[09/02/2011] News toscana
FIRENZE. Con puntualità, ogni anno di questo periodo, quando crescono gli sforamenti rispetto alle soglie di inquinamento, vengono alla ribalta le questioni dell'inquinamento delle nostre città. Nonostante si alzino i limiti e si spostino le centraline di misurazione non si riescono a trovare, o forse ad applicare, soluzioni davvero decisive, ma solo provvedimenti di emergenza, che, come spesso gli stessi tecnici e politici riconoscono, servono a poco o nulla.
Puntuale anche ogni anno inizia la discussione sui provvedimenti d'emergenza e su quelli strutturali.
Non si ha il coraggio di affrontare in maniera convinta la questione del traffico urbano, puntando decisamente sulla mobilità ciclistica e sull'intermodalità tra bicicletta e altri mezzi di trasporto, come hanno fatto città di altri paesi.
Se le Amministrazioni vogliono davvero combattere l'inquinamento urbano da traffico pensino seriamente a concreti interventi per favorire e sviluppare l'uso della bicicletta, e non ad interventi illusori, come i blocchi del traffico parziali, magari di domenica, o utopistici e di lungo termine, come una rete diffusa di tramvie.
Suggerisco anche di leggere le statistiche che mostrano che le persone amano andare in bicicletta, anche per gli spostamenti urbani legati al lavoro e allo studio, vogliono interventi per la mobilità ciclistica prima di tutto, e usano molto di più la bicicletta che i mezzi di trasporto pubblico.
Vorrei concludere precisando che molti interventi, sia di emergenza (blocco delle auto e dei mezzi più inquinanti), che strutturali, incentivi a cambiare i mezzi inquinanti (auto e moto) penalizzano le persone e le famiglie a basso reddito che non possono permettersi di cambiare auto, né moto.
Al contrario gli interventi per favorire l'uso della bicicletta vanno proprio a favorire le persone meno abbienti, che possono tutte permettersi una bicicletta, che ha costi di utilizzo molto inferiori anche ai mezzi pubblici, e poi, fatto da non trascurare, fa bene alla salute.
La necessità di ridurre i costi per i servizi di trasporto pubblico imposti dai tagli del governo può essere l'occasione per riorganizzare il sistema della mobilità urbana e dell'integrazione modale riconoscendo finalmente, sull'esempio dei paesi europei più attenti agli aspetti della sostenibilità, che la bicicletta può essere il terzo pilastro dei modi di spostamento.
Si tratta solo di riconoscere lo stato di fatto, le richieste dei cittadini e copiare cosa hanno fatto altri paesi. Dare 10 MEuro in più o in meno al TPL non cambia la sostanza dei tagli, dare 10 MEuro alla mobilità ciclistica significa fare un salto sostanziale nell'organizzazione della mobilità ciclistica.