[26/10/2009] News toscana
LIVORNO. Forse non sarà il massimo dal punto di vista olfattivo, ma tra i nuovi lavori potremmo annoverare fra gli altri anche gli ‘annusatori', operatori in carne ed ossa che in provincia di Arezzo sono stati assoldati dalle società Csai SpA e TB SpA a seguito di una serie di segnalazioni di disagio, provenienti da alcuni cittadini, che lamentavano odori non gradevoli provenienti dagli impianti di compostaggio e dalla discarica.
Gli annusatori umani, che ogni giorno da qualche mese dedicano parte delle loro ore di lavoro (hanno ovviamente anche altre mansioni) a fiutare la puzza, hanno fra l'altro proprio il compito di tentare di individuare la vera fonte dell'odore, visto che in diversi casi è stata appurata una fonte emettitrice diversa da quella indicata nelle segnalazioni dei cittadini.
In effetti far fronte a questo tipo d'inquinamento può risultare molto complesso: innanzitutto perché nella maggior parte dei casi la situazione di inquinamento olfattivo - che può essere considerato un fattore di alterazione del benessere - non sottolinea l'insorgenza di particolari pericoli reali per la salute dei cittadini (condizione necessaria affinché il sindaco possa provvedere con ordinanza contingibile e urgente), perché la concentrazione dei composti responsabili degli odori sgradevoli è inferiore alle soglie di pericolo o in altri casi soglie di pericolo codificate non esistono.
Poi, perché determinati impianti come per esempio quelli di compostaggio sono necessari a recuperare rifiuti che altrimenti sarebbero destinati allo smaltimento con costi economici e impatti sulla salute umana ben più significativi del cattivo odore.
Inoltre anche l'eventuale applicazione di tecnologie appropriate (come possono essere i nasi elettronici e non quelli "umani") può non essere sufficiente a eliminare il disturbo sofferto dagli abitanti, poiché ogni individuo ha la propria soglia di percezione degli odori (così come anche gli annusatori umani).
Tornando alla provincia di Arezzo, oltre a ribadire la propria disponibilità ad esaminare e risolvere eventuali problemi di impatto ambientale lamentati dai cittadini, le due società hanno comunque denunciato la strumentalità di alcuni attacchi e le segnalazioni non corrispondenti al vero. «Il nostro operato - scrivono nel comunicato stampa - è rispettoso delle normative in tema di rifiuti, gli impianti sono dotati delle necessarie autorizzazioni e sono puntualmente controllate dagli organismi preposti, affinché rispettino leggi, autorizzazioni e prescrizioni».
Tanto che nel periodo fra maggio e settembre gli impianti gestiti dalle due società hanno subito 10 controlli da parte di Arpat (sono stati redatti di 3 verbali, vi è stato un sopralluogo con verbale da parte dei Noe e ve ne sono stati altri due da parte dell'Usl di Arezzo, oltre a una serie di richieste di intervento rivolte ai carabinieri, vigili urbani ecc..) e nessuna contestazione formale è stata rilevata.