[09/03/2011] News

Shopper addio, prosegue la discussione "all'italiana"

LIVORNO. La discussione sull'addio agli shopper prosegue senza soluzione di continuità. Ma intanto la sostituzione dei vecchi sacchetti per la spesa in Pet con quelli biodegradabili è realtà, dato che il Tar del Lazio ha anche respinto la richiesta di Unionplast e di alcune aziende produttrici, che sollecitavano la sospensione del provvedimento

La nostra idea per cui con questa iniziativa si sarebbe tornati alla vecchia e cara sporta senza un cambio "uno contro uno" sacchetti di plastica vs sacchetti biodegradabili appare, alla luce della discussione stessa, quasi fuori moda, ma noi la riteniamo ancora la soluzione migliore. Come ci pare una situazione tutta all'italiana quella che ha visto perdere un sacco di tempo da parte delle imprese nella ricerca di sostituti diversi dai biopolimeri, in onore al mercato, sperando nelle consuetudine della proroga della proroga.

Lo spaccato di questa situazione che, ripetiamo, riflette una consuetudine molto presente nel nostro paese, arriva dal resoconto del convegno che ha promosso il Consorzio PolieCo "La normativa sugli shoppers è cambiata. Raccontiamoci come".

Oltre 100 partecipanti, di cui almeno 50 in rappresentanza di aziende produttrici di shoppers (numerose anche le adesioni da parte del comparto del riciclo e della trasformazione) hanno risposto all'invito del PolieCo presso la sala delle conferenze di Piazza Montecitorio, in Roma; senza contare gli importanti contributi accademici dal mondo della giurisprudenza e il supporto tecnico-culturale di Assorimap, Legambiente, ed importanti rappresentanti della grande distribuzione commerciale (Coop Italia e Gruppo Despar, Conad e Federdistribuzione) e dell'azienda municipalizzata per i servizi ambientali della capitale, AMA. Fra i partecipanti si sono segnalate anche le presenze di Coldiretti, Confcooperative, CNA, Confartigianato e WWF.

«Quello di oggi vuole essere un momento di confronto senza censure e senza paura di sviscerare l'argomento dai tanti punti di vista dei numerosi portatori di interesse coinvolti nella filiera degli shoppers - ha dichiarato in apertura Enrico Bobbio, presidente del Consorzio PolieCo - a partire dalle sollecitazioni di una norma che forse è stata sottovalutata sin dalla sua introduzione nella Legge Finanziaria 2007, proprio dal settore delle imprese, abituate ad un modus operandi tutto italiano improntato alla proroga e alla deroga».

«Proprio due anni fa abbiamo promosso un primo convegno, qui a Roma, sulle bioplastiche ed il loro utilizzo industriale in vista del bando che poi si è verificato - ha proseguito il presidente Bobbio - come in quell'occasione, voglio ribadire che il nostro comparto industriale non si pone contro i biopolimeri tout court, ma non può non richiedere una regolamentazione chiara circa il loro utilizzo e il loro riciclo».

Ermete Realacci, ambientalista storico e ora deputato, nell'ascoltare il cahier de doleance presentato dalle aziende di riciclo del polietilene ha dichiarato che: «Il fine della norma era quello di promuovere nel Paese un impulso affinché il comparto della petrolchimica potesse rivedere il proprio operato in termini di eccellenza, onde costruire una partita che avrebbe allargato le possibilità economiche dell'industria italiana attraverso filiere ecocompatibili».

«Purtroppo - ha rimarcato Realacci - si è perso del tempo e si sono persi gli obiettivi principali, non attrezzandosi per tempo e non affrontando subito i punti critici, ovvero: il reperimento della materia prima, le difficoltà tecnico-impiantistiche, l'integrazione fra le norme nazionali e quelle europee, il problema delle scorte».

A sottolineare le differenze fra shoppers in polietilene, shoppers prodotti con biopolimeri e shoppers contenenti additivi che ne favoriscono la biodegradabilità, è stata Loredana Musumeci dell'Istituto Superiore della Sanità, la quale si è soffermata soprattutto sui requisiti chimici e gli standard di produzione dei biopolimeri affinché questi possano effettivamente fregiarsi della caratteristica di biodegradabilità e compostabilità.

Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente, ha ricordato il forte sostegno che da sempre l'associazione ambientalista ha posto nel favorire il mercato dei biopolimeri, e ha sottolineato che: «non è mai stata nostra intenzione pensare ad una sostituzione uno ad uno, né che tali dinamiche dovessero verificarsi senza la ricerca di un dialogo costruttivo con le imprese produttrici di film in polimeri tradizionali».

Ad illustrare le difficoltà delle imprese di riciclo, dopo gli interventi e i case history presentati dal rappresentante di Color Tec, Salvatore Paolillo e di Cereplast, Wolfgang Eckey, è stato, Corrado Dentis, Presidente di Assorimap, dichiaratosi apertamente contrario alla messa al bando dei sacchi per trasporto merci non biodegradabili e fortemente propenso ad una azione di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni competenti, al fine di ridefinire, nel quadro economico attuale, i percorsi dei materiali in ragione degli effetti economici, sociali e culturali del problema.

Maurizio Zucchi, direttore qualità COOP Italia e Luigi Borrelli, category manager prodotti a marchio - Despar Servizi, hanno raccontato l'esperienza dei relativi marchi nel periodo precedente al bando per promuovere l'educazione e la sensibilizzazione dei consumatori nei confronti dei nuovi sacchi per asporto merci; mentre Massimo Centemero, direttore tecnico del Consorzio italiano compostatori, si è soffermato sulle difficoltà degli operatori del settore di fronte agli ingenti quantitativi di imballaggi plastici che continuano ad inquinare la frazione organica da destinare al compostaggio, ingenerando un aggravio dei costi per lo smaltimento in discarica dei detti quantitativi.

«Le questioni sono ancora molto aperte - ha dichiarato infine il presidente PolieCo, Enrico Bobbio - a partire dalle ambiguità circa la definizione di sacco per asporto merci, alla mancanza di norme tecniche chiare. Come Consorzio - ha concluso - possiamo garantire che continueremo a lavorare per il benessere ed il futuro delle aziende consorziate».

In attesa di sapere se questi nuovi shoppers saranno da considerare imballaggi e se dovranno pertanto pagare il contributo Conai oppure no, noi aggiungiamo solo una postilla: i nuovi sacchetti biodegradabili, basta sentire quello che pensano i consumatori, hanno alcune caratteristiche assai migliorabili quali la resistenza e l'odore. Restando sempre della nostra idea che tutto si supera con la sporta di stoffa o di altro materiale ma comunque riutilizzabile, non sarebbe utile fare ricerca per migliorare questi aspetti? O magari per trovare altri biopolimeri utili allo scopo? E magari dare una mano alle aziende che producono gli shoppers usando il polietilene, che deriva da materiale riciclato, per trovare altri prodotti su cui utilizzare questo materiale stesso?

 

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