[22/02/2011] News
FIRENZE. Tutti gli interessati a discutere della necessità di una corretta gestione della risorsa idrica (istituzioni, Federutility, Anbi, Coldiretti e industria) sono stati messi intorno ad un tavolo. L'occasione è stata offerta dalla presentazione dei risultati dello studio "Le politiche di gestione dell'acqua in agricoltura", avvenuta durante il convegno "Acqua, agricoltura e ambiente. Agricoltura, utilities e industria alleate per la sostenibilità" che si è svolto a Roma.
Tra i dati contenuti nel rapporto elaborato da Althesys (società di ricerca e consulenza) ne spicca uno: investimenti e innovazioni nella gestione dell'acqua in agricoltura potrebbero portare all'Italia benefici complessivi tra i 9,7 e i 17,3 miliardi di euro in trent'anni. La stima è variabile in funzione di diversi scenari di applicazione degli interventi prospettati, ma la cifra è comunque di tutto rispetto.
«L'analisi valuta gli effetti di politiche efficienti e innovative della gestione dell'acqua in agricoltura da un punto di vista economico, ambientale e sociale - ha spiegato l'amministratore delegato di Althesys Alessandro Marangoni- Le valutazioni sono condotte in un'ottica di sistema che considera la collettività e l'ambiente, andando oltre il bilancio della singola azienda agricola».
La ricerca è stata sviluppata tramite l'analisi di casi di eccellenza in quattro aree di intervento: metodi irrigui (l'irrigazione a goccia - in alcuni casi il metodo più efficiente - e la microaspersione rispetto all'aspersione), modelli gestionali (servizi informativi di supporto agli agricoltori), nuove tecnologie (sistemi di consegna automatizzati) e reti di adduzione e distribuzione (sostituzione di canali a cielo aperto con condotte e riparazione di quelle esistenti). Adottando queste strategie, in base ai numeri forniti nello studio, si potrebbero risparmiare 1547 milioni di metri cubi di acqua all'anno. Tradotto in termini economici, ad esempio per il solo risparmio idrico ottenuto grazie a supporti informativi forniti dai Consorzi di bonifica, equivale ad un valore fino a 3,2 miliardi di euro, mentre la sostituzione dei canali a cielo aperto, diffusi nell'agricoltura italiana e caratterizzati da perdite per evaporazione e infiltrazione, porterebbe benefici stimabili tra i 4 e gli 8,1 miliardi.
Considerato che le produzioni irrigue costituiscono l'80% delle esportazioni e perciò la disponibilità idrica è fattore determinante per la competitività del settore agricolo, sarebbe opportuno investire (e incentivare) in nuove tecnologie e adottare modelli gestionali più sostenibili, non dimenticando di ridurre i consumi anche adottando modifiche nelle scelte colturali optando per le meno idroesigenti. Tutto ciò consentirebbe di avere un ritorno economico in azienda e contemporaneamente tutelare una risorsa primaria sempre più scarsa.