[14/03/2011] News

Dopo lo tsunami: si può ancora esportare il rischio nucleare nei Paesi in via di sviluppo?

LIVORNO. Secondo Legambiente «Quello di Fukushima è stato il terzo incidente più grave avvenuto in una centrale atomica nella storia. E non è finita. La situazione continua ad essere grave e l'allarme non accenna a scendere per i rischi di nuove esplosioni negli altri reattori e perché ancora non si è in grado di capire se nel nocciolo dei due reattori più colpiti si sia avviata la pericolosissima fase di fusione».

Gli incidenti nucleari vengono "misurati" con la International nuclear and radiological event scale, la scala Ines creata nel 1989 dall'International atomic energy agency e dall'Agenzia per l'energia nucleare dell'Ocse, che classifica gli incidenti nucleari e radiologici. L'Ines ha per gli  eventi 7 livelli: quelli da 1 a 3 vengono definiti come guasti, quelli da 4 a 7sono classificati come incidenti. Il livello 1 indica un'anomalia, mentre il 2 e il 3 sono utilizzati per i guasti semplici e quelli gravi. Il livello 4, come quello dichiarato a  Fukushima e in altre 2 centrali giapponesi è (o forse già era) un incidente con conseguenze locali, mentre il 5 indica un incidente con conseguenze più estese. Il 6 e il 7 indicano incidenti gravi e molto gravi.

L'esplosione della centrale di Fukushima sarebbe meno grave solo del più grande disastro della storia del nucleare civile, Cernobyl in Ucraina nel 1986, di livello 7 e del famosissimo incidente di livello 5 della centrale di Three Mile Island, che segnò la pericolosità del nucleare Usa, dove avvenne la fusione del nocciolo, al quale viene paragonata per pericolosità la situazione giapponese.

Gli altri incidenti più gravi non riguardano direttamente impianti che producono energia elettrica dal nucleare: uno è quello di livello 6 accaduto nel 1957 a Kyshtym in Unione Sovietica in un impianto per la fabbricazione di ordigni nucleari; un altro è quello del 1957 di livello 4 nel 1999 a Tokaimura, in Giappone, in  un impianto per la produzione delle barre di combustibile per le centrali nucleari.

Nelle centrali nucleari si contano ogni anno centinaia di guasti di guasti e probabilmente in Paesi come Cina, Russia ed India e Pakistan molti non vengono dichiarati. Lo stesso Giappone e la stessa Tepco che gestisce  Fukushima hanno falsato e tenuti segreti dati sulla sicurezza degli impianti nucleari. Il progressivo invecchiamento delle centrali nucleari, con il prolungamento della loro vita oltre i limiti fissati al momento della progettazione, sta probabilmente aumentando i rischi di guasti e di incidenti gravi, come hanno evidenziato le migliaia di persone che hanno manifestato in Germania contro la legge pro-nucleare della Merkel.

Un ulteriore fattore di rischio è la paventata costruzione di nuovi impianti nucleari in Paesi a forte rischio sismico e/o di tsunami come il Giappone (Iran, Cile, Indonesia, India, Filippine, Vietnam, Paesi arabi, Turchia, Italia, Malaysia...) tutti Paesi che non hanno né il livello tecnologico, né la capacità di rispondere ai terremoti dell'ipertecnologico Giappone che è stato messo in ginocchio dallo tsunami e dall'emergenza nucleare. Davanti alle immagini che arrivano dal Giappone, con le navi portate a Km dalla costa o interi quartieri polverizzati e trasformati in detriti galleggianti, sembra ancora più pericoloso il folle il proposito della Russia di diffondere il cosiddetto nucleare galleggiante lungo le coste dei Paesi in via di sviluppo ed è inquietante che il primo "prototipo" di nave nucleare sia destinato proprio alle coste del Pacifico, di fronte al Giappone ed all'epicentro del terremoto. Un evento di minore entità di quello del sisma/tsunami giapponese probabilmente trasformerebbe la "nave" nucleare in una bomba atomica trasportata dalle onde.

Ecco i peggiori incidenti nucleari conosciuti fino ad oggi 

Scala Ines 7

26 aprile 1986 - Centrale di Cernobyl (Ucraina). L'incidente nucleare in assoluto più grave di cui si abbia notizia. Il surriscaldamento del nucleo del reattore provoca la sua fusione e l'esplosione del vapore radioattivo, che sotto forma di una nube pari a un miliardo di miliardi di Bequerel si disperde nell'aria. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto nella vicina Bielorussia, sono costrette a lasciare i territori contaminati. L'intera Europa viene esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumenta il rischio di contrarre tumori e leucemia. Non esistono ancora oggi dati definitivi sui decessi ricollegabili alla tragedia.

Scala Ines 6. Settembre 1957 - Kyshtym (Unione Sovietica). In una fabbrica di armi nucleari negli Urali, una cisterna contenente scorie radioattive prende fuoco ed esplode, contaminando migliaia di chilometri quadrati di terreno con una nube di 20 milioni di curie. Il rilascio esterno di radioattività avviene a seguito di un malfunzionamento del sistema di refrigerazione di una vasca di immagazzinamento di prodotti di fissione ad alta attività. Vengono esposte alle radiazioni circa 270mila persone. Si stimano per le conseguenze dell'incidente oltre 100 morti.

Scala Ines 5. 28 marzo 1979 - Three Mile Island (Harrisburgh, Usa). Il surriscaldamento di un reattore, a seguito della rottura di una pompa nell'impianto di raffreddamento, provoca la parziale fusione del nucleo rilasciando nell'atmosfera gas radioattivi pari a 15mila terabequerel (TBq). Vengono evacuate 3.500 persone.

7 ottobre 1957 - Sellafield (Gran Bretagna). Nel complesso nucleare di Windscale in Gran Bretagna, dove si produce plutonio per scopi militari, un incendio nel nocciolo di un reattore a gas-grafite (GCR) genera una nube radioattiva imponente. I principali materiali rilasciati sono gli isotopi radioattivi di xenon, iodio, cesio e polonio. La nube attraversa l'Europa intera. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato

Scala Ines 4. 30 settembre 1999 - Tokaimura (Giappone). Un incidente in una fabbrica di combustibile nucleare attiva una reazione a catena incontrollata. Viene accertato che si tratta di un errore umano: due operai hanno trattato materiali radioattivi in contenitori non idonei. Tre persone muoiono all'istante, mentre altre 439, di cui 119 in modo grave, vengono esposte alle radiazioni. Vengono ricoverati in 600 ed evacuati 320mila abitanti della zona.    

 

Torna all'archivio