[15/09/2009] News
FIRENZE. Non facciamoci ingannare dagli spot pubblicitari (i migliori sono appunto quelle del settore auto) dove in montagne incontaminate si vedono sfrecciare auto ad impatto zero. Ancora oggi il trasporto su gomma contribuisce al 19% del totale della CO2 emessa in Europa e rispetto al 1990 (anno di riferimento per la riduzione di emissioni prevista dal protocollo di Kyoto), le emissioni provenienti da questo settore sono aumentate del 28%.
Però il comparto auto ci prova: qualche produttore forse anche perché ci crede ma soprattutto perché conviene e le normative più restrittive del resto non permettono altra strada. Nel 2008 i produttori europei dell'auto hanno ridotto le emissioni di CO2 dei modelli complessivamente venduti sul mercato del 3,3%, portando la media di settore a 153,5 gCO2/km.
Si tratta di un bel passo avanti rispetto agli anni precedenti, secondo il rapporto "Reducing CO2 emissions from new Cars: a study of major car manufacturers" pubblicato oggi da Transport and Environment (T&E) di cui Amici della Terra e Legambiente sono partner italiani. Tra l'altro alcune case automobilistiche hanno raggiunto importanti risultati in linea con quanto previsto dalla recente direttiva comunitaria, che ha fissato nuovi obiettivi settoriali al 2015 (130 gCO2/km) e al 2020 (95 g).
«Sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga, ha sottolineato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani - i dati confermano come la riduzione delle emissioni di CO2 sia un obiettivo comune delle case automobilistiche europee, grazie al nuovo regolamento. Ma non bisogna dimenticare l'influenza che in questo settore hanno avuto l'aumento del prezzo del petrolio tra 2007 e 2008, e la crisi finanziaria, che hanno spinto verso l'economicità e l'efficienza. Direzione già intrapresa da Fiat e PSA Peugeot, rispettivamente al primo e secondo posto nella classifica, che dimostrano come combinando la performance ambientale e la spinta innovativa, sia possibile vincere la doppia sfida: climatica ed economica» ha concluso Ciafani.
In effetti al primo posto della classifica dei produttori, in base ai risultati del rapporto di T&E c'è il gruppo Fiat (138 grammi per chilometro) e al secondo posto troviamo PSA Peugeot-Citroen (139 g/km), gruppi automobilistici che hanno rispettato l'obiettivo dell'accordo volontario del 1998 (140 g/km entro il 2008). In notevole miglioramento nell'ultimo anno anche le prestazioni di BMW (-10,2%, ora a 154 g), di Mazda (-8,2%, 158 g) e Hyundai (-7,6%, 161 g), che rimangono però su valori ancora elevati di emissioni. Meno buoni i risultati dei produttori di fascia media, con miglioramento limitato a circa il 2% (Toyota, Honda, GM).
Lo studio poi si sofferma anche sulla classifica degli Stati in base all'efficienza media delle auto vendute: mentre il Portogallo si conferma nel 2008 al primo posto con un'emissione media dal nuovo parco macchine di 138 gCO2/km ed un miglioramento del 4,1% rispetto all'anno precedente, l'Italia (145 g, - 1,2%) perde il secondo posto, sopravanzata dall'ottima prestazione della Francia (140 g, - 6,2%).
«Questi dati testimoniano gli enormi spazi di riduzione delle inefficienze in Europa e la corresponsabilità degli Stati nel ridurle- ha dichiarato Massimiliano Bienati, responsabile degli Amici della Terra Italia per la campagna sull'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto- Occorre una politica complessiva dei trasporti (indirizzata principalmente verso il trasporto collettivo su ferro ndr) e dell'ambiente, fatta di strumenti regolatori ed economici, qualità dell'offerta e maggior cura nella comunicazione con il consumatore. Occorre modificare l'attuale etichetta, che ora informa poco, per dare un chiaro segnale ai consumatori di quanto andranno a consumare, quanto spenderanno e quanto danno arrecheranno alla collettività e all'ambiente con le loro scelte di acquisto: forse in questo modo si riuscirà a indirizzare i cittadini verso una maggiore sobrietà, verso le loro stesse convenienze» ha concluso Bienati.