[14/09/2009] News toscana
FIRENZE. Il Monte dei Paschi ha da poco aperto la prima filiale di banca "ecologica". La sede, situata presso Castelnuovo Berardenga (Si), è caratterizzata da vari accorgimenti strutturali (luce, acqua, materiali da costruzione, calore e condizionamento, quest'ultimo a pompa geotermica) che hanno permesso un «risparmio energetico del 30% rispetto ad una struttura "tradizionale" e (una) forte riduzione nell'immissione di CO2 (6750 kg in meno rispetto ad un impianto usuale)». Al di là della (meritoria) apertura della sede di Castelnuovo, appare interessante approfondire però se e come il gruppo Mps stia attuando pratiche inerenti alla sostenibilità nella sua attività bancaria e finanziaria, e in particolare se sono in atto (o se sono previste) iniziative finalizzate a vincolare l'elargizione delle risorse (o lo stanziamento dei fondi di garanzia) a investimenti nella green-economy o comunque nell'innovazione sia di processo che di prodotto.
Per una migliore comprensione abbiamo contattato il gruppo Mps, che ha risposto solertemente alle nostre domande ma che ha preferito farlo in maniera "impersonale".
Quale il contributo che in questa fase, a parte la realizzazione della nuova filiale di Castelnuovo, il gruppo Mps sta dando al cammino verso la sostenibilità?
«In questo momento il gruppo sta dando sostegno al sistema produttivo italiano con vari interventi, finalizzati non solo ad arginare le difficoltà di questa fase critica, ma anche per investire in ambiente, sicurezza, energie rinnovabili e risparmio energetico».
Nell'ambito delle attività di elargizione di prestiti o stanziamento di fondi di garanzia, sono presenti delle clausole "di indirizzo", cioè che vincolano il loro utilizzo all'attivazione di iniziative inerenti alla sostenibilità e/o comunque all'innovazione di processo o di prodotto?
«Non in modo così stringente, cioè non ci sono vincoli di questo tipo. Ma le valutazioni sull'affidabilità dell'azienda si compongono sia di una parte quantitativa (bilanci, indici finanziari) sia di una qualitativa: quest'ultima comprende un giudizio sulla capacità dell'azienda di gravare il meno possibile sui processi ambientali».
Più specificatamente?
«Vengono valutati il rischio ambientale dei processi attuati dall'impresa, la dimensione dell'intervento e la presenza di certificazioni ambientali. Anche per le grandi aziende, con più di 500 milioni di fatturato, c'è una procedura specifica di valutazione, e in generale tutte le operazioni che passano per la consociata Mps Capital service prevedono una valutazione ambientale».
Riguardo al sostegno agli investimenti in energie rinnovabili?
«Su questo c'è un'offerta specifica ("Welcome Energy"), che comprende prodotti e servizi differenziati: project financing, finanziamenti alle pmi, leasing, sostegni a breve e medio termine. E' un'offerta molto variegata, e cambia in funzione sia della controparte sia della tecnologia che si va a finanziare: comunque il piano di ammortamento è regolato sui finanziamenti statali disponibili per le varie iniziative».
Di che numeri stiamo parlando, a questo riguardo (e in questa fase di crisi)?
«Nel 2008 le operazioni riguardanti le energie rinnovabili sono state 546, per un totale di 320 milioni di euro: si tratta quindi del 2% dell'erogato totale del gruppo. In questo dato sono contenuti i leasing, i finanziamenti a lungo e breve termine, i prestiti al consumo».
Sono in cantiere altre iniziative in questa direzione?
«E' questa una linea su cui il gruppo Mps sta investendo molto, e lo dimostra il fatto che recentemente (4 settembre, nda) il titolo è stato inserito nell'indice Dow Jones Sustainability Index World (Djsi): l'indice ha un senso legato soprattutto alla responsabilità sociale dell'impresa, ma investe comunque sia la componente di sostenibilità economica, sia sociale, sia ambientale».