[04/03/2011] News
LIVORNO. Lo scontro sul federalismo tra governo e regioni, con quest'ultime che accusano Calderoli e soci di non aver rispettato i patti sul trasporto pubblico locale e gli ammortizzatori in deroga, ha praticamente fatto scomparire un altro scoglio sul quale l'intesa governo e Conferenza delle Regioni si infrange ormai ad ogni nuovo giro di boa: il nucleare.
In un comunicato la Conferenza delle Regioni informa che «A maggioranza delle Regioni ha espresso un parere negativo sul decreto legislativo del governo che riguarda i criteri di localizzazione degli impianti nucleari e dei depositi di rifiuti, corretto dopo i rilievi della Corte costituzionale».
Le regioni erano chiamate ad esprimere un parere nella Conferenza Unifica del 3 marzo sullo stesso testo in questi giorni all'esame del Parlamento. Le posizioni sul nucleare sono, come noto, differenziate. Nella Conferenza delle Regioni ha dato parere negativo un fronte bipartisan formato da Emilia Romagna, Marche, Basilicata, Toscana, Liguria, Molise, Puglia, Umbria, Calabria, Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, «In considerazione della perdurante assenza di un tavolo nazionale nel quale esaminare ed eventualmente condividere una comune strategia energetica» . A favore, con l'accoglimento di emendamenti già presentati in sede tecnica, solo Lombardia, Veneto, Piemonte e Campania.
Da sottolineare che la Lombardia ha subito riconfermato di essere favorevole al nucleare ma non in casa propria, perché non ne ha bisogno. Il coordinatore degli assessori regionali al bilancio, l'assessore lombardo Romano Colozzi, ha spiegato che «La Regione Lombardia é autosufficiente dal punto di vista energetico e quando si parlerà di nuovi insediamenti bisognerà tenere conto di questo. Il governo nazionale su questa materia ha la responsabilità di assumere le decisioni. La Corte ha riconosciuto che le autonomie locali hanno poteri territoriali, ma non di veto. La Regione Lombardia ha sempre osservato che dal punto di vista istituzionale il governo si muove all'interno delle proprie prerogative».
Cerca di buttare acqua sul fuoco e di contrattaccare il sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saglia: «La macchina del nucleare procede spedita perché i provvedimenti che stiamo assumendo indicano che il programma sul nucleare potrà rispettare i tempi previsti. Al netto delle questioni politiche, registriamo l'ennesima e giusta riunione con gli enti locali e questo è un aspetto molto positivo. Chi, invece continua a dire che non c'è dialogo è fuori strada». Saglia ha detto la sua anche sulla questione rinnovabili: «Il Governo sta procedendo mantenendo in parallelo il programma delle rinnovabili e quello sul nucleare, perché dobbiamo affrancarci dalla dipendenza dal petrolio e dai combustibili fossili».
Risposte e minimizzazioni che non convincono il presidente della Conferenza delle Regioni e dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, che ha evidenziato che sui sul decreto sui criteri per la localizzazione degli impianti nucleari «La maggioranza delle regioni ha espresso un parere negativo. Solo 4 regioni ossia Piemonte, Lombardia, Campania e Veneto hanno espresso un parere favorevole mentre le altre hanno espresso un parere contrario».
Probabilmente il nucleare sarà un duro passaggio per questo strano federalismo che vuole imporre centralisticamente il nucleare e le sue scorie alle regioni federali e vuole far fallire per mancanza di quorum lo strumento del referendum, il più utilizzato (e senza quorum e trucchi elettorali) nei Paesi storici del federalismo che la Lega Nord porta spesso ad esempio di autogoverno: Svizzera e Stati Uniti d'America.