[31/01/2011] News

La sporca eredità e l’incerto futuro del nucleare britannico

LIVORNO. Nidhi Prakash  scrive sull'Environment Blog del  Guardian che gli esperti britannici del settore nucleare dicono che il governo di Londra deve fare i conti con l'eredità delle scorie prima di impegnarsi in una nuova avventura nucleare. Il rinascimento nucleare britannico è sempre più incerto, in particolare a causa del probabile basso livello delle sovvenzioni pubbliche, ma sullo sfondo resta una preoccupazione: come smaltire le scorie.

«Il clean-up dell'eredità delle scorie presso l'impianto di riprocessamento nucleare di Sellafield (Nella foto), un sito storicamente afflitto da cattiva gestione e difficoltà tecniche, sta procedendo con ritardo, secondo il rapporto  annuale 2.009-10 della Nuclear decommissioning authority (Nda), che è stato tranquillamente pubblicato a dicembre» spiega la giornalista ambientale del Guardian. Il rapporto sottolinea che il ritrattamento delle scorie non è riuscito a raggiungere gli obiettivi indicati «inclusi i fattori di deterioramento delle strutture degli edifici, gli inventari di materiali "incerti" e le difficili condizioni di lavoro». I fanghi radioattivi dovevano essere confinati in una vasca di stoccaggio, ma i lavori sono ancora in corso e il rapporto non dà nessuna spiegazione del ritardo. La Nda dice che «Trattare con queste facilities è un compito più impegnativo e complesso, all'interno della attuale ione decommissioning mission. Le strutture risalgono ai primi giorni dell'epoca del settore nucleare civile e la natura dei materiali con cui sono state costruite e degli stessi impianti rappresentano attualmente le sfide principali nella pianificazione di un programma di lavoro dettagliato».

I ritardi nel clean-up nucleare sarebbero dovuti alla difficoltosa valutazione dello stato degli impianti e alle necessarie riparazioni ed ai lavori di rinforzo delle protezioni. Le continue difficoltà di Sellafield preoccupano, soprattutto perché altre scorie arriveranno dalle nuove centrali nucleari e dalla dismissione di quelle a fine vita. Paul Dorfman, dell'Università di Warwick, che ha lavorato a lungo sulle radiazioni delle scorie nucleari sia per il governo che per le industrie, «Sellafield è una disgrazia nazionale. Sellafield è dove ha la casa l'eredità tossica della nostra fallita industria nucleare. La storia dello stoccaggio delle scorie a Sellafield è vasta e complessa e solo recentemente la Nda ha dovuto chiedere ulteriori miliardi al Dipartimento per l'energia e cambiamenti climatici per rendere sicuri gli elementi del nostro stoccaggio delle scorie. Qui non stiamo parlando di quisquilie, stiamo parlando di cose che devono realmente essere fatte». Andrew Blowers, dell'Open University, studia il problema delle scorie atomiche  dal 1983, quando era membro del primo Committee on radioactive waste management governativo, sulla proposta una discarica nucleare nel Bedfordshire, «Il problema di Sellafield è che è una grandissima struttura ibrida. Anche uno che non ne sa niente può vedere che è in uno stato terribile ... io credo che sia il posto più pericoloso al mondo a causa della concentrazione di roba pura sul sito. A Sellafield ci sono scorie liquide molto attive stoccate in serbatoi che continuano a ribollire. C'è una piattaforma piattaforma carica di  tubazioni. Questo vuol dire che i rischi di Sellafield sono enormi». Blowers è fortemente critico con la politica nucleare adottata prima dal governo laburista e ora da quello liberal-conservatore: «Ora le scorie sono chiaramente una delle loro grandi difficoltà. C'è bisogno di una soluzione forte e di informazioni scientificamente accettabili».

I ritardi nel trattamento della velenosa eredità del nucleare stanno provocando non pochi grattacapi al governo, ma anche le rivelazioni che i fondi della Green investment bank potrebbero finire nel nucleare sono state una brutta botta, soprattutto per i liberaldemocratici che vedono il loro elettorato in fuga verso i laburisti ed i Verdi. Secondo  Blowers «Le otto nuove centrali nucleari che vengono proposte non hanno posto nel Regno Unito, a meno che la dimensione  reale e l'impatto delle scorie e come dovranno essere affrontati non sia chiarito all'opinione pubblica e si compiano progressi riguardo al controllo dell'eredità delle scorie». Il governo prevede di risolvere la questione con un deposito geologico di lunga durata delle scorie e stoccandole a lungo termine negli stessi impianti nucleari che le producono, mandando le scorie a basso livello di radioattività in discarica, un progetto che ha incontrato una ferocissima e praticamente unanime opposizione nel primo sito proposto: King's Cliffe, nel Northamptonshire. In molti pensano che forse bisognerebbe prima discutere delle proposte di stoccaggio delle scorie a lungo termine e dopo avviare la discussione sui dove fare i nuovi reattori nucleari. «Non credo che il processo sarà equo - dice Blowers -  Credo che il problema è che le scorie sono state  trattate quasi di nascosto, perché una nuova costruzione implica qualcosa di completamente diverso. Le scorie  saranno stoccate in siti, il che non è stato mai realmente stato fatto prima e l'opinione pubblica è completamente all'oscuro».

Anche Gordon MacKerron, il direttore dell'unità di ricerca per la politica scientifica e tecnologica di unità dell'università del Sussex, che ha presieduto il primo Committee on radioactive waste management, ammette che le conseguenze della produzione di altre scorie nucleari non sono state adeguatamente affrontate e discusse: «Il governo ha proposto come requisito che le scorie nucleari siano stoccate in loco per un periodo molto lungo e che, in passato, era politicamente importante che il combustibile esaurito fosse spostato al di fuori di Sellafield non appena era possibile farlo. Il consultation process su come trattare le scorie nucleari e le nuove centrali nucleari in tutto il paese è stato chiaramente carente. Quel che si sta effettivamente dicendo implicitamente è che non ci si preoccupa del loro lontano futuro. Di come si evolveranno le sostanze che le compongono. Abbiamo chiesto con forza un'altra adeguata consultazione. La consultazione degli scorsi anni (che ha avuto inizio nel settembre 2010) è stata piuttosto farsesca».
Ma le difficoltà del nucleare britannico sono anche politiche. Rowena Mason, che si occupa di energia per  The Telegraph, riferisce dei crescenti dubbi dei parlamentari sul rispetto dei tempi di costruzione delle nuove centrali nucleari. La commissione energia del Parlamento di Londra si è detta "scettica" sul raggiungimento dell'obiettivo della Gran Bretagna di realizzare due centrali nucleari all'anno tra il 2020 e il 2025. Il governo dice che ci vuole un gran numero di nuove centrali nucleari per sopperire alla centrali a carbone che spegnerà nel prossimo decennio. Però la Commissione energia ha avvertito che il nuovo sistema di pianificazione della coalizione liberal-conservatrice non sembra essere in grado di assicurare che le 12 nuove centrali nucleari saranno realizzate nei posti giusti per essere collegate alla rete elettrica.

Tim Yeo, presidente della commissione energia britannica, ha sottolineato che «Collegare questa quantità di produzione nucleare e le altre alla rete nazionale rappresenta una sfida senza precedenti. Due impianti all'anno è un obiettivo molto alto da raggiungere. Il sistema è privo di qualsiasi vero e proprio quadro per coordinare il processo di installazione e per connettere le nuove centrali».

I parlamentari britannici hanno chiesto al governo anche di rimettere in discussione i piani attuali per assicurarsi che ci sia un deposito profondo per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi entro 110 anni ed hanno  invitato il governo ad assicurarsi che ci siano sufficienti modi e luoghi per stoccare temporaneamente le scorie radioattive, per poter consentire la costruzione di nuove centrali. I parlamentari si sono anche detti preoccupati per l'eccessiva dipendenza della Gran Bretagna dalle troppe centrali a gas previste dal programma energetico del governo.

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