[22/02/2011] News
LIVORNO. Presentando il rapporto "Towards a Green Economy Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication" il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner, ha detto che «Le nazioni hanno ripreso il cammino di Rio, ma in un mondo molto differente da quello del 1992. L'esaurimento rapido delle risorse naturali e l'accelerazione del cambiamento ambientale, dalla perdita delle barriere coralline e delle foreste fino alla penuria crescente di terre produttive, la necessità urgente di nutrire le popolazioni e di alimentare le economie nazionali in combustibile e in carburante e i probabili impatti di un cambiamento climatico non gestito, costituiscono lo sfondo di Rio 2012.
La green economy presentata ed illustrata nel rapporto dell'Unep vuole essere una valutazione mirata e programmatica dei primi passi, Paese per Paese, delle comunità e delle imprese verso uno schema più sostenibile di consumo e produzione .Ancorata ai principi dello sviluppo sostenibile convenuti a Rio nel 1992, questo documento riconosce che i segnali fondamentali che guidano le nostre economie devono evolvere in termini di politiche pubbliche e di risposte dei mercati.
Dobbiamo superare le polarizzazioni del passato quali le opposizioni sviluppo/ambiente, Stato/mercato o Nord/Sud. 2,5 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno e nel 2050 la popolazione mondiale conterà più di due miliardi di persone in più: è dunque chiaro che le nostre economie devono continuare a crescere ed a svilupparsi. Ma questo sviluppo non può essere fatto a spesa dei sistemi dai quali dipende la vita sulla terra, negli oceani o nell'atmosfera e che permettono alle nostre economie di esistere e quindi a ciscuno di noi.
Come conservare l'impronta ecologica dell'umanità entro limiti sopportabili per il pianeta? La green economy costituisce una componente essenziale della risposta. Il suo obiettivo è quello di stabilire un legame tra gli imperativi ambientali per cambiare il corso dei risultati economici e sociali, particolarmente in termini di sviluppo economico, di posti di lavoro e di equità».
Al Consiglio Unep di Nairobi è intervenuto anche Pavan Sukhdev, il dirigente della Deutsche Bank responsabile della Green economy initiative dell'Unep, che ha spiegatio agli oltre 100 ministri dell'ambiente presenti che «I governi hanno da giocare un ruolo centrale: è a loro che tocca cambiare le leggi e le politiche e investire i fondi degli Stati nella ricchezza pubblica al fine che la transizione sia possibile. Facendo questo, permetteranno anche di versare i trilioni di dollari del capitale privato nella green economy. Le cattive allocazioni dei capitali private si situa al cuore degli attuali dilemmi mondiali ed è possibile prendere senza aspettare delle misure ad effetto rapido che vanno dalla diminuzione e dalla scomparsa progressiva di più di 600 miliardi di dollari di sovvenzioni mondiali ai combustibili fossili fino alla riallocazione dei più di 20 miliardi di dollari di sovvenzioni dannose che incoraggiano una pesca non sostenibile».
«La green economy - prosegue - non consiste nel soffocare la crescita e la prosperità, ma nel riconnettersi alla vera ricchezza, nel reinvestire nel capitale naturale invece di sfruttarlo e nel favorire il maggior numero piuttosto che una minoranza. Si tratta di mettere in campo un'economia mondiale cosciente così come la responsabilità delle nazioni a trasmettere un pianeta produttivo, in buona salute ed in buono stato di funzionamento alla gioventù di oggi ed alle generazioni future».