ministro Calderoli e nell'attesa che lui e il ministro Fazio si pronuncino- ha concluso Ferrante- abbiamo predisposto un emendamento al decreto mille proroghe per ristabilire la legge»

 

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