[03/03/2011] News
LIVORNO. Probabilmente lo studio è uno di quelli che il Forum Nucleare Italiano sbandiererà come una delle dimostrazioni degli "scarsi" effetti di un incidente nucleare, ma i dati (e le modalità) sono comunque impressionanti: 25 anni dopo il disastro nucleare di Chernobyl, un rapporto dello Scientific committee on the effects of atomic radiation dell'Onu stima che il fallout radioattivo abbia causato il cancro della tiroide in oltre 6.000 bambini della zona colpita. Le cosa sarebbe dovuta in gran parte dal consumo di latte contaminato.
Uno degli autori dello studio, Fred Mettler, dell'United Nations university of New Mexico radiology, spiega che «Nel nostro rapporto si dice 6.800. Ma ora, da quanto ho capito, la gente dalla Bielorussia dice che sono 7.000. Adesso la domanda che si pone è: quale percentuale di questi sono dovuti all'incidente e la risposta è: la maggior parte di loro?».
Invece secondo Mettler «La maggior parte di questi casi erano prevenibili. Le autorità hanno vietato il consumo di latte e distribuito pillole di potassio-iodio, ma anche così la sfiducia verso le autorità era alta dopo l'incidente. Quando ero in quei villaggi per questi due anni, ho chiesto alle persone e molte di loro hanno detto: "Sì, ci hanno dato le pillole, ma non avevamo fiducia al governo. Voglio dire, se non sanno far funzionare un reattore, perché dovremmo prendere queste pillole che non capiamo?"».
Il rapporto afferma che nonostante l'elevato tasso di cancro, a Chernobyl ci sono stati solo 15 incidenti mortali, ma sembra sorvolare su molte cose (richiamate anche da Gorbaciov nel suo intervento che pubblichiamo oggi, vedi link a fondo pagina) l'incidente nucleare è avvenuto il 26 aprile 1986, quando l'Ucraina e la Bielorussia erano ancora Repubbliche dell'Unione Sovietica, e il regime decise di non annullare le sfilate del primo maggio nella regione colpita, esponendo moltissime persone ad un fallout radioattivo del quale non sapevano praticamente nulla.
Il rapporto scatenerà probabilmente durissime polemiche in Russia, Ucraina e Bielorussia, perché dice che non c'è nessuna prova consistente dell'impatto delle radiazioni sulla salute di migliaia di operatori che hanno prestato soccorso dopo il disastro nucleare a Chernobyl, compresi i "liquidatori", che tutti sanno che sono morti a decine, forse centinaia, dopo atroci sofferenze e che per questo molti di loro sono stati tra gli ultimi ad essere insigniti alla memoria dell'onorificenza di eroe dell'Unione Sovietica.
Anders Moller, un ricercatore dell'università di Parigi che ha studiato l'area di Chernobyl dal 1991, da quando è stata riaperta agli scienziati occidentali dopo il crollo dell'Urss, ha mantenuto stretti contatti con i familiari degli uomini e delle donne che hanno spento il fuoco nucleare e ricoperto il vulcano radioattivo della centrale nucleare con il cemento e non è affatto convinto delle cifre fornite dall'Onu: «Questo gruppo comprende molte migliaia di persone e la stima più recente che ho sentito dire da questo gruppo è che oggi quasi nessuno di questi è vivo».
Nei mesi dopo la catastrofe nucleare, le autorità sovietiche sfollarono più di 300.000 persone dalla zona più colpita, ora il rapporto Onu scrive che «Queste persone non devono vivere nella paura di conseguenze gravi per la salute» e che «E' difficile isolare il contributo di Chernobyl per i tassi di mortalità più elevati della regione. L'incidente nucleare senza dubbio ha contribuito ad aumentare i tassi di depressione e alcolismo. Ma i tassi di mortalità totali nelle tre nazioni sono aumentati negli anni ‘90».
Quindi gli elevati tassi di cancro, malattie genetiche, malformazioni alla nascita, sarebbero dovute soprattutto agli effetti del collasso dell'Unione Sovietica che ha portato con sé il crollo del sistema economico e di quello sanitario...
A questo punto ci si chiede anche cosa avrebbe contaminato il latte che ha fatto ammalare i bambini...
Mettler non è molto convinto delle conclusioni del rapporto Onu: «E' molto difficile quantificare questo gruppo di popolazione che diceva: "Oh, beh, sono stato esposto, quindi non fa alcuna differenza se prendo droghe, bevo alcool o faccio altre cose rischiose'"». Secondo il ricercatore francese più che sui fattori umani e sociali bisognerebbe concentrarsi su dati certi, come quelli degli studi di animali e uccelli intorno a Chernobyl: «In media, hanno una riduzione delle dimensioni del cervello del 5%, rispetto alla norma. Vicino a Chernobyl, dal 5 al 10% degli uccelli e di altri animali soffre di anomalie fisiche, ma altrove in natura questo tasso è praticamente nullo».
Che qualcosa non funzioni nel "rassicurante" rapporto Onu lo rivela anche l'allarme sulla mancanza di fondi per sigillare il sarcofago crepato di Chernobyl. Un international drive sta cercando 2 miliardi di dollari per impedire che il fantasma nucleare fuoriesca dall'armatura in cui è stato imprigionato a costo della vita di moltissimi "liquidatori" sovietici. Il guscio alto quanto un palazzo di 23 piani dovrebbe essere fatto scivolare su rotaie sull'impianto nucleare in decomposizione e sarebbe la più grande struttura mobile del mondo.
Il Guardian rivela che per Chernobyl alla Gran Bretagna è stato chiesto un ulteriore contributo di 43 milioni da fornire all'Ucraina e che la Commissione europea ha confermato che i governi di tutto il mondo sono stati a trovare altri 750 milioni di euro per costruire un riparo sulle 200 tonnellate di combustibile altamente radioattivo del reattore collassato.
Jean-Paul Joulia, dell'unità nuclear safety della Commissione Ue, ha ammesso il costo del solo clean-up di Chernobyl è arrivato a 1,5 miliardi di euro, il doppio della stima iniziale, in parte a causa di «Alcuni ritardi» per certi progetti, ma si è detto fiducioso che i governi stranieri avrebbero sborsare i soldi necessari per lo "scudo", anche nell'attuale difficile clima finanziario: «Sono ottimista che la comunità internazionale si impegni in questo. E' importante per una serie di motivi».
Evidentemente l'Ue e i governi non credono che la radiattività sia così "innocua" come vorrebbe far credere il rapporto dell'Onu. Proprio il Guardian riporta numeri molti diversi sul post-Chernobyl: «L'incidente è costato la vita direttamente di almeno 50 persone, soprattutto vigili del fuoco e lavoratori del nucleare che hanno cercato di combattere il fuoco in quella notte fatale. Si crede che il fallout radioattivo abbia provocato molti altri morti per cancro della tiroide e per le patologie correlate, con un numero eventuale di morti stimato ovunque tra 4.000 e 200.000. Il disastro ha inoltre provocato il trasferimento di decine di migliaia di persone, ad alcune delle quali non è mai stato permesso di tornare nelle città contaminate». Va aggiunto che nelle zone "proibite" vivono illegalmente migliaia di persone, senza servizi ed accesso alla scuola ed alla sanità e che quindi sfuggono del tutto ad indagini come quelle dell'Onu, senza contare le decine di migliaia di ucraini, bielorussi e russi e di lavoratori di Chernobyl di altre nazionalità dispersi in tutte le ex repubbliche sovietiche dopo la tragedia.
Il risultato di questo "poco preoccupante" incidente è che in Ucraina i contribuenti stranieri hanno già speso più di 750 milioni di euro per cercare di mettere in sicurezza la centrale nucleare e che solo la Gran Bretagna ha già sborsato 53,1 milioni di euro, anche se gli ucraini dicono di non aver visto molti dei finanziamenti promessi. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), che ha supervisionato la spesa del denaro per Cernobyl, ha ammesso che bisogna trovare al più presto altri finanziamenti. Vince Novak, direttore del dipartimento di sicurezza nucleare della Bers ha detto che «La vita del progetto dello scudo temporaneo, realizzato dall'Unione Sovietica nel periodo immediatamente successivo l'incidente nel 1986, si esaurirà nel 2016».
La nuova barriera mobile sarò una delle più grandi opere ingegneristiche del mondo, con dimensioni e caratteristiche innovative. Il lavoro sarà svolto da un consorzio al quale partecipa anche la Bechtel, l'impresa Usa che ha lavorato sulla metropolitana di Londra ed al tunnel sotto la Manica. Il Guardian sottolinea che «Lo "scudo" attuale è sorretto da una serie di nuove colonne in acciaio, ma gli esperti che lavorano al progetto considerano la struttura appena sufficiente e che deve essere sostituita al più presto. La barriera è posta in cima a ciò che resta del nucleo radioattivo del reattore, ma ricopre anche il grosso del carburante dall'impianto che si è insinuato nel pavimento di cemento. Un nuovo scudo permanente impedirebbe alla pioggia di entrare nel vecchio impianto, ma permetterebbe anche di poter svolgere una maggiore attività di smantellamento dei resti delle attrezzature e del combustibile, senza creare ulteriori fughe di polvere e particelle pericolose».