[04/03/2011] News
LIVORNO. La regione autonome del Xinjiang, nel nord-est della Cina, dove Pechiino è da sempre alle prese con la ribellione indipendentista, prevede di investire quest'anno 20 miliardi de yuan (3,04 miliardi di dollari) per stimolare la sua già imponente industria eolica e avvierà la costruzione della più grande centrale eolica della regione ad Hami.
La commissione locale per lo sviluppo e la riforma spiega che «L'investimento realizzerà 20 nuovi progetti eolici per 1,65 milioni di kilowatts di produzione elettrica in più nella prefettura di Hami». Il potenziale eolico di Hami è stimato in 75 milioni di kW, circa il 63% del totale dello Xinjiang. Risorse che stanno attirando numerose compagnie cinesi, che si aggiungono a quelle che già stanno sfruttando le enormi risorse minerarie della regione.
Una vera e propria invasione coloniale che è una delle cause della ribellione uigura che ogni tanto emerge con attentati e rivolte di piazza.
Anche la Xinjiang Goldwind Science and Technology Co. Ltd., il secondo produttore di turbine eolica della Cina , ha creato una filiale a Hami che ha lanciato una linea produttiva da 200 milioni di yuan, che fabbricherà il primo anno 300 turbine eoliche da 2,5 Mw e poi 800 turbine all'anno a regime.
Almeno altre 7 compagnie cinesi pensano di avviare la produzione di turbine eoliche ad Hami.
Il forte sviluppo dell'eolico nello Xinjiang è dovuto alla decisione del governo cinese di sfruttare maggiormente le energie rinnovabili per ridurre l'eccessiva dipendenza del Paese dal carbone per produrre elettricità. Nel 2015, la Cina costruirà ad Hami un impianto eolico da 10,8 milioni di kW e progetta anche di costruire altri 6 impianti eolici per un totale di 10 milioni di kW entro 2020. Le sette "fattorie del vento", compresa Hami, arriveranno a 90 milioni di kW nel 2020, il 60% del totale dell'energia eolica di tutta la Cina.