[04/02/2011] News toscana
FIRENZE. In Toscana nel 2010, dei circa 20 miliardi di kwh consumati dai cittadini toscani, oltre il 30% è stato prodotto da fonti rinnovabili. Come è noto questa buona performance è dovuta sostanzialmente al calore della terra che, grazie agli impianti geotermici, viene trasformato in energia elettrica.
Secondo i dati di Enel green power (Egp) sono 5 miliardi, 29 milioni e 673mila i chilowattora prodotti dalle 33 centrali geotermiche toscane, collocate nelle province di Pisa, Siena e Grosseto. Una produzione che ha evitato l'immissione in atmosfera di 3,3 milioni di tonnellate di CO2 ed ha soddisfatto i consumi energetici di 1.676.557 famiglie, corrispondenti al 25% del fabbisogno energetico regionale. Inoltre è stato fornito anche calore per riscaldare più di 8.700 utenze e 25 ettari di serre.
Per quanto riguarda il dettaglio della distribuzione degli impianti sul territorio, sempre in base ai dati forniti da Egp, a Larderello e nella provincia geotermica pisana, le 15 Centrali geotermiche per un totale di 16 gruppi di produzione, distribuite tra i comuni di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina e Monteverdi Marittimo, hanno una potenza installata di 400 MW per una produzione che nel 2010 ha soddisfatto il 138% del fabbisogno energetico della provincia pisana.
Nella provincia di Grosseto le 8 Centrali geotermiche, situate nei comuni di Monterotondo Marittimo, Montieri e Santa Fiora sull'Amiata grossetano, hanno una potenza installata di 180 MW per una produzione che nel 2010 ha soddisfatto il 109% dei consumi della provincia grossetana. Infine, nella provincia di Siena i 10 impianti geotermici, per un totale di 11 gruppi di produzione collocati nei comuni di Radicondoli, Chiusdino, e Piancastagnaio sull'Amiata senese, hanno una potenza di 228 MW per una produzione che nel 2010 ha contribuito per l'88% alla copertura del fabbisogno della provincia senese. «Lo sviluppo della geotermia toscana- ha dichiarato Massimo Montemaggi, responsabile Geotermia Enel green power- è un obiettivo importante per la strategia di Egp e per confermare la nostra regione un polo di eccellenza mondiale nel settore della geotermia e delle rinnovabili».
Di questo "tesoretto" presente nel sottosuolo della Toscana non è possibile fare a meno, ma è necessario che Egp contribuisca sempre di più, attraverso la ricerca e l'innovazione, a limitare gli impatti ambientali sulle varie matrici lungo la filiera di produzione che preoccupano ancora parte dei cittadini. Come del resto è previsto nell'accordo sulla geotermia siglato da Enel e Regione Toscana nel 2007.
Una posizione ribadita recentemente dal presidente Enrico Rossi, in visita sull'Amiata in occasione della settimana dell'energia di Siena.
«Su questi territori - aveva dichiarato Rossi- si può puntare sull'energia. Si deve prendere una linea di sviluppo che possa configurare il futuro. Il distretto dell'energia, che unisca biomasse, fotovoltaico e geotermia può essere un forte impulso per l'economia, anche a livello europeo».
Intanto continuano le polemiche sugli impatti e sui risultati dello studio epidemiologico condotto da Ars sulle popolazioni delle aree geotermiche e domani ad Abbadia San Salvatore le reti dei comitati hanno organizzato un convegno per sostenere le ragioni del loro no alla risorsa geotermica, dal titolo "Amiata e geotermia. Criticità ambientali e sanitarie: quale futuro?" organizzato dalle Reti dei comitati.
Tema su cui la Regione Toscana, per voce dell'assessore all'Ambiente Anna Rita Bramerini, ha dichiarato, anche recentemente, di essere costantemente aperta al confronto e di lavorare seriamente per garantire la tutela dell'ambiente e della salute pubblica.