[04/03/2011] News toscana
PORTOFERRAIO (Livorno). Il presidente della Comunità del Parco e sindaco Pdl di Capoliveri, Ruggero Barbetti ha scelto di difendersi attaccando (l'Ente parco) nella sua risposta al direttore generale del ministero dell'ambiente, Renato Grimaldi, che gli chiedeva di approvare al più presto il Piano pluriennale economico e Sociale.
Barbetti, che per circa 5 anni e in un clima di contro istituzionale permanente con la Regione Toscana è stato anche Commissario del parco nominato dall'allora ministro dell'ambiente Altero Matteoli, scrive a Grimaldi che «Il Piano pluriennale Economico e Sociale così come predisposto non può essere portato neanche all'attenzione della Comunità del Parco, per il semplice motivo che è oramai obsoleto dato che risale nella sua struttura principale al 2004/2005, periodo in cui il sottoscritto era Commissario Straordinario del Parco stesso; dopo quel periodo è stato modificato sotto la precedente Presidenza della Comunità del Parco e, come sicuramente Lei saprà, prevede anche che per lo sviluppo sociale ed economico dell'Elba sia costruito un Ponte tra il continente e l'Isola da far invidia a quello progettato sullo stretto di Messina; come Lei inoltre ben sa, il Presidente della Comunità del Parco non ha alcuna capacità di spesa, tantomeno per dare l'incarico per una revisione del Piano de quo, per cui il soggetto a cui Lei dovrebbe fare riferimento è il Presidente del Parco essendo il mio compito solo quello di coordinare gli indirizzi politici da inserire nel Piano stesso; al Presidente Tozzi che ci legge per conoscenza, vero soggetto inadempiente, chiedo di incaricare immediatamente una azienda specializzata per l'aggiornamento del Piano già predisposto; a Lei invece chiedo, nel caso non fossero disponibili sufficienti risorse all'interno del Bilancio del Parco, di finanziare straordinariamente il suddetto incarico. Certo che, per la leale collaborazione che ci dovrebbe essere tra istituzioni della Repubblica Italiana, invece di una lettera dal sapore tutto politico, mi sarei aspettato da Lei almeno una preventiva telefonata per comprendere le problematiche relative all'attuale gestione di questo Parco, comprese le motivazioni per cui ad oggi non è stato approvato il Ppes. Le posso garantire che le inefficienze sono molte e che, non solo a mio avviso, dipendono soprattutto dalla mancata presenza, non solo fisica, del Presidente Tozzi in tutt'altre faccende affaccendato. A dimostrazione della possibile interpretazione politica del Suo intervento, la Sua lettera è stata immediatamente strumentalizzata dal Presidente del Parco che ha inviato il seguente comunicato apparso sulla stampa locale: In occasione della conferenza stampa di fine anno, dicono dall'Enfola, il presidente Tozzi aveva già evidenziato il problema. La Comunità del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano è un organo che non esiste più da un anno, non si riunisce dal 24 novembre del 2009, non è stato ancora eletto il vicepresidente ed è fermo il Piano di sviluppo socio economico oltre che tutti i pareri obbligatori sui bilanci dell'ente Parco".
Il Parco ricorda di aver "già sollecitato il presidente della Comunità del Parco, Barbetti, a dare seguito ai suoi compiti istituzionali e annuncia che adesso "è arrivato il sollecito del direttore generale del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Renato Grimaldi". E' vero che in qualità di Presidente non ho più riunito la Comunità, ma il fatto è che mi vergogno di un Parco inesistente sul territorio. Ho evitato finora di esternare pubblicamente tutte le inefficienze di questo Parco, in attesa che passassero velocemente questi pochi mesi che ci separano dalla fine del mandato del Presidente Tozzi, che umanamente mi è anche simpatico ma a cui del nostro Parco credo non interessi proprio nulla. Abbiamo bisogno di un Presidente che ami prima di tutto questo territorio e che poi lo voglia far crescere dal punto di vista socio economico. E io sono fra quelli che ritengono che la conservazione sostenibile dell'ambiente sia anche una crescita sociale ed economica. Purtroppo oggi il Parco non c'è più, ma sono sicuro che in futuro ci saranno tempi migliori.
Dato che Lei è oramai da alcuni mesi il nuovo Direttore generale per la Protezione dell'Ambiente (ha raccolto un'eredità davvero pesante), colgo l'occasione per invitarLa ad una riunione della Comunità del Parco in data da concordare: potrà così sentire direttamente i pensieri sull'attuale presidenza del nostro amato ma oggi bistrattato Parco Nazionale».
A Berbetti risponde la direttrice dell'Ente parco, Franca Zanichelli: «Il Piano di Sviluppo del Parco, cosa si deve fare per averlo? Lo chiedo al Sindaco Barbetti che si è adirato per la richiesta del direttore Conservazione della natura del ministero vigilante, finita sui giornali per smuovere l'attenzione. Come direttore del Parco mi sono posta fin dall'inizio del mio contratto di lavoro, nell'agosto del 2007, l'obiettivo di predisporre la documentazione tecnica per completare l'iter procedurale degli atti essenziali per il funzionamento del Parco: il Piano, il Piano di Sviluppo e il Regolamento. Il Piano del Parco, di competenza del Consiglio è andato in porto ed è stato approvato, il Regolamento, di competenza del Consiglio lo stiamo facendo e sarà pronto tra 3 mesi. Il Piano di Sviluppo, di competenza della Comunità del Parco, con un testo già approvato nel 2005 dallo stesso Barbetti, si è arenato».
La direttrice descrive i passaggi assaggi che le sono noti dopo la fine del commissariamento del parco gestito in gran parte da Barbetti: «Con la Comunità del Parco, capeggiata fino al 2009 da Pietro D'Errico, era stato avviato il lavoro per la revisione dell'edizione 2005 e si era arrivati alla conclusione che si doveva procedere ad attivare confronti con i portatori di interessi per tradurre le esigenze della comunità locale in utili aggiornamenti per indirizzi più significativi. Sono stati fatti diversi incontri negli uffici del Parco e nelle sedi periferiche, anche al Giglio e a Capraia, con il vicepresidente di allora Briano, per evidenziare con i presenti i temi critici da sviluppare. Con un gruppo tecnico coordinato dalla sottoscritta e composto da alcuni dipendenti del Parco, oltre ad una tesista in economia dell'Università di Pisa ed una stagista dell'Università di Parma, dalla metà del 2008 si è proceduto a compilare alcune schede propedeutiche che, una volta trovata una adeguata interlocuzione con il mondo dei decisori, avremmo sviluppato internamente, a costi zero, poiché noi siamo già pagati come dipendenti pubblici. Quindi senza incarichi esterni, essendo già stati spesi tanti denari per il prodotto del 2005. Il testo approvato nel 2005 che Barbetti dice essere sorpassato, non si fatica a crederlo, è stato quindi aggiornato dallo staff del Parco solo nelle tabelle di analisi, con l'acquisizione di tutti i dati disponibili fino al 2009. Sono state sfrondate le tabelle inutili e sono stati evidenziate le parti "decisionali" carenti. La parte dei contenuti "politici" di indirizzo non è stata toccata dal gruppo tecnico poiché eticamente una proposta di modifica decisionale doveva essere preceduta da una espressione compiuta di volontà di indirizzo. Come direttore del Parco, in quel frangente avevo proposto al Consiglio Direttivo di affidarmi la rielaborazione del Programma di Sviluppo come uno dei progetti obiettivo da portare a termine entro il 2009 per stringere i tempi per l'approvazione. Tale proposta venne deliberata con il consenso di D'Errico e mi misi al lavoro. In seguito, l'allora direttore generale del Ministero Ambiente, dr. Cosentino, per i compiti di vigilanza ministeriale sugli atti non ratificò la delibera di Consiglio, asserendo che non poteva essere compito del direttore redigere il testo del Programma di Sviluppo, poiché tale strumento deve essere prodotto dalla Comunità del Parco. Il Consiglio cambiò così l'obiettivo di lavoro della sottoscritta e lasciai in sospeso il completamento del lavoro. A seguito degli esiti delle elezioni amministrative 2009, nel mese di agosto il Presidente uscente D'Errico convoca la prima seduta della nuova Comunità del Parco. Viene nominato il nuovo presidente Barbetti e i nuovi consiglieri. In tale prima seduta consegno (protocollato) al nuovo interlocutore un CD con quanto avevo fatto sotto il profilo tecnico, specificando che i contenuti progettuali potevano essere elaborati e completati in breve se vi era l'interesse a farlo. In pratica, ho consegnato una versione con le analisi svecchiate, con il testo nuovo a fronte di quello vecchio, per consentire le verifiche puntuali. Ho ribadito di essere a disposizione per aggiornare anche i "contenuti espressivi delle politiche di indirizzo" se vi era l'interesse da parte del Presidente Barbetti ad avere una bozza riqualificata. Non ho avuto riscontri. Il vicepresidente Banfi ha richiesto e ricevuto una sua copia di tale testo assicurandomi che avrebbe fatto da intermediario perché Barbetti gli dava il compito di controllare il contenuto. Dopo quell'incontro, vi è stata una unica altra seduta della Comunità del Parco e in quel frangente ho di nuovo segnalato che si doveva mettere mano al documento. Ho fatto presente che l'Ente aveva anche predisposto in bilancio una somma di 5000 € per sviluppare eventuali collaborazioni esterne ritenute necessarie e il Consiglio Direttivo, in accordo con Barbetti, aveva dato mandato alla sottoscritta di impegnarli secondo le sue indicazioni. Ci sono stati colloqui e comunicazioni scritte. Si era arrivati ad ipotizzare un convegno al Parco per affrontare il Piano per l'ecoturismo nel gennaio del 2010, poi non vi è stata nessuna mossa. Ricordo, per inciso, che Agresti, allora consigliere regionale, aveva strigliato l'Ente Parco perché voleva approvare il Piano del Parco senza dotarsi del Piano di Sviluppo, dimenticando che era compito della Comunità del Parco portarlo all'approvazione. Nel corso di una seduta del Consiglio direttivo di qualche mese dopo, Tozzi sollecitava nuovamente Barbetti presente a dire come avrebbe voluto operare per procedere. Barbetti affermò che si sarebbe fidato di un gruppo costituito da Banfi e Mazzantini che avrebbero dovuto affiancare il direttore nella revisione. Poi la Comunità non si è mai più riunita e a quel gruppo di volonterosi candidati non è stato dato alcun mandato esplicito effettivo. Infine, dalla fine del 2009 il Consiglio Direttivo ha dovuto approvare due Bilanci Preventivi e due Bilanci Consuntivi senza il parere obbligatorio della Comunità del Parco ... comunicando al Ministero Ambiente che, essendo abbondantemente trascorso inutilmente il tempo di attesa per il parere, si procedesse d'ufficio, come prevede la norma statale. Forse la nota di Grimaldi per sollecitare di dare alla luce il Piano di Sviluppo sarà stata inviata per vedere se c'era qualche anima viva .... nella Comunità del Parco».