[08/03/2011] News
LIVORNO. Bellona, l'Ong ambientalista norvegese/russa, pubblica un lungo dossier di Andrei Ozharovsky (Rosatom plans dangerous thermal capacity increases at Russia's RBMK reactors of Chernobyl infamy) che rivela i retroscena del nuovo esperimento che viene condotto nelle centrali nucleari russe che utilizzano reattori nucleari Rbmk, del tipo di quello di Chernobyl, con lo scopo di aumentare la loro thermal power capacity, presumibilmente solo per aumentare i profitti di Rosatom.
«Ma questo - scrive Ozharovsky - contribuisce all'aumento delle emissioni di radionuclidi e ad un maggior onere per le vecchie attrezzature, con il rischio di produrre malfunzionamenti e guasti». Secondo il dossier la questione è puramente economica: «La prima legge del capitalismo è quella di far profitto. Questo può essere quello che ha dato luogo ad una idea apparentemente folle che sta ora guadagnando forza all'interno del settore nucleare russo: gestire i reattori commerciali a capacità superiori rispetto ai livelli per cui sono stati progettati. La pazzia spaventosa è che questo esperimento pericoloso dovrebbe avere una portata sufficientemente ampia da comprendere non solo i reattori tipo VVER, di cui nessuno, per fortuna, ha finora avuto un blown up, ma anche i Rbmk-1000, la serie resa infame dalla catastrofe del 1986 nella centrale nucleare (Npp) di Chernobyl, in Ucraina».
Attualmente in Russia sono ancora in funzione 11 Rbmk-1000 nelle centrali di Leningrado, Kursk (nella foto) e Smolensk, ferrivecchi sovietici che non sono stati chiusi dopo il 1986. Eppure, secondo le raccomandazioni dell' International atomic energy agenc (Iaea) la loro output capacity doveva essere diminuita. Ma dopo una serie di aggiustamenti, i reattori tipo Chernobyl vennero riportati alla potenza iniziale e poi furono richieste e concesse autorizzazioni per estendere la loro durata di vita operativa oltre i 30 anni previsti al tempo della loro costruzione. Ora addirittura, il reattore 1 della centrale nucleare di Kursk, a Kurcatov, nella regione di Kursk della Russia occidentale europea, è stato designato come sito pilota per sperimentare il rafforzamento della potenza termica in uscita da questi reattori sovietici.
Rosenergoatom, la filiale di Rosatom che si occupa della gestione delle centrali nucleari russe, potrebbe presto richiedere la licenza per aumentare la potenza termica del reattore 1 di Kursk. La richiesta verrà depositata all'autorità russa di controllo dell'industria ed al servizio federale per la supervisione ecologica, tecnologica ed atomica (Rostekhnadzor).
Bellona dice di disporre già dei documenti che verranno utilizzarti come base per chiedere la licenza e che «Dall'analisi di tali documenti si evince che è stato messo a punto un pericoloso esperimento su larga scala, che minaccia di creare rischi del tipo di quelli in cui ci ha precipitato il peggior disastro nucleare del mondo a Chernobyl. Sembra logico che, visto il che il principale obiettivo di Rosenergoatom è la produzione di energia delle centrali nucleari, massimizzare il risultato sia uno degli obiettivi desiderati. Il raggiungimento di tale obiettivo è definito in quello che viene richiesto per lo sviluppo del "Programme for increasing electric power output at generating units of nuclear power plants in operation by Concern Rosenergoatom for 2007 to 2015". Aumentare la produzione può essere fatto senza incorrere in rischi per la sicurezza di una centrale nucleare, per esempio, attraverso il rafforzamento del fattore di utilizzo della capacità degli impianti attraverso il miglioramento delle prestazioni dei loro componenti non nucleari, come i generatori e gli impianti delle turbine. Ma i capitalisti nucleare stanno optando per una soluzione più semplice, anche se più pericolosa: fare profitto aumentando la resa termica dei reattori, in altre parole, facendoli operare a maggiore capacità di carico, oltre i limiti della progettazione. E' più o meno chiaro perché gli 11 Rbmk-1000 non sono stati esclusi dal output-enhancement programme: tutti i reattori devono partecipare a questa corsa al profitto, compresi i reattori che hanno dimostrato, con l'esperienza pratica, quanto possano essere capricciosi e pericolosi».
Nel 2007 Rosenergoatom ha adottato il "Sub-programme for implementing five-percent increases in thermal output at generating units of RBMK-running nuclear power plants in operation by Concern Rosenergoatom for 2007 to 2015." Che include anche I piani per incrementare ulteriormente del 2 10% la potenza dei reattori Rbmk. La Kursk Npp è stata selezionata come impianto pilotai.
Alla fine di gennaio a Kurchatov, si è svolta un'audizione pubblica per discutere il piano operativo per aumentare la potenza del del reattore 1, ma la direzione di Kursk ha deciso di non pubblicare su internet i documenti che avevano presentato, per leggerli bisogna andare a Kurchatov. Però Ozharovsky ci è andato ed ha scoperto molte cose interessanti: i reattori della centrale funzionano già alla massima potenza, le proposte per estendere questa potenza di base sono molto dubbie e prevedono un aumento significativo degli scarichi radioattivi, mentre i livelli di sicurezza probabilmente scenderanno, «Ma, come al solito, chi si cela dietro questo esperimento è fiducioso che la tragedia di Chernobyl non si ripeterà».
Lo stesso ingegnere capo di Kursk, Alexander Uvakin, ha ammesso che il programma di aumento della capacità termica era già in pieno svolgimento, già tra il marzo e l'aprile del 2009, il reattore 1 di Kursk ha subito un "Programma globale per la graduale (phase-by-phase) elevazione della potenza termica del reattore dell'Unità 1 della centrale nucleare di Kursk del 5% sopra la nominale». I documenti semi-segreti parlano di una potenza nominale che sarebbero passati dagli attuali 4.000 MW e 4.150 MW, fino a 4.204 MW raggiunti il 4 febbraio 2010. I power output levels delle singole unità di produzione superavano frequentemente I 1.060 MW, o il 106% del valore nominale. La massima piotenza elettrica è stata raggiunta dal reattore 2, tra il 20 gennaio e il primo febbraio: 1,2010 MW, con un output pari a 1.070 MW, il 7% sopra il valore nominale.
«Il pericolo di questo esperimento è sia l'aumento emissioni di radionuclidi attraverso il sistema di ventilazione che l'aumento del peso per i componenti di reattori, come pure per le mutate modalità di funzionamento, ognuno dei quali potrebbe portare a un aumento del rischio di incidenti», sottolinea Bellona.
I documenti di Kursk dimostrano che con il reattore 1 operativo al 110% della capacità, le emissioni di radionuclidi della centrale aumenteranno, nello scenario peggiore, di 1,2 volte nei gas inerti radioattivi e di 1,5 volte nello iodio -131. Nel caso migliore, quando tutti e 4 i rettori della centrale funzioneranno al di sopra del livello precedente, le emissioni di gas radioattivo dovrebbero aumentare dell'80% e quelle di iodio radioattivo, che causa cancro alla tiroide, saranno tre volte quelle attuali. Secondo Bellona questi dati non sono credibili: troppo bassi rispetto al funzionamento dei reattori Rbmk ed ai livelli di contaminazione già presenti intorno all'impianto di Kursk e a quelli provocati dall'incidente del 1975 nella centrale nucleare di Leningrado, alla quale seguì la nascita di un numero altissimo di bambini con la sindrome di Down. Inoltre l'ambiente di Kursk è già stato compromesso dal rilascio accidentale di prodotti radioattivi e da quelle che localmente vengono chiamate "sanctioned discharges," o discariche che aumentano oltre il normale.
Il rapporto su Kurchatov, la città satellite della centrale nucleare, intitolato "On the condition of the environment and on environmental protection in the Russian Federation in 2009", preparato del mimistero per le risorse naturali e l'ecologia, dice sulla Kursk Npp: «Gli aumenti dei livelli (rispetto a alle radiazioni di fondo) e delle concentrazioni di radioattività (cesio-137), valutati come media mensile, sono stati registrati nel 2009 a Kurchatov [...] nel mese di aprile, a 42 10 alla settima [Becquerel per metro cubo] . L'aumento, rispetto ai livelli di base, di 6,5 volte, delle concentrazioni di radioattività (cesio-137), come media per anno, sono stati registrati [...] a Kurchatov, a 15 10 -7 [Becquerel per metro cubo] [...]. Inoltre, nel 2009, come negli anni precedenti, sono stati registrati diversi casi di rilevamento in atmosfera nelle città di Kursk e Kurcatov [...] di taluni prodotti di fissione e attivazione neutronica. La comparsa di tracce di questi radionuclidi nell' atmosfera di queste città è direttamente connessa al funzionamento della vicina centrale nucleare di Kursk», che è situata a circa 40 chilometri ad ovest di Kursk.
Secondo Rostekhnadzor, nel 2009, la Kursk Npp ha scaricato nell'ambiente 297,3 terabecquerels di gas inerti radioattivi, 1,32 terabecquerels di iodio-131, 0.333 terabecquerels di cobalto-60 e 50,7 megabecquerels di cesio-137. Ma Bellona sottolinea che mancano dati e che non si tratta della lista completa di radionuclidi artificiali rilasciato dalla centrale nucleare: «Per esempio, gli scarichi di trizio - idrogeno radioattivo - non sono nemmeno stati monitorati».
Uno degli esperimenti più rischiosi di Rostekhnadzor è quello sul separator drum, un dispositivo che separa dall'acqua il vapore necessario per far girare la turbina, e che potrebbe andare in tilt con un aumento della potenza del 110%, un esperimento che procede per tentativi, aggiustamenti e prototipi "non standard" applicati a vecchi reattori pre-Chernobyl.
Sembra che Rosatom proceda per tentativi ed errori, con esperimenti di potenziamento degli Rbmk che non tengono conto che questi reattori non sono in grado di resistere ad un aumento di potenza e che una goccia potrebbe far nuovamente traboccare il vaso di Pandora del nucleare.
(segue)