[23/02/2011] News

Rapporto Isaaa: in Europa calano, per il secondo anno consecutivo, i terreni seminati con Ogm

FIRENZE. La Coldiretti ha analizzato i dati del rapporto annuale 2010 dell' "International Service for the acquisition of agri-biotech applications" (Isaaa) da cui emerge che in Europa nel 2010, la superficie seminata con Organismi geneticamente modificati si è ridotta a 91.643 ettari dei quali 91.193 coltivati a mais bt e 450 con patata "amflora" da seme autorizzata nel corso dell'anno dall'Unione Europea.

«Calano del 3 per cento i terreni seminati con Ogm a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che gli agricoltori europei stanno abbandonando, anche nei Paesi dove è ammessa, poiché nel coltivare prodotti transgenici non c'è neanche convenienza economica» hanno dichiarato da Coldiretti.

Su un totale di 27 paesi dell'Unione europea, informano dall'organizzazione degli imprenditori agricoli, solo in 8 sono stati coltivati prodotti Ogm ed in particolare in cinque paesi è stato seminato solo mais (Spagna dove si trova quasi l'80 per cento del terreno seminato con ogm in Europa, Romania, Slovacchia, Portogallo e Polonia), in due solo patata (Germania e Svezia) e in Repubblica Ceca sia il mais che la patata.

Si conferma quindi il trend negativo che aveva già portato nel 2009 ad una riduzione delle semine biotech in Europa con 94750 ettari coltivati in calo del 12 per cento rispetto all'anno precedente. «Il fatto che anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che per gli Ogm attualmente in commercio non c'è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro "tifosi" propagandano - hanno aggiunto da Coldiretti- Tutt'altro, a tredici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono in calo per il secondo anno consecutivo e rappresentano appena lo 0,05 per cento perché, di fatto, non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente modificati».

Del resto i dubbi sul piano sanitario e ambientale per l'utilizzo di Ogm persistono e poi è propria la tipologia di agricoltura orientata all'uso delle biotecnologie che va contrastata. «Il modello produttivo cui è orientato l'impiego Ogm è il grande nemico della tipicità e della biodiversità e il grande alleato dell'omologazione, che è il vero nemico dell'agroalimentare italiano e per questo siamo contrari.

In Italia, per la conformazione morfologica dei nostri terreni e le dimensioni delle nostre aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm» hanno concluso da Coldiretti.

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