[17/08/2010] News toscana

Distributori alla spina, nanogrammi e megatonnellate

LIVORNO. Una nostra lettrice ci ha scritto una mail in riferimento all'articolo "Il boom delle fontanelle di qualità: più salute e meno spreco di risorse" (vedi link a fondo pagina).


«Mi dovete spiegare - scrive - perchè se io insieme a altre decine, centinaia, migliaia, milioni di cittadini, evito di acquistare 300€ l'anno di bottiglie di plastica (ogni 4 individui, per citare i vostri dati, magari usando a lungo alcune di plastica per i rifornimenti, se non passando subito al vetro o a contenitori più durevoli), secondo quanto affermate in questo articolo:

"Difficilmente andremo a incidere sulla riduzione della produzione di rifiuti"

Mi sembra di una sprecisione enorme e strana, uno sminuire l'importanza dei distributori alla spina nella loro principale peculiarità ideale, proprio la riduzione dei cosiddetti rifiuti.

Vi andrebbe di spiegare?».

Ci proviamo. Anche perché come greenreport siamo abituati ad essere un po' provocatori, talvolta incompresi e spesso antipatici. Quindi pubblichiamo volentieri la sua lettera, che pone un tema interessantissimo.

L'articolo di ieri dedicato al successo delle fontanelle nella città di Livorno voleva da una parte evidenziare una buona pratica che auspichiamo venga estesa il più possibile in ogni città, ma contemporaneamente vogliamo evidenziare che non si tratta di una bacchetta magica con la quale far sparire il problema dei rifiuti.

Questo perché le decine, centinaia, migliaia di cittadini non diventeranno mai milioni di utilizzatori finché non ci si metterà in testa che l'economia è uno strumento di governo e che si deve governare indirizzandola verso scelte più ecologiche.

La direzione dell'economia ecologica non la danno le decine, centinaia, migliaia di persone che adottano scelte ecologiche, che vanno solo in bici, che comprano solo ai Gas, che preferiscono i prodotti alla spina, quelli a km zero, quelli biologici... anche se è indubbio che diano un contributo essenziale per cambiare l'approccio degli stili di vita, mettendo in pratica loro stessi comportamenti più coerenti con una economia ecologia.

E non la darà men che mai il mercato, che le scelte ecologiche le attua solo se obbligato oppure se risultano convenienti economicamente o dal punto di vista dell'immagine (greenwashing).

La riconversione ecologica dell'economia la può attuare solo chi governa - ai diversi livelli - e che sarebbe chiamato a governare proprio e anche l'economia, varando prima di tutto un sistema di contabilità ambientale che consenta poi sulla base di dati certi di costruire incentivi e disincentivi al fine di rendere più sostenibili non solo i prodotti, ma anche i processi produttivi.

Purtroppo invece viviamo in una società in cui le decine centinaia migliaia di comportamenti virtuosi possono venire spazzati via da una sola settimana di campagna pubblicitaria ben azzeccata, con la miss Italia o la velina di turno che diventano belle e sane (e magari future ministre) bevendo in luccicanti bottiglie di plastica.

Ben vengano dunque gli erogatori alla spina - siamo i primi a farne uso e auspichiamo la loro maggior diffusione possibile - ma non confondiamo i nanogrammi con i milioni di tonnellate.

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