[10/02/2011] News
LIVORNO. The Gorilla Organization, una Ong ambientalista che opera in Gran Bretagna ed Africa, ha annunciato la nascita estremamente rara di una coppia di gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) nel Volcanoes National Park in Rwanda. I gemellini sono nati il 3 febbraio e sono la quinta nascita gemellare mai registrata da quando i gorilla di montagna del Rwanda vengono monitorati. La madre, ben conosciuta dai rangers del Parco, che la chiamano Kabatwa, appartiene al gruppo di gorilla di Hirwa ed è uno degli ultimi 800 gorilla di montagna rimasti in natura.
Ian Redmond, presidente di Ape Alliance, a sua volta padre di due gemelli, spiega che «Le madri gorilla di solito hanno un solo cucciolo ogni quattro anni o giù di lì, il che è una delle ragioni sul perché sono così vulnerabili, pertanto i gemelli danno un doppio e raro vantaggio con una sola nascita. Ma accudire due cuccioli è una sfida impegnativa per qualsiasi genitore (come sappiamo bene mia moglie ed io per esperienza), così auguro a Kataba (ed ai ragazzi) la migliore fortuna nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Che fantastico inizio per l' International Year of the Forests dell'Onu: due nuovi giardinieri della foresta in Rwanda».
Emmanuel Bugingo, programme manager di Gorilla Organization in Rwanda, sottolinea che «E' molto raro sentire di gemelli di gorilla di montagna, quindi ieri siamo stati tutti entusiasti di sentire la notizia dai rangers. I gemelli sono maschi e ci sentiamo molto fiduciosi sul loro futuro». L'ultima nascita nota di gorilla di montagna è stata nel 2004, i due cuccioli vennero chiamati Byishimo e Impano dal presidente del Rwanda Paul Kagame e da sua moglie durante una ormai famosa cerimonia di battesimo dei gorilla avvenuta nel 2005.
I Gorilla beringei beringei sono una sottospecie di gorilla orientale, l'altra sottospecie, il gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei Graueri) è più numerosa, arrivando a circa 5.000 individui. Un censimento del 2010 ha rivelato che la popolazione di gorilla di montagna è aumentata significativamente negli ultimi 30 anni, almeno fino a 780 esemplari. Una ricerca realizzata nel massiccio del Virunga, dove vive la maggior parte dei gorilla di montagna, ha rivelato la presenza di 480 individui divisi in 36 gruppi. Secondo le associazioni ambientaliste, 30 anni fa nella stessa area erano sopravvissuti solo 250 gorilla. Nel 2006 Bwindi Impenetrable National Park in Uganda sono stati censiti 302 gorilla di montagna. Il Bwindi è l'unica altra area dove vivono i gorilla di montagna al di fuori del massiccio dei Virunga e gli scienziati stanno prendendo in considerazione l'ipotesi di elevare la sua popolazione di gorilla a rango di sottospecie.
Il massiccio del Virunga comprende tre parchi nazionali contigui: Volcanoes National Park in Rwanda, Mgahinga Gorilla National Park in Uganda e Parc National des Virunga nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), proprio in quest'ultimo stanno sorgendo gravi problemi di convivenza tra uomini e fauna selvatica. Il 5 febbraio la Mission des Nations Unies pour la stabilisation du Congo (Monusco) ha chiesto che nel parco dei Virunga (Pnvi) la salvaguardia dell'ambiente protezione avvenga nel rispetto dei diritti umani. La responsabile dell'ufficio Monusco di Goma, Hirouth Selassié, durante un incontro con il governatore del Nord Kivu, Julien Paluku, ha espresso tutta la sua inquietudine per le popolazioni che vivono intorno al Parco, «Vittime di atti di vandalismo durante lo svolgimento delle operazioni di sgombero condotte dai guardiaparco su istruzione dell'Institut congolais pour la conservation de la nature (Iccn)». La Selassié ha ricordato anche che le guardie del Pnvi sono accusate di aver violentato un anno fa 11 donne e ragazze e di aver incendiato, tra il 27 e il 31 dicembre 2010, abitazioni di popolazioni autoctone, provocando anche la morte di un pigmeo. Il Pnvi, istituito dal colonialismo belga nel 1925 e patrimonio mondiale in pericolo dell'Unesco, ha una delle densità di popolazione più elevata dell'Africa: oltre 40 abitanti/km2 che mette a rischio fauna e flora insieme alle bande di guerriglieri, militari regolari e predoni armati, al bracconaggio, alla deforestazione e all'estrazione illegale di minerali.
Ma lo scontro uomo-natura non si ferma ai Virunga. La Radio télévision Nationale congolaise (Rtnc) ha annunciato che il 4 febbraio che il tribunale militare de Boende, nella provincia dell'Equateur, nella Rdc nord-occidentale, ha condannato a morte 7 bracconieri per l'uccisione di diversi elefanti nel Parc national de la Salonga. I bracconieri erano anche accusati di associazione a delinquere e di detenzione di armi da guerra, il più giovane di loro è stato condannato a 10 anni di lavori forzati. Due civili che erano stati presi in ostaggio dai bracconieri per aiutarli nelle loro malefatte sono stati rilasciati e un guardiaparco del Salonga è stato radiato per complicità con la banda di cacciatori di elefanti. Il giudice militare ha detto che «La condanna di questi bracconieri alla pena capitale è un segnale forte per tutti quelli che si dedicano alla caccia agli elefanti nel Parc national de la Salonga». L'Iccn ha riaffermato «La volontà di perseguire penalmente tutti coloro che si dedicano al bracconaggio delle specie animali nei parchi nazionali ed in altre aree protette della Rdc. Il Parc de la Salonga è da diversi anni in preda al bracconaggio praticato da persone che dispongono di armi da guerra sofisticate».
Il bracconaggio, che gode di estese complicità, è molto difficile da controllare nel Salonga, il più grande parco forestale del mondo (la Forêt du bassin du Congo). Un'area che è considerata come un vero e proprio laboratorio vivente per la sua enorme biodiversità che rappresenta anche una fonte di entrate per la Rdc. Il Parc national de la Salonga è molto frequentato da ricercatori e scienziati di tutto il mondo che studiano le specie più rare del bacino del Congo, come bonobo, scimpanzé, elefanti, caimani e coccodrilli nani chiamati "Lokese" (osteolemo, Osteolaemus tetraspis), varani giganti, facoceri, antilopi, cobi ed innumerevoli specie di rettili, uccelli e invertebrati. Una ricchezza che il bracconaggio mette in pericolo ma che né le violenze poliziesche contro la popolazione più povera ed i profughi dell'eterna guerra del Congo, né la pena di morte contro i bracconieri riusciranno a difendere senza che, come in altri luoghi dell'Africa, la biodiversità non venga riconosciuta come risorsa alla base della vita e dell'economia e senza che nella Rdc ritornino la pace e la giustizia, per gli esseri umani e per le altre creature viventi.