[03/03/2011] News toscana
FIRENZE. A questo punto è difficile fare commenti e previsioni sulla vicenda Isi (Ex Electrolux) in procinto di diventare Easy green, perché il rischio di essere smentiti nelle ore successive è veramente alto. Martedì scorso doveva essere la giornata del passaggio tra le vecchia e la nuova proprietà, ma l'amministratore delegato uscente (Fojanesi) non aveva a disposizione un documento e quindi la firma del contratto è slittata. Ennesima doccia fredda per i lavoratori che a questo punto sono esausti e senza stipendio da mesi (è stata prolungata la cassa integrazione e vanno avanti con il prestito attivato dalla Regione ad interesse zero).
Ora pare che siano necessari altri 10 giorni per avere tutta la documentazione ma il dubbio che si sia preso altro tempo per non si sa quali motivi rimane consistente. I lavoratori chiedono aiuto alle istituzioni e auspicano che entro la settimana si risolva la faccenda perché lunedì prossimo è fissato il Cda in cui la Isi doveva essere liquidata, e ulteriori rinvii sarebbero inaccettabili.
Un appello alle Istituzioni a non abbassare il livello di guardia e attenzione sulle sorti del processo di reindustrializzazione della Ex Electrolux di Scandicci, viene anche dal capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale Andrea Calò e dal capogruppo della Federazione della Sinistra in Regione Monica Sgherri. «E' il momento di attivare il massimo degli sforzi per superare gli ultimi ostacoli che potrebbero far saltare lo strategico rilancio dello stabilimento, delle nuove attività e la riassunzione dei 375 lavoratori impegnati in una durissima vertenza e al momento ancora in cassa integrazione».
I due consiglieri rivolgendosi esplicitamente a Regione Toscana, provincia di Firenze, comune di Scandicci chiedono «il massimo sforzo per arrivare a voltare pagina, pretendendo il rispetto degli impegni assunti e il massimo della responsabilità sociale. Pieno sostegno ai lavoratori, a l'occupazione , salari e redditi. Nessuno rimanga solo nel pieno di una crisi economica e sociale, che non accenna a diminuire ma che aggredisce sempre di più il potere di acquisto delle fasce più deboli» hanno concluso Calò e Sgherri.