[04/02/2011] News
LIVORNO. "Sun Come Up" è un documentario che rivela con immagini bellissime la tragedia delle conseguenze del cambiamento climatico sulla terra. Immagini potenti che lo hanno portato alla candidatura ad Academy Award, il premio Oscar.
Il film parla di terre esotiche lontane e dimenticate, le Isole Carteret al largo delle coste di Papua Nuova Guinea, dove la regista statunitense Jennifer Redfearn, narra le storie degli isolani che non hanno avuto altra scelta che so postarsi dalla costa ad aree più elevato. «Abbiamo documentato alcune delle distruzioni che stanno avvenendo per l'innalzamento del livello del mare - dice la Redfearn - dalle tempeste e ondate più frequenti, alla mancanza di sorgenti di acqua dolce a come il mare abbia contaminato alcune delle loro terre agricole».
La Redfearn spiega cosa l'ha ispirata a girare il documentario candidato all'Oscar: «Nel 2008 un caro amico mi ha mostrato un allarme umanitario, era la storia degli solani di Carteret. A quel tempo, non mi rendevo conto che il cambiamento climatico stava costringendo le persone ad abbandonare loro terra, e sono rimasta scioccato nell'apprendere della loro storia. Ho una formazione in scienze ambientali e giornalismo, e mi resi conto che se io non avevo sentito parlare del problema, probabilmente neanche un sacco di altre persone ne avevano sentito parlare. Sembrava un storia incredibile e importante da raccontare. Dopo aver studiato la storia, ho appreso che gli abitanti delle isole Carteret erano in trattative per una nuova casa a Bougainville, un'isola che si sta riprendendo da una guerra civile di 10 anni che era iniziata per un problema ambientale diverso: le miniere di Bougainville. Molti hanno perso la loro terra, la loro vita e il loro senso di sicurezza durante la guerra. Ci sono paralleli tra loro storia e la storia degli isolani di Carteret. Ho pensato che potesse esistere una storia più profonda tra le due comunità, entrambe sradicate a causa di tragedie ambientali, unendole maggiormente in uno scopo e nella comune comprensione».
"Sun Come Up" parla da queste isole remote del presente delle isole del Pacifico che potrebbe presto diventare il futuro del mondo: siccità, inondazioni e tempeste sempre più frequenti e il livello degli oceani che sale insieme al global warming. E il fenomeno non è nuovo come crediamo: Huene (nella foto), una delle isole Carteret, già 20 anni fa è stata divisa in due dall'aumento del livello del mare.
Ursula Rakova, cresciuta sulle isole Carteret, attivista della Ong locale Tulele Peisa che ha collaborato con la troupe che ha girato il documentario, ricorda: «Prima il mare non era crudele come è oggi» e pensa alla sua terra natia che entro il 2015 potrebbe finire sott'acqua guardando le operazioni in corso per ricollocare 3.000 persone in un'altra area. Tra gli sfollati c'è anche il vecchio John Sailik, che piange per il destino dell'arcipelago delle Carteret: «Quando ero un ragazzino, per me una cosa davvero speciale era pescare con la mia lancia sulle onde. Perderemo la barriera corallina e perderemo questa felicità dell'isola. Scomparirà il suono delle onde nella notte e io non lo potrò ascoltare mai più»
La Redfearn ha voluto documentare la vicenda delle Carteret perche gli isolani sono tra i primi rifugiati climatici del mondo, l'avanguardia incolpevole e disperata di quella che l'International organization for migration prevede che entro il 2050 diventerà l'enorme massa di 200 milioni di profughi che fuggiranno alla ricerca di terra cibo ed acqua potabile davanti al mare che sale.
La regista spera che la nomination all'Oscar per il miglior documentario corto serva a produrre una maggiore consapevolezza dell'opinione pubblica sui costi reali umani e ambientali del cambiamento climatico: «Voglio smuovere le persone. Voglio farle arrabbiare, renderle tristi, renderle frustrate e voglio prendere quella rabbia e quella frustrazione e tristezza e trasformarle in azione».