[19/01/2011] News toscana
FIRENZE. Dall'esame accurato dei documenti provenienti dalla Giunta Regionale Toscana, emerge un oculatissimo studio della declinazione della fonte fotovoltaica in territorio rurale, in un contesto paesaggistico tra i più fragili e preziosi qual è quello toscano. Pertanto, riteniamo di dover esprimere innanzitutto il nostro plauso e il nostro pieno apprezzamento alla proposta di deliberazione N. 85 della Regione Toscana (Prima individuazione delle aree non idonee - di cui al DM del 10/9/10 - alla installazione di impianti fotovoltaici a terra). Un testo equilibrato e prudente, che ha il merito di contemperare istanze ed esigenze anche divergenti, per quanto tutte necessarie e condivisibili, quali: lo sviluppo sostenibile delle rinnovabili, la tutela del paesaggio, la difesa dell'agricoltura propriamente detta.
Premesso quanto sopra, e in uno spirito di piena collaborazione e sostegno, vorremmo sottolineare alcuni aspetti che, a nostro avviso, potranno essere ancora implementati nel dibattito consiliare quali indirizzi strategici in tema di integrazione tra FER e territorio.
Un primo nucleo di valutazioni riguarda il campo della qualità progettuale. Troppo spesso, infatti, si rimanda la discussione ad accalorate dispute ideologiche. Ed invece è ancora troppo trascurata la qualità dei singoli progetti, che mai potrà prescindere dalla vocazione specifica dei singoli luoghi. Noi pensiamo che l'energia fotovoltaica sia soprattutto una straordinaria opportunità per la trasformazione delle coperture architettoniche e quindi per la riqualificazione tecnologica delle nostre città e che, in territorio aperto, dovrebbe invece aprirsi al fondamentale principio della piena integrazione nell'attività agricola. Magari con maggiori agevolazioni per le aziende che fanno del loro impegno nel biologico e nel biodinamico il proprio punto di forza.
Un ulteriore passo verso la generazione distribuita nei territori e verso un equo accesso alle FER, anche per chi abita in ambiti preclusi alla realizzazione di impianti, potrebbe essere quello di indirizzare Comuni e Province a circoscrivere esigue porzioni di territorio realmente degradate, nelle quali destinare quegli impianti FV che non possono essere allocati sui tetti dei fabbricati. Tali aree sarebbero quindi un'importante opportunità, peraltro prevista dalla L.99/09, di sviluppo e condivisione sociale delle FER. Oltre che un solido strumento di educazione non formale verso stili di vita più equi e sostenibili.
Riteniamo, in conclusione, che la pianificazione del FV, come di ogni altra fonte rinnovabile d'energia, e la sua corretta integrazione nel paesaggio (e in quello toscano in particolare!) debba essere trattato nelle politiche integrate di indirizzo, come un tema dinamico, suscettibile cioè di tutte quelle variazioni che dipendono dall'innovazione tecnologica. Che, come abbiamo potuto constatare in quest'ultimo lustro, ha un gradiente di velocità imprevedibile e quindi dagli esiti per il momento imperscrutabili. Per questo è ancora più meritoria l'azione della Regione Toscana, che ha saputo oggi ottemperare a queste diverse istanze con equilibrio, prudenza e saggezza. E arrivando ad una mirabile sintesi d'indirizzo e di controllo.
* Fausto Ferruzza è direttore di Legambiente Toscana