[02/03/2011] News toscana
PISA. Greenreport ha fatto bene nel riferire (vedi link in fondo) della riuscitissima assemblea a Firenze per il ‘Rilancio dei parchi' a parlare di ‘orgoglio'. E' stato in effetti un incontro all'insegna dell'orgoglio che come ormai capita sempre più raramente si sono susseguiti anche applausi quasi liberatori a sottolineare il consenso per quanto veniva detto.
Sono ormai un veterano delle riunioni e devo dire che da tempo non registravo un clima tanto caldo e determinato. Appunto orgoglio e nessuna lamentazione e piagnisteo ma una forte denuncia e protesta. Del resto non si spiegherebbe altrimenti le quasi 800 adesioni pervenute al gruppo di San Rossore. Adesioni appunto ad un proposito, un progetto di rilancio culturale innanzitutto e non semplicemente di denuncia di inadempienze pur gravissime, di decisioni sconcertanti e assenze altrettanto colpevoli.
Non è stato un sit-in ma un incontro volto a delineare un orizzonte nazionale che oggi va ridisegnato, messo a fuoco perché arrivi chiaro e forte nelle sedi giuste a partire appunto da quelle nazionali e poi regionali e locali. C'erano con le autorevoli rappresentanze dei parchi dagli amministratori ai direttori e con loro prestigiosi ricercatori di varie Università italiane dal Politecnico di Torino all'Aquila, dalla Calabria a Firenze e c'erano -anche questa è stata una novità significativa- ‘vecchi' protagonisti di quel lungo percorso che ha visto il formarsi di molti protagonisti esperti e validi che gli attuali prolungati e sempre più diffusi commissariamenti fa per più d'un verso ‘rimpiangere'. Insomma si avviata positivamente una fase che lungi dal ‘rottamare' come a qualcuno piace vede il ritorno ad un impegno serio di tanti che non hanno nessuna intenzione di mollare.
A Firenze era quest'aria di orgoglio e di determinazione che abbiamo avvertito e che ha stimolato un dibattito come da tempo non registravamo. Nel merito su un punto l'assemblea non ha avuto incertezze e cioè che il gruppo di San Rossore non è una delle tante e legittime sigle che oggi sono presenti sulla scena ma -come ha detto qualcuno - una ‘testimonianza' culturale che oggi chiede innanzitutto che la legge sui parchi sia attuata.
E' un punto fermo perché quello che oggi non va e spesso va a rotoli non è dovuto, non è ‘colpa' della legge ma della sua mancata attuazione e di una gestione innanzitutto nazionale. Che le aree marine protette si trovino nella stato penoso e ‘preagonico' di cui parla anche l'ultimo numero del National Geographic non è certo colpa della legge, ma di un ministero che pretende di fare i propri comodi tanto che anche per gli altri parchi nazionali ora vuol decidere persino se promuovere o no una iniziativa pubblica come a Firenze ha ricordato la giovane rappresentante del parco dei Sibillini.
Ecco perché è sorprendente che al senato sia ripresa la discussione su un progetto riguardante proprio le aree protette marine che se andasse avanti tagliere fuori del tutto le regioni da qualsiasi competenza. Calderoli i parchi voleva abrogarli, la Prestigiacomo dice che devono arrangiarsi vendendo i biglietti ( del gratta e vinci?) perché -lo ha ripetuto anche al National Geographic- nel prossimo futuro di soldi ce ne saranno sicuramente di meno. Tutto ciò spiega perché siamo il solo paese nel mondo che oggi mette in discussione i parchi al punto di sbarazzarsene.
Ecco perché non è alla legge che oggi bisogna mettere mano per rovinarla ma a nuove politiche di cui non si registrano segnali di sorta se non quelli volti allo smantellamento.
Il parlamento anche se malmesso non può dare una mano al realizzarsi di un simile disegno. Si occupi e si preoccupi invece delle decisioni sullo Stelvio o sull'Abruzzo dove nei parchi si vorrebbero fare impianti fallimentari di sci e campi da golf di cui è paladina la rossa Brambrilla. Il dopo Firenze insomma non sarà tranquillo ma l'impegno sicuramente non mancherà.