[24/02/2011] News toscana
LIVORNO. Come vivono i cittadini toscani il loro rapporto con le istituzioni, e con la partecipazione alla vita politica in senso lato? A questa domanda ha cercato di rispondere l'indagine "Il rapporto tra cittadini e istituzioni in Toscana. Vecchie e nuove forme della partecipazione", effettuata da Emg e promossa dalla Regione Toscana, presentata a Firenze dall'assessore Riccardo Nencini.
La ricerca che prende spunto anche dall'impegno della Regione sul tema della partecipazione, per la quale è stata varata una legge ad hoc, evidenzia un sempre più marcato disinnamoramento per la politica da parte dei cittadini toscani, che seguono il trend generale presente nel nostro Paese, e non solo; dei mille toscani intervistati, il 28% si definisce poco interessato alla politica, il 38% per niente interessato.
Mentre la figura del Presidente della Repubblica mantiene ancora un buon grado di fiducia (un apprezzabile 82%), così come buone rimangono le credenziali attestate a Regione e Comune (che si fermano al 38%), per i partiti il tracollo è totale: a livello locale, appena il 25% dichiara di avere fiducia in essi, fiducia che crolla al 15% quando l'analisi si sposta ai partiti nazionali. I partiti, una volta punto di raccordo tra il cittadino e le stanze dei bottoni della politica, da tempo non riescono più ad adempiere al loro ruolo: il 70% dei toscani chiamati ad esprimere la propria opinione, alla domanda "lei si sente particolarmente vicino ad un partito?" risponde infatti un chiaro "no".
Eppure la propensione dei cittadini alla partecipazione - intesa in un'accezione più ampia (e più vaga) rispetto a quella indicata nella legge - rimane comunque sensibile: alla domanda "ad ogni modo, quanto le piacerebbe partecipare ad attività, iniziative, occasioni di partecipazione e consultazione che coinvolgano i cittadini alla vita politica e sociale del suo comune, promosse dal sindaco o dalla giunta regionale?" risponde "molto" l'8% degli intervistati, "abbastanza" il 17%, "poco" ancora il "17%", "per nulla" il 53%.
Se però andiamo poi a scindere tale analisi per preferenze politiche, si scopre come venga confermata l'indole maggiormente partecipativa tra coloro che si dichiarano di centrosinistra-sinistra, rispetto a coloro che si collocano nel centrodestra (risponde "molto" il 50% ed il 30%, rispettivamente). Inoltre, un dato molto significativo: se osserviamo la fascia d'età 18-34 anni, oppure restringiamo il campo d'osservazione a quanti posseggono un titolo d'istruzione superiore, i "molto" salgono, arrivando al 40%.
Tenendo conto di questo interesse manifestato tra i più giovani, l'assessore Nencini rilancia la possibilità di estendere il voto ai sedicenni nelle circoscrizioni comunali - unico livello amministrativo in cui la Regione può legiferare riguardo al diritto di voto - oltre a considerare le opportunità offerta da Internet per innovare ed incentivare la partecipazione delle nuove generazioni alla politica, offrendo maggiori occasioni di coinvolgimento.
"Molti giovani oggi si informano e partecipano con internet - afferma Nencini - ed internet potrebbe aiutarci a stimolare i cittadini a una maggiore partecipazione o a dare un risposta a chi, come gli studenti dei movimenti studenteschi degli ultimi mesi, protestavano sì contro una riforma universitaria giudicata fallace, ma soprattutto contro le istituzioni, perché nessuno si preoccupava delle loro opinioni".
I giovani, troppo spesso frettolosamente definiti "bamboccioni", si dimostrano ancora una volta una delle membra più attive delle società civile, una speranza per sfuggire alla cancrena che attanaglia il Paese, Toscana compresa. Quando dipinte come menefreghiste e superficiali, quando come semplicemente poco dinamiche, le forze giovanili del territorio mostrano anche l'altra faccia della loro medaglia. Quella che, magari, potrebbe rappresentare presto la maggioranza dei giovani, se ben indirizzati ed incoraggiati.