[07/03/2011] News
LIVORNO. A Murmansk, nell'estremo nord russo infettato dal nucleare ex e post sovietico, sono in attesa della "Rossita", una nave italiana costata 70 milioni di euro, progettata per trasportare tutti i tipi di container di combustibile nucleare esaurito e di scorie radioattive, che è stata stato costruito da Fincantieri,
La Rossita è stata costruita nel quadro di un accordo del 2003 sulla cooperazione bilaterale per favorire lo smantellamento della flotta nucleare sottomarina russa. Una cosa approvato nel luglio 2002, dopo il vertice del G8 di Kananaskis, in Canada, dove i leader mondiali si accordarono per una Global Partnership contro la diffusione di armi e materiali di distruzione di massa. Nell'ambito di questo partenariato , le nazioni del G8 hanno stanziato 20 milioni dollari tra il 2002 e il 2012, la metà a carico degli Usa e gli altri 10 miliardi degli altri 7 membri del gruppo, Italia compresa.
Nel 2005 ci si accorse che alle promesse non erano seguiti i fatti e della mancanza di denaro ne discusse il G-8 di Tokyo. L'Italia rinnovò il suo impegno per la Global Partnership, mettendo 360 milioni di euro nell'accordo per altri finanziamenti che aveva accettato nel 2003.
Alexei Pavlov di Bellona, l'Ong norvegese/russa che tiene d'occhio i traffici nucleari russi, spiega che «Il contratto per la Rossita, che entrerà in servizio quest'anno, è stato firmato tra il vice-direttore della corporation statale nucleare russa Rosatom, Evgenij Yevstatov, e Giovanni Battista Narbone, capo del dipartimento della gestione della politica industriale del ministero italiano dello sviluppo economico nel mese di aprile del 2008. La Rossita è stata progettato per essere un universal container transport per combustibile nucleare esaurito e a scorie radioattive di tutti i tipi, compresa la parte rimovibile di reattori nucleari a bordo dei sottomarini nucleari russi della classe Alpha. La nave è lunga 76 metri e larga 14 metri di larghezza con una capacità cargo di 1700 tonnellate, dispone di due isolated cargo con una capacità di 720 tonnellate che cono dotati di speciali sistemi di ventilazione per mantenere temperature adeguate. La Rossita è dotata di un motore diesel a due eliche ed arriva ad una velocità di 12 nodi.
Vyacheslav Rushka, direttore generale di Atomflot, i rompighiaccio nucleari dei porti russi, non ci vede nulla di eccezionale, come ha spiegato ai giornali di Murmansk: «La nave è, naturalmente, specializzata, ma non ha alcuna particolare tecnologia che non si sia già vista. Il suo sistema di navigazione è costruito secondo le norme contemporanee, per cui la nave sarà affidabile. Penso che giustifichi le nostre aspettative per gestire quei compiti che svolgevamo già prima». Ma secondo Bellona, «A giudicare dalle vie di trasporto previste, il compiti della Rossita saranno tutt'altro che facili. Tea i suoi porti di scalo ci saranno le basi navali dismesse di Gremikha Bay, Andreyeva Bay, Sayda Bay, Murmansk, Severodvinsk ed altre installazioni costiere dove il combustibile nucleare esaurito è stato rilavorato, stoccato o scaricato».
Rushka è convinto che la nave italiana dovrà svolgere diversi compiti in due installazioni specifiche: «Questo è quello di cui si è parlato a lungo, ma non hanno preso provvedimenti realistici al riguardo». Secondo i giornali di Murmansk «Prima di tutto, dovrà liberarci dai rifiuti dello stoccaggio galleggiante della nave Lepse e del suo combustibile nucleare esaurito. In secondo luogo dovrà lavorare all'Andreyeva Bay, dove è necessario scaricare il carburante dai container e inviarlo al centro di ritrattamento di Mayak. In questo senso, il Rossita sarà un vascello che garantirà il trasbordo dei carichi sulla base di nuova tecnologia super-sicura».
Alla fine del 2010, l'equipaggio di una nave dismessa da Atomflot e i marinai più esperti della Murmansk Shipping Company sono venuti in Italia per essere formati sul funzionamento del Rossita e poi hanno avviato i preparativi per la navigazione verso Murmansk.
Intanto i russi annullavano i piani (già annunciati in pompa magna da Putin) per costruire nuove navi rompighiaccio nucleari perché non c'erano più i finanziament i necessari, nonostante un decreto governativo dicesse che ne sarebbero stati costruiti altri, anche perché, secondo una direttiva del governo, senza l'impiego di rompighiaccio nucleari, l'utilizzo della via marittima del nord e la stessa presenza della Russia nell'Artico sarebbe impossibile.
Il deputato della Duma federale, Igor Chernyshenko, in una recente conferenza stampoa a Murmansk ha rivelato che «In seguito ad una mia rchiesta ufficiale Kudrin (il ministro delle finanze russo, ndr) ed Oleg (il ministro dei trasporti, ndr) e Nabiullina (il ministro dello sviluppo economico, ndr) hanno assicurato che la commissione per costruire questi rompighiaccio esiste, però non ci sono I soldi e che stanno pensando a cosa fare. Ma il tempo sta passando. Attualmente ci sono cinque navi rompighiaccio funzionanti ed entro nove anni ce ne saranno solo due. E' necessario costruire nuove navi rompighiaccio in questo nostro tempo, circa otto anni. Per costruire il nuovissimo rompighiaccio 50-Years Victory ci sono voluti 11 anni. Quindi, se facciamo investimenti per loro oggi, allora non li avremo entro il 2020. Perciò ho chiesto alla Duma dello Stato di prendere nuovi impegni per il finanziamento della costruzione di rompighiaccio nucleari come I primi per I ministeri del trasporto e delle finanze».
Insomma il regalo via G8 di Berlusconi all'amico Putin, la Rossita, per trasportare i suoi carichi di scorie nucleari dovrà fare lo slalom sia tra i ghiacci dell'Artico che tra i buchi del bilancio russo che rischiano di farli richiudere.