[07/03/2011] News
LIVORNO. Silvio Berlusconi è scatenato e ha scelto il nucleare come elemento politico di punta per distogliere l'interesse dai suoi guai giudiziari e personali che lo stanno (e ci stanno) mettendo alla berlina in tutto il momdo. Ormai telefona anche alle 'riunioni di condominio': in collegamento telefonico con una iniziativa del Pdl ad Avezzano (l'Aquila), ha detto che «Il nucleare è l'unica alternativa possibile al petrolio e al gas, oltre naturalmente alle fonti rinnovabili ma che rappresentano una percentuale minima del nostro fabbisogno. Sappiamo tutti che il falso ambientalismo ideologico della sinistra ha seminato un mare di paure e ha bloccato fino a qui in Italia tutto ciò che negli altri paesi é stato normale, e quindi termovalorizzatori, le centrali nucleari ed anche le grandi opere. Tutti i Paesi (sic!) puntano sul nucleare: la Cina ha previsto 120 centrali, l'India ne ha previste 60, la Francia ne ha realizzate 62 e produce attraverso il sistema nucleare l'85% del suo fabbisogno, il che fa costare molto meno l'energia alle aziende francesi, e questo ci disturba nella competizione che le nostre aziende hanno con loro, perché paghiamo l'energia dal 30 al 50% in più rispetto a quanto non la paghino le famiglie e le aziende francesi. Anche la Svizzera contempla 8 centrali per 8 milioni di abitanti e quindi ritengo che dobbiamo andare avanti con decisione su questo terreno».
Berlusconi esulta anche per il fatto che Umberto Veronesi, «Autorevole, competente e fuori discussione che tra l'altro era stato eletto dal Pd abbia accettato di essere presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare».
Secondo il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il nuovo proclama nucleare di Berlusconi altro non è che la spiegazione del Decreto Romani ammazza-rinnovabili: «Per il Presidente del Consiglio solo il nucleare può competere e sostituire il petrolio e il gas? Ecco chiarito il perché del duro attacco alle fonti rinnovabili sferrato con il decreto Romani. Il Governo getta la maschera e conferma, senza mezzi termini, di voler schiacciare il settore delle rinnovabili per far pagare agli italiani i costi del nucleare in bolletta. Eppure proprio il solare, l'eolico e le biomasse rappresentano lo scenario con le più importanti potenzialità di crescita e di risposta al fabbisogno energetico per l'Italia, garantendo già attualmente l'impiego a oltre 50mila persone, con la possibilità di raggiungere risultati pari a quelli tedeschi con 400mila addetti nel settore. Ma se questi sono i miopi obiettivi di questo Governo nulla potrà fermare le mobilitazioni del settore delle energie pulite e dei territori che non vogliono ospitare nuove centrali nucleari».
I senatori ecodem del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante avevano già commentato precedenti e praticamente identiche dichiarazioni del premier: «Le parole di Berlusconi dimostrano con chiarezza che le scelte compiute dal Governo contro le energie rinnovabili e l'efficienza energetica non sono delle gaffe ma un preciso disegno avventuristico messo in atto per privilegiare le lobbies delle fonti fossili e del nucleare. Se Berlusconi veramente non pensa solo alle ragazze, come dichiarato ieri dal suo grande amico Putin, ma anche all'ecologia, viene spontaneo pensare che farebbe meno danni dedicandosi solo al bunga bunga».
«Ma Berlusconi - continuano i senatori Ecodem - ha fatto male i suoi calcoli, perchè quasi nessuna regione italiana vuole una centrale sul suo territorio, comprese quelle amministrate dal centrodestra, e la grande maggioranza dei cittadini di ogni schieramento sono contrari al ritorno dell'atomo.I dati dell' Ipsos parlano chiaro: secondo le ultime rilevazioni il fronte del No arriva al 62% contro il 49% del maggio 2009 e il 35% del giugno 2008. Quello del Sì, invece, scende al 29% rispettivamente dal 51 di due anni fa e dal 43 dell' anno scorso. In altre parole, da quando si è paventato il ritorno del nucleare in Italia i favorevoli sono calati drasticamente, prendendo coscienza dei rischi e dei costi esorbitanti collegati all'energia atomica. L'attacco alle rinnovabili poi ha scatenato la legittima reazione di migliaia di aziende innovative e la preoccupazione delle banche. Con questo governo, è evidente, l'Italia va alla deriva e si avvicina al Terzo Mondo».