[15/09/2009] News

Grandi opere, comici e commissari (stra)ordinari

La nomina di commissari per le grandi opere pubbliche da parte del governo ,  prevista dalla Legge 2/2009 di conversione del decreto legge 185 (decreto anticrisi) , è andata in porto con l'individuazione di 10 grandi progetti infrastrutturali cui dare una priorità e per i quali  sono stati assegnati altrettanti responsabili per la velocizzazione delle pratiche e lo snellimento delle procedure.

Tra le 10 grandi opere individuate c'è anche l'autostrada Livorno -Civitavecchia per cui è stato nominato commissario Antonio Bargone, attuale presidente della società concessionaria Sat.

L'attività che dovranno svolgere questi emissari del governo non sarà con poteri straordinari, ma si tratterà essenzialmente di svolgere un'azione di «coordinamento, monitoraggio, impulso» nei confronti delle amministrazioni competenti. E di segnalare poi al governo eventuali inerzie sulle quali intervenire.  Raramente sembra che potranno scattare poteri sostitutivi, previsti solo in caso di blocco delle attività. Parla infatti di «poteri sostitutivi soft» il neo commissario Bargone che, a domanda del giornalista del sole 24 ore, nega che la sua nomina per la realizzazione dell'autostrada  Livorno-Civitavecchia possa suscitare qualche conflitto d'interesse, che invece sembrerebbe poter essere sollevato.

Lo abbiamo chiesto ad Anna Donati, attualmente direttore generale dell'Agenzia campana per la mobilità sostenibile e già presidente della Commissione trasporti al Senato nel governo Prodi.

Cosa ne pensa di questi commissariamenti?
«Penso che un provvedimento che istituisce commissari straordinari per velocizzare le grandi opere parte dal presupposto che le società che propongono i progetti evidentemente non funzionano, perché il ruolo di coordinamento spetterebbe a loro. L'altra considerazione che emerge è che la legge Obiettivo con tutti i suoi criteri semplificatori non ha funzionato e dimostra il fallimento di una procedura che abbiamo sempre contestato, ovvero escludere le istituzioni locali dalle scelte rende complessa la realizzazione di un progetto. Senza il consenso degli enti locali, che vanno certo sostenuti e pungolati, non si possono fare grandi opere».

Riguardo ad un possibile conflitto d'interessi nel doppio ruolo di Bargone cosa ne pensa?
«Andrebbe letto il decreto per capire quali sono effettivamente i ruoli che gli vengono affidati ma a quanto si legge dalla stampa, più che un conflitto d'interessi la vicenda assume caratteri comici, perché Bargone dovrà coordinare e stimolare la società di cui è presidente. Certo è preoccupante che gli vengano attribuiti poteri che nei fatti già ha e se ci fosse la possibilità in futuro che assuma un vero potere sostitutivo, allora ci sarebbe un grave conflitto d'interessi. Mi verrebbe da chiedere se c'è uno stipendio aggiuntivo per questo ruolo di commissario, perché allora percepirebbe un doppio stipendio per fare lo stesso lavoro. Ma appunto forse il decreto chiarisce che così non è e che lo Stato non debba mettere risorse proprie».

I poteri straordinari vengono invece dati a Pietro Ciucci per il ponte sullo stretto, in questo caso c'è conflitto d'interessi?
«In questo caso assolutamente sì e la cosa è molto grave. Perché Ciucci è già amministratore delegato di Anas e presidente della Società Stretto di Messina, di cui Anas è in parte proprietaria, quindi già aveva questo doppio ruolo. Adesso se come sta scritto sui giornali gli vengono dati anche poteri straordinari significa che  l'evidente obiettivo è di bypassare il Cipe. Quindi si pone il problema molto serio di chi vigila sull'attività del progetto ponte, perché se questa attività viene sottratta al Cipe, attraverso i poteri straordinari del commissario, verrà a mancare il controllo collegiale esercitato da questo organismo esercitato anche sulla spesa».

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