[03/03/2011] News
FIRENZE. Il governo sulle rinnovabili fa il gioco delle tre carte. Concede qualche "contentino", ma l'obbiettivo di affossare il settore per far spazio ad altro (il nucleare) a nostro avviso rimane. Con l'accordo raggiunto al termine del vertice di Palazzo Chigi tra i ministri dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, è stato stabilito che gli incentivi per il fotovoltaico restano (è stato annullato il tetto a 8.000 MW) e che cambierà il regime di aiuti da giugno quando si determinerà quindi la previsione della produzione di rinnovabili per il periodo successivo e l'entità degli incentivi sulla base del mercato. E questo è il punto.
Ad aprile si conoscerà il nuovo regime di incentivi «l'incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici per i quali l'allacciamento alla rete elettrica abbia luogo successivamente al 31 maggio 2011 è disciplinata con decreto del ministro dello Sviluppo Economico, da adottare, di concerto con il ministro dell'Ambiente, sentita la Conferenza Stato-Regioni, entro il 30 aprile 2011».
Nel decreto si terrà conto dei seguenti principi: «determinazione di un limite annuale di potenza elettrica cumulativa degli impianti fotovoltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti; determinazione delle tariffe incentivanti tenuto conto della riduzione dei costi delle tecnologie e dei costi di impianto e degli incentivi applicati negli Stati membri dell'Unione europea; previsione di tariffe incentivanti e di quote differenziate sulla base della natura dell'area di sedime».
Si passa quindi dal tetto di 8000 Mw ad uno annuale (da stabilire) il che pensiamo non favorisca certo gli investimenti nel settore. Inoltre sui terreni agricoli sarà possibile produrre al massimo 1 MW di energia fotovoltaica e utilizzare per gli impianti di produzione non più del 10% del terreno coltivabile (come caldeggiato dal ministro delle politiche agricole, Giancarlo Galan).
Altra parte del decreto (quella più confortante) si concentra sulle abitazioni di nuova costruzione o ristrutturazioni rilevanti. Entro il 2017 arriva l'obbligo del 50% di utilizzo di energia da fonti rinnovabili per i consumi di acqua calda sanitaria, riscaldamento e 'raffrescamento'.
Soddisfatta del suo "contributo" il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo (Nella foto): «Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri punta a dare stabilità e "moralità" a un settore chiave per l'energia del futuro. Non è stato fissato alcun tetto, a 8000 mila megawatt, per le installazioni di solare, che avrebbe rischiato di bloccare lo sviluppo del comparto, e al contempo si è adottata una strategia per contenere i costi sulla bolletta energetica e per intensificare i controlli contro le truffe e le frodi. Dal prossimo giugno- ha continuato il ministro- saranno fissati con un decreto interministeriale i nuovi obiettivi delle diverse rinnovabili, con step intermedi annuali e i parametri tariffari. Raggiungeremo un punto di equilibrio che terrà conto: dell'obiettivo europeo del 17% di rinnovabili al 2020; della progressiva riduzione dei costi dei materiali per l'istallazione degli impianti; dei livelli di incentivi presenti negli altri paesi europei. Il sistema del futuro quindi consentirà all'Italia di restare saldamente dentro il settore delle rinnovabili, dando una prospettiva di sviluppo alle migliaia di aziende e alle decine di migliaia di lavoratori che operano nella filiera e assicurando un ruolo di protagonista al nostro paese anche nella ricerca che in questo campo sta facendo continui progressi con una prospettiva di riduzione del costo/chilowat che nel futuro potrà rendere queste fonti competitive rispetto ai combustibili fossili» ha concluso il ministro.