[21/02/2011] News
LIVORNO. Secondo uno studio del National snow and ice data center (Nsidc), che fa parte del Cooperative institute for research in environmental sciences dell'università del Colorado a Boulder, esiste il 50% di probabilità che «I due terzi del permafrost terrestre scompariranno entro il 2200, liberando grandi quantità di carbonio nell'atmosfera».
Kevin Schaefer, uno dei ricercatori che ha collaborato allo studio "Amount and timing of permafrost carbon release in response to climate warming" sottolinea che «La quantità di carbonio rilasciata è equivalente alla metà della quantità di carbonio che è stata rilasciata in atmosfera dagli albori dell'era industriale. Questo è un sacco di carbonio».
Il carbonio imprigionato nel permafrost, lo strato di suolo perennemente ghiacciato, avrà un impatto non solo sul clima, ma anche sulle strategie internazionali per ridurre i cambiamenti climatici. Schaefer spiega che «Se abbiamo come target la concentrazione di carbonio, dovremo quindi ridurre le emissioni di combustibili fossili in modo che siano molto inferiore a quelle precedentemente calcolate, per tenere conto di questo carbonio aggiuntivo dal permafrost. Altrimenti ci ritroveremo con una Terra più calda di quanto vogliamo».
Questa inaspettata quantità di carbonio verrà dal materiale vegetale congelato nel suolo durante l'era glaciale del Pleistocene: il suolo ghiacciato ha intrappolato e conservata la biomassa per migliaia di anni. Schaefer paragona questo enorme meccanismo si stoccaggio a quello per conservare i broccoli nel freezer di casa: «Finché rimangono congelati, restano stabili per molti anni. Ma se li si tira fuori dal congelatore ci sarà lo scongelamento e il degrado. Ora, c'è lo scongelamento del permafrost in un clima sempre più caldo e, proprio come i broccoli, la biomassa scongela e decade, rilasciando carbonio nell'atmosfera come qualsiasi altro materiale vegetale in decomposizione».
Per prevedere quando e quale quantità verrà immessa nell'atmosfera, Schaefer e i suoi colleghi hanno prodotto dei modelli si disgelo e decadimento della materia organica attualmente congelata nel permafrost secondo le potenziali condizioni del futuro riscaldamento, come previsto dagli scenari dell' Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e hanno scoperto che tra il 29 ed il 59% del permafrost scomparirà entro il 2200. «Un permafrost che ci ha messo decine di migliaia di anni per formarsi, ma che si d scioglierà in meno 200», sottolinea Schaefer. .
Gli scienziati hanno usato un modello per prevedere la quantità di carbonio che verrà rilasciata con lo scioglimento del permafrost: «Si stima un extra tra più o meno 190 e 64 miliardi di tonnellate di carbonio che entrerà nell'atmosfera nel 2200 rispetto ad oggi, circa un quinto della quantità totale di carbonio attualmente in atmosfera. Le emissioni di carbonio da scongelamento del permafrost richiederanno maggiori riduzioni delle emissioni di combustibili fossili, per limitare l'anidride carbonica atmosferica a un valore massimo associato ai target climatici» e Schaefer spiega ancora: «Significa che il problema diventerà sempre più difficile con il passare del tempo. In ogni caso, è già abbastanza difficile ridurre le emissioni, ma ora ci si dice che dobbiamo ridurle ancora di più»