[03/02/2011] News toscana
FIRENZE. Il Consiglio provinciale di Arezzo, è tornato sulla vicenda dell'incidente che ha riguardato la diga di Montedoglio approvando all'unanimità un ordine del giorno. Il documento, in sintesi, impegna la giunta provinciale: a fare chiarezza, nei limiti delle proprie competenze, in merito alle dinamiche dell'incidente in oggetto e a tenere costantemente informato il consiglio provinciale anche mediante puntuale "informazione ambientale"; a dare notizia certa, tramite il coinvolgimento degli enti preposti, in riferimento a quanti altri incidenti si sono verificati negli anni scorsi, per quali cause e con quali modalità; ad invitare anche la Giunta regionale ad avviare una riflessione in merito alla rivisitazione dei meccanismi gestionali dell'invaso chiedendo la costituzione di un tavolo di lavoro e di confronto che coinvolga la provincia di Arezzo, gli Enti locali più prossimi, la Comunità montana Valtiberina Toscana e la Regione; a dare mandato alla Giunta provinciale, in sintonia con i comuni di Sansepolcro e Anghiari, di costituirsi, qualora ne ricorrano i presupposti, parte civile nel procedimento avviato dalla Procura della Repubblica. Anche durante il dibattito in consiglio sono emerse considerazioni sostanzialmente unanimi da maggioranza e opposizione.
«Prima del 29 dicembre la popolazione della Valtiberina conviveva serenamente con la diga, e nessuno l'ha mai percepita come un pericolo - ha dichiarato il capogruppo dell'Idv Sara Boncompagni - La ferita più grande lasciata dall'incidente è la fiducia da recuperare, oggi ci sono tante preoccupazioni da parte della popolazione. Per fare questo bisogna per prima cosa capire se ci sono state responsabilità e chi ne deve rispondere, vogliamo sapere come è stata costruita e con quali materiali. L'altra richiesta è quella dei controlli, vogliamo sapere quale sarà il futuro dell'ente che ha la gestione dell'invaso, oggi commissariato». Il capogruppo del Pdl Lucia Tanti ha sottolineato come il documento condiviso «evidenzia due aspetti fondamentali, quello della sicurezza della popolazione della Valtiberina e quello della necessità di un nuovo protagonismo degli enti locali nella gestione della struttura. Una delegazione del Pdl ha avuto un incontro con il ministro Matteoli rappresentandogli proprio un bisogno di un protagonismo più attento dei sette comuni interessati, che non deve essere della paura ma delle opportunità».
Il capogruppo della Federazione della Sinistra Alfio Nicotra è ritornato sulle motivazioni della rottura: «doveva essere previsto un calcestruzzo che potesse reggere ad eventi anche di natura tellurica, e non è possibile che sia successa una cosa del genere non in presenza di un fatto eccezionale. E' bene ricordare poi che alcune delle ditte che costruirono la diga sono state poi tra le protagoniste della Tangentopoli italiana. Dobbiamo tenere alta l'attenzione sulla sicurezza dell'invaso, che è il secondo d'Europa per dimensioni». Il dibattito prima della votazione è stato concluso dal presidente della provincia Roberto Vasai: «abbiamo passato giorni di preoccupazione, ed abbiamo svolto il nostro ruolo sia nell'immediato, con il sistema di protezione civile, che facendo conoscere il nostro pensiero sulle prospettive future. Qualche apprensione in relazione alla risorsa idrica adesso c'è, vigileremo insieme agli enti locali della Valtiberina, con i quali c'è un rapporto stretto, per rivendicare un ruolo che oggi non abbiamo sull'utilizzo della risorsa nell'irrigazione e nell'idropotabile e nella gestione della diga» ha concluso Vasai.