[14/03/2011] News
LIVORNO. Il governo dell'ape maya, come i tedeschi chiamano il governo giallo-nero liberal-democristiano di Angela Merkel, aveva deciso tra le proteste generali di prolungare la vita delle vecchie centrali nucleari tedesche, ora, sull'onda dello tsunami giapponese, la Merkel dimostra molta più elasticità dei nostri entusiasti neofiti del nucleare ed ha deciso che le centrali atomiche più vecchie chiuderanno subito. I due siti sacrificati alle proteste crescenti, che solo nei giorni scorsi hanno nuovamente portato in piazza in Germania decine di migliaia di persone sono in Assia e nel Baden-Wuettemberg. La Germania ha inoltre previsto di sospendere per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita di 17 centrali nucleari. La risacca del disastro nucleare di Fukushima sembra arrivata a Berlino, e anche alla Svizzera che ha deciso di sospendere le procedure per le nuove centrali già approvate, ma non ancora a Roma: il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo sembra aver preso la testa dei testardi: «Il Programma italiano non cambia - ha detto oggi nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, a margine del Consiglio dei ministri che ha affrontato anche la catastrofe giapponese - la linea italiana sul nucleare non cambia. Nessuna sottovalutazione, non va comunque creato neppure un allarmismo rispetto a una situazione eccezionale, una calamità che è stata definita un'apocalisse in un Paese ad altissimo rischio sismico». Poi ha tirato fuori il suo ultimo cavalluccio di battaglia: «Lo sciacallaggio politico a fini domestici e la macabra speculazione», che secondo lei sarebbe stata messa in atto in Italia dagli anti-nuclearisti. Chissà se tra gli sciacalli allarmisti c'è anche il governo di Tokyo che disperato ha chiesto aiuto all'International atomic energy agency diretta dal giapponese Yukiya Amano?
Quella che sembra una ignominiosa ritirata strategica del governo di centro-destra tedesco non basta però a Greenpeace Deutschland: «Il Cancelliere Angela Merkel ha annunciato che a causa del disastro in Giappone, le centrali nucleari tedesche dovranno controllare la loro sicurezza. Solo pochi mesi fa ha spinto per estenderne il termine, anche se le carenze die vecchi reattori erano ben conosciute anche prima - dice l'esperto di nucleare di Greenpeace Tom Riedl - I controlli di sicurezza sono stati scorretti, ma non solo oggi! Il governo Merkel aggiorna i tempi in corsa, dopo aver prorogato i reattori atomici per altri 8 anni, nonostante i problemi di sicurezza siano noti.
Ogni revisione completa delle norme di sicurezza degli impianti nucleari tedeschi non può che portare ad un risultato: i reattori più pericoloso e non solo i reattori più vecchi, come Krümmel, Biblis A o Neckarwestheim 1 devono essere immediatamente scollegati dalla rete. L'incidente in Giappone dimostra che l'energia nucleare non è gestibile in nessun luogo. In Germania, un incidente grave potrebbe accadere in qualsiasi momento, basta solo che degli eventi negativi si uniscano». Greenpeace Deutschland chiede al governo Merkel maggiori informazioni e dice che «E' ora di ripensare e l'estensione della vita per le centrali nucleari tedesche, per correggere un grave errore del suo mandato».
Bisognerà vedere cosa ne penseranno i pasdaran del nucleare del partito liberale e della Csu, la conservatrice destra democristianatedesca.
Duro il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: «Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo a questo punto deve dimettersi. Le sue dichiarazioni sul nucleare sono dichiarazioni irresponsabili e sono state superate persino dalle decisioni di Governi europei conservatori. La Germania ha deciso di fermare alcune centrali. La Svizzera ha fermato il programma per l'ammodernamento delle centrali e avviato verifiche sulla sicurezza. In questo quadro il ministro dell'Ambiente italiano non ha di meglio da dire che bisogna continuare con la costruzione delle centrali?. L'unica cosa responsabile che il governo italiano può fare è fermare questa follia atomica che è un'ipoteca sul futuro dell'Italia - continua il leader del 'Sole che ride' -. Il governo, che ancora oggi con i suoi ministri e discutibili personaggi in conflitto d'interessi con la costruzione delle centrali parla di sicurezza, ha deciso di andare avanti con il programma atomico in un territorio, quello italiano, in gran parte sismico e dove ci sono oltre 500 mila frane».
«Il governo italiano segua l'esempio di Angela Merkel che, di fronte alla immane tragedia del Giappone ed alla drammatica situazione delle centrali, ha deciso una moratoria sul nucleare. Una decisione saggia, di fronte purtroppo alla drammatica conferma dei rischi collegati alla tecnologia
nucleare; una tecnologia che in ogni caso, per motivazioni economiche oltre che ambientali, non serve all'Italia»: questo il commento di Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti Democratici sulla decisione del governo tedesco.
Intanto Greenpeace International svela i segreti della Tepco: «Nata nel 1951, la Tokyo Electric Power Corporation (Tepco) è uno dei Godzilla nucleari del mondo dell'energia, poco più piccolo di E.On, EdF e Rwe. Come tutti i mostri nucleari, la storia di Tepco è piuttosto orrenda. Nel 2002 si è saputo che Teopco ha falsificato per oltre venti anni i dati sulle violazioni alle disposizioni sulla sicurezza nei suoi reattori, con decine di resoconti truccati presentati alle autorità di controllo».
Greenpeace presenta in un documento una breve cronologia dei fatti più recenti (gli ultimi dieci anni) che il godzilla del nucleare giapponese ha provato a nasciondere:
2000. Un reattore della centrale di Fukushima - quella colpita dal terremoto dell'11 marzo - viene spento. Altri incidenti, con perdita di radioattività, erano stati già registrati nel 1994 e 1997.
2002. Sempre a Fukushima vengono individuate fessurazioni nell'impianto di raffreddamento.
2004. Secondo Der Spiegel, nell'agosto 2004 (il giorno del 59mo anniversario dell'esplosione atomica su
Nagasaki), quattro operai muoiono per una fuga di vapore surriscaldato nella centrale di Mihama.
2006. Ancora Fukushima: viene registrata una fuga di vapore radioattivo.
2007. Un terremoto meno violento di quello dei giorni scorsi danneggia gravemente l'impianto nucleare di
Kashiwazaki-Kariwa (sempre della TEPCO, il maggiore al mondo come capacità produttiva); l'impianto è
composto da sette reattori in teoria a prova di terremoto (almeno, questo era quello che millantava Tepco nella sua pubblicità). Invece, 1135 litri di acqua radioattiva finiscono nel Mar del Giappone durante il terremoto. In seguito, si scopre che la faglia responsabile del terremoto del 2007 non è mai stata "ufficialmente" identificata dagli approfonditi studi sulla geologia del sito di Kashiwazaki-Kariwa: infatti, la
centrale è stata costruita proprio sopra la faglia!
2008. A Fukushima, un terremoto provoca la fuoriuscita di acqua da una piscina in cui erano stoccate barre di combustibile nucleare esausto.
2009-2011. La storia degli incidenti a Kashiwazaki-Kariwa continua. Nel 2009, quattro persone vengono ferite per un incidente nell'impianto. Nel 2010, a tre anni di distanza dal terremoto, dopo numerosi interventi per aumentare al sicurezza e dopo ben undici incendi, solo due reattori erano stati riattivati. Al momento del terremoto (11 marzo 2011) tre reattori erano ancora chiusi.
Nonostante questi spettacolari fallimenti, Tepco adesso vuole generare altri quattro piccoli mostriciattoli: due reattori nell'impianto di Fukushima Daiichi (quello che ha generato l'allarme nucleare dei giorni scorsi) e due in quello di Higashidori. La costruzione è stata rinviata di un anno per nuove valutazioni sulla resistenza ai terremoti (e, si spera, anche agli tsunami...). Ma, come abbiamo visto, il grado di attendibilità dell'azienda è molto scarso in materia.
Intanto, il quadro della centrale di Fukushima che emerge - anche da questa cronologia - è di un impianto pieno di acciacchi, tanto che secondo il database del Centro di ricerche "Nuclear Training Centre" (Icjt) in Slovenia, l'unità n.1 di Fukushima (quella esplosa il 12 marzo) doveva essere chiusa entro la fine del mese di marzo dopo quarant'anni di attività e i numerosi problemi evidenziati.