[10/09/2009] News

Decreto liberalizzazione servizi pubblici, Cispel: «Non esaurisce le incertezze normative nel settore»

GROSSETO. Dopo il freno posto dalla Lega, il Governo alla fine l'ha spuntata e ieri, nell'ambito del decreto-legge finalizzato al rapido assolvimento di obblighi nei confronti dell'Unione europea e ad ovviare a procedure di infrazione a seguito di ritardato o non corretto recepimento di direttive comunitarie, ha varato la riforma dei servizi pubblici locali. L'ambito è giustificato dal fatto che era necessario modificare la normativa in materia di servizi pubblici locali per adeguare la disciplina all'ordinamento comunitario. Gli elementi di novità, frutto di una intesa tra i ministri Raffaele Fitto e Roberto Calderoli, riguardano in particolare l'affidamento del servizio ad una società per azioni mista pubblico-privato, in cui quest'ultimo sia scelto tramite gara ad evidenza pubblica, abbia almeno il 40% delle azioni e la gestione operativa. Sarà quindi un socio industriale con capacità operative.

Gli affidamenti, cosiddetti in house per i servizi locali di acqua, rifiuti, gas ed energia già in essere andranno quindi in scadenza entro il 2011 e il ricorso a questo tipo di gestione diverrà straordinario e sottoposto a stringenti requisiti verificati dall'Autorità garante per la concorrenza e i mercati, il cui parere sarà reso soltanto in via preventiva, e nel caso di una mancata espressione entro sessanta varrà il silenzio assenso. Nel caso di affidamenti diretti i soggetti titolari avranno il divieto di acquisire la gestione di servizi ulteriori o in ambiti diversi e non potranno partecipare a procedure ad evidenza pubblica per l'affidamento. Inoltre le società "in house" affidatarie della gestione di servizi pubblici locali, saranno assoggettate al patto interno di stabilità.

La norma prevede inoltre che per le società quotate e affidatarie di servizi pubblici potranno mantenere l'affidamento sino a scadenza naturale anche se ottenute senza gara purché la quota dei soci pubblici scenda sotto la quota del 30% entro il 2012, pena la decadenza dell'affidamento e la cessione dei contratti a quella data. Un provvedimento questo che potrebbe avere conseguenze dirette ad esempio per Acea, Hera, Iride, Enia, ovvero tutte quelle società miste pubblico-private che hanno quotato in borsa le loro azioni.

Sul futuro di questo testo di legge che dovrà adesso seguire l'iter parlamentare si dice «fiducioso» il ministro Fitto per «un accordo forte nella maggioranza e con una posizione chiara che traccia senza ambiguità la direzione verso un assetto europeo». Passato il vaglio del parlamento resta poi da definire anche il regolamento attuativo che dovrà essere emanato entro il 31 dicembre 2009.

Soddisfazione per le norme contenute nel decreto legge approvato ieri dal consiglio dei ministri provengono anche da Cispel Toscana, l'associazione regionale delle aziende di servizio pubblico.

«Nel settore dei rifiuti questa norma significa che i comuni hanno due anni e mezzo di tempo per riorganizzare le gestioni e per accelerare quel processo di aggregazione più volte annunciato. - sottolinea il presidente Alfredo De Girolamo (Nella foto) - Il tempo che è concesso rappresenta un'opportunità per consolidare adesso alcune scelte industriali necessarie al nostro sistema, affinché possano crearsi tre grandi aziende toscane di ambito, una per il nord, una per il centro, una per il sud, che farebbero superare l'attuale situazione».

Cispel evidenzia però anche alcuni elementi di criticità nel testo :«Dispiace, tuttavia - continua infatti Di Girolamo- che la norma non esaurisca le incertezze normative nel settore, quali la mancanza del regolamento attuativo, l'assoggettamento al patto di stabilità delle società in house, l'estensione della norma al trasporto pubblico locale. Essa avrebbe potuto poi, ad esempio, riaprire i termini per la  quotazione in Borsa, consentendo così ad alcune aziende, anche in Toscana, di cogliere questa opportunità». Con l'auspicio che sia «possibile lavorare per introdurre questa e ulteriori modifiche» ha continuato De Girolamo, dato che il decreto dovrà passare dal Parlamento.

«Abbiamo adesso un periodo transitorio certo per scegliere le migliori procedure affinché sia tutelato il sistema di gestione attuale e la qualità dei servizi ai cittadini. Il Decreto - ha concluso il presidente di Cispel - rafforza la liceità delle società miste pubblico-privato, che abbiamo sempre sostenuto poiché rappresentano un modello efficiente di collaborazione tra i Comuni e i partner industriali».

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