[28/01/2011] News
FIRENZE. Tra mille polemiche anche Milano (dopo Torino) ha preso la sua decisione: domenica si andrà a piedi. Nel capoluogo lombardo il blocco del traffico sarà di dieci ore (dalle 8 alle 18) due in più di Torino (10-18). Nell'hinterland milanese nessun comune ha voluto seguire la decisone del sindaco Moratti, ed ora infuriano le polemiche sia sugli aspetto organizzativi sia sull'utilità dei blocchi per ridurre le polveri sottili.
«Sono rimasto sorpreso - ha dichiarato il presidente della provincia Guido Podestà (Pdl) - di non essere stato neanche avvertito di questa intenzione» lamentando, come hanno fatto molti sindaci, un mancato coordinamento nelle decisioni. Ma bisogna rilevare che lunedì scorso Letizia Moratti aveva firmato l'ordinanza del piano di emergenza antismog che prevede provvedimenti consequenziali e sempre più restrittivi qualora le polveri sottili non fossero rientrate nei limiti.
«Domenica ci fermiamo - ha detto il sindaco - perché non abbiamo segnali che ci dicano che rientriamo per tre giorni sotto i limiti consentiti di smog». Il prossimo lunedì poi, se le polveri sottili continueranno a non dar tregua, scatterà la fase due del piano Moratti, con la chiusura del centro dalle 7,30 alle 19,30 per tutte le auto che normalmente pagano Ecopass, il ticket antismog. La giunta milanese che ha adottato questa soluzione tampone, pare abbandonata dalla sua stessa parte politica e nonostante la Moratti sia stata riconfermata come candidato sindaco per le prossime amministrative per il partito di Berlusconi, non pare godere di un gran credito nelle sue stessa fila.
«Comprendiamo che il comune di Milano voglia radicalizzare le misure già previste dalla Regione - ha dichiarato l'assessore all'Ambiente del "Pirelllone" Marcello Raimondi, al termine del tavolo regionale sullo smog - ma la stragrande maggioranza dei comuni non vede le condizioni per blocchi sporadici o anche programmati». Sono in molti a rilevare che bloccare il traffico con interventi spot non serve a ridurre le Pm10 nell'aria, che al di là dei limiti europei attuali ritenuti restrittivi, trent'anni fa le polveri nell'aria erano molto più elevate, che nelle grandi città lontane dalle costa in determinate situazioni meteorologiche invernali, si determinano condizioni favorevoli al ristagno degli inquinanti e poco si può fare.
Ma l'Oms ha ribadito più volte la pericolosità di questi inquinanti e secondo il dossier di Legambiente "Mal'aria di città 2011" (vedi link collegato), in Italia, ogni 10.000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa delle polveri sottili. Lo stesso assessore all'ambiente della provincia di Firenze Renzo Crescioli commentando i dati del capoluogo Toscano (già 18 giorni di superamenti del limite giornaliero ammesso per il Pm10, nel 2011), ha definito la situazione da "un'emergenza sanitaria". La Regione Toscana nel suo nuovo regolamento ha invitato i comuni a prendere provvedimenti dopo 15 giorni di sforamenti e qualora i comuni non decidano nulla ha previsto anche il potere sostitutivo. Ma siamo in un fase di "interregno" visto che ancora non è scaduto il termine consentito ai comuni per dare comunicazione delle misure che vorranno adottare. I cittadini continuano a respirare aria poco salutare e a Firenze, al contrario di altre città, non si accende nemmeno il dibattito sulla questione. Si aspetta la pioggia e si confida nel vento.