[11/03/2011] News
FAVIGNANA (Trapani). Ogni giorno nel mare delle Egadi, dove c'è una delle più grandi aree marine protette istituite in Europa, «Si compie il più grande paradosso d'Europa, la pesca illegale di tipo a strascico perpetrata da parte di non meglio identificate paranze che provengono presumibilmente dalla terra ferma, in quanto nel distretto pesca delle Egadi non esistono imbarcazioni che svolgono tale tipologia di pesca».
A denunciarlo e il neonato, ma già molto combattivo, circolo di Legambiente delle Egadi. «Guardiamo in faccia la realtà - dicono gli a ambientalisti a Favignana - tutti lo sanno e dico tutti, sanno di questo tipo di attività nel mare antistante le Egadi, anzi alle volte a poco meno di cinquanta metri dalla costa, ove il fondale lo permette e in pieno giorno, ci sono attività illegali di questo genere. Sappiamo di un pescatore, che la scorsa estate è stato direttamente coinvolto in un tentativo di speronamento e poi inseguimento da parte di una di queste imbarcazioni, solo perché avvicinatosi, per fare delle fotografie con il suo sgangherato cellulare, ad una paranza che strascicava a non più di trenta metri dalla costa, in località Punta Sottile. Si sanno le giornate in cui escono e i luoghi in cui vanno, sono ovviamente pochi, ma questi pochi riescono a mettere in cattiva luce tutta la categoria della pesca. Noi tutti sappiamo benissimo che danni creino queste attività, primo di tutti il depauperamento del fondale, ove, per sentito dire da alcuni pescatori locali, lo strascico intensivo è riuscito a distruggere intere praterie di preziosa posidonia, hanno distrutto le nostre foreste!!! Secondo, creano un danno non indifferente al piccolo comparto della pesca locale, essendo vittime inermi di questi predoni del mare, più grossi e cattivi, tanto che spesso e volentieri noi sub veniamo coinvolti in battute di pesca alla rete. Difatti per ripicca o perché le reti sono state posizionate in zone di loro pertinenza, gli vengono tagliate le boe di segnalazione, intervenendo noi per recuperare il loro capitale, le reti, in fondo al mare. Terzo, diminuisce l'efficacia che dovrebbe apportare una area di tutela ambientale marina, quale l'aumento degli stock di pesce, la tutela della biodiversità e la tutela delle attività artigianali locali. Di questo passo tra qualche anno non ci saranno più pescatori nelle nostre Egadi, perché non ci sarà più lavoro per tutti».
Secondo Legambiente Egadi «Le autorità preposte, la Regione, la Provincia di Trapani e le forze dell'ordine tutte, non possono continuare a tollerare una situazione di grave e perdurante illegalità, lasciando isolata l'Amp Isole Egadi che già molto sta tentando di fare su questo fronte. Situazione che, oltre ad essere condannata dalla opinione pubblica, pone a rischio la parte sana della categoria, il quale dovrebbe garantire che chi viola le regole venga escluso dalle attività di pesca. Le Egadi rappresentano un importante banco di prova per la strategia da adottare, alla vigilia del processo di revisione della politica comune della pesca, quindi è giunto il momento di non ripetere gli errori già commessi, oggi non ci sono solo gli strumenti per bloccare la pesca illegale, c'è pure l'esperienza del passato. Solo attraverso una azione decisa si potrà eradicare il fenomeno dello strascico illegale, dimostrare all'opinione pubblica e agli operatori un impegno concreto. Il ripristino della legalità nella pesca non solo è una condizione indispensabile per il recupero degli ecosistemi marini ma anche un elemento imprescindibile per lo sviluppo di una pesca realmente sostenibile».