[18/02/2011] News
FIRENZE. Greenpeace affianca Sea Shepherd nella battaglia contro la caccia alle balene e chiede al governo del Giappone di fare luce sugli illeciti che si nascondono dietro questa orrenda pratica. Intanto però viene accolto positivamente lo stop annunciato oggi dal ministero della Pesca giapponese che chiude quella che è stata la stagione di caccia più corta di sempre.
«Quest'annuncio storico conferma quel che tutti sanno già: la caccia baleniera giapponese non serve né al commercio né alla scienza - ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace - Tutto quel che l'uccisione di migliaia di balene ha prodotto sono quasi 6000 tonnellate di carne nei frigoriferi giapponesi, lo spreco di danaro dei contribuenti giapponesi e una corruzione diffusa. Il rientro anticipato della spedizione baleniera non è sufficiente. Questa flotta non deve ripartire mai più!» Greenpeace da tempo ha dimostrato come corruzioni e scandali si nascondo tra le maglie di questa attività.
Due esponenti dell'associazione Juniki Sato e Toru Suzuki, sono stati recentemente condannati per aver mostrato alla stampa e alla giustizia giapponese le prove del contrabbando di carne di balena da parte della ciurma della flotta baleniera. Ora i due attivisti hanno presentato appello contro la loro incredibile condanna decisa assieme alla chiusura, senza alcun approfondimento, delle indagini sul contrabbando di carne di balena, ma nel frattempo il ministero della Pesca del Giappone ha ammesso che cinque dei suoi funzionari, a bordo della flotta baleniera, hanno accettato costosi "regali" di carne di balena. Questi eventi hanno contribuito a modificare il pensiero dell'opinione pubblica giapponese rispetto alla caccia ai grandi cetacei. Un sondaggio commissionato da Greenpeace nel 2008 e realizzato dal Nippon research center, dimostra che oltre il 70 per cento dei giapponesi non sostiene la caccia alle balene in Antartide.
«I cittadini giapponesi non vogliono essere forzati a mangiare carne di balena e a pagare per sostenere un'industria corrotta e morente. Greenpeace chiede che siano immediatamente riaperte le indagini sul contrabbando di carne di balena portato alla luce ben tre anni fa da Sato e Suzuki e che il Giappone si attivi per una reale tutela degli oceani del Pianeta» ha concluso Monti.