[04/03/2011] News toscana
LIVORNO. Che il marxismo avesse molti limiti, dovuti più ai marxisti che al povero Carlo, è certamente vero. Ma analizzare i fatti senza nessuna radice e senza alcun principio, porta a risultati sorprendenti.
Guardate il caso del dibattito sul paesaggio.
In Toscana abbiamo un paesaggio agrario costruito essenzialmente grazie al contratto di mezzadria. Paesaggio mezzadrile, chiamasi. Ora la mezzadria è cessata da una cinquantina di anni, ma i nostri analisti sopraffini vogliono che rimanga il paesaggio mezzadrile, senza i mezzadri.
Naturalmente tutta la discussione ha come obbiettivo unicamente le fonti rinnovabili, i mezzadri non c'entrano e poco anche il paesaggio.
In questi ultimi anni, per esempio, scompaiono le coltivazioni terrazzate di olivi.
Avevano goduto, quelle colture, dell'ultima "prolunga" alla mezzadria, quella data da operai che nel tempo libero facevano i "mezzadri" e raccoglievano le olive per le produzioni familiari.
Ora non conviene più. Si trovano, in pianura, dei begli oliveti, senza andare a rompersi le schiena sui terrazzamenti, che, come il mare di Genova, non si fermano nemmeno di notte e franano, si raggiungono male, non consentono il posizionamento delle reti ecc.
Quindi migliaia di ettari di oliveto terrazzato stanno diventando, come già erano, delle colline boscate a macchia mediterranea.
Ma il Comitato per Campiglia, tanto per dire un raggruppamento di esteti anticomunali, mica se ne accorge.
Per loro lo scandalo è che alcuni terreni incolti della pianura siano coltivati ad energia.
E si inventano, come peraltro fa la stampa, l'alternativa tra i carciofi ed i pannelli solari.
Ovviamente è una alternativa inesistente. Ci sono migliaia di ettari di incolto, soprattutto nelle pianure non irrigue, che se si coltivassero a carciofi ci sarebbe da fare a carciofate per tutta l'estate.
Hanno fatto bene i Comuni della Val di Cornia, ad individuare nei terreni non irrigui quelli più adatti per l'agroenergia e male fa il recente decreto ministeriale a porre la norma del 10% di utilizzo su tutti i terreni agricoli.
Perché ce ne sono di quelli in cui sono possibili le coltivazioni di qualità e quelli, invece, in cui l'unica alternativa è l'incolto "specializzato".
Certo, un bel contadino con i pantaloni di tela d'africa e con la zappa in mano è fotogenico, ma questa agricoltura da cartolina è in via di estinzione.
Occorrerebbe una minaccia a mano armata, per costringere i coltivatori di oggi ad impegnare capitali e fatica in zone salinizzate ed in colture a rimessa sicura.
Eppure, soprattutto agli architetti, piace molto questo presepe agricolo.
Eppure, potendo fare un discorso serio con questi esteti fogazzariani, si tratterebbe di discutere su come dovrà cambiare il nostro paesaggio mezzadrile senza più la mezzadria.
Magari ricordando quell'omone barbuto, che aveva proposto di partire dai rapporti di produzione per studiare le sovrastrutture.
Potrebbe aiutare anche un altro signore, tale Emilio Sereni, che sulla storia del paesaggio rurale aveva scritto due righe.
Diciamo qualcosa di sinistra, che a fare la guerra alle rinnovabili già ci pensa la destra.