[25/08/2010] News

Usa: il fiume Tennessee troppo caldo per la centrale nucleare

LIVORNO. Secondo quanto scrive il Chattanooga Times la Tennessee valley authority (Tva) ha perso quasi 50 milioni di dollari di produzione di energia dalla sua più grande centrale nucleare, perché la temperatura del fiume Tennessee in Alabama è troppo alta. «A meno che l'estate non si raffreddi - scrive il giornale - La Tva potrebbe perdere altri milioni di dollari, spingendo verso l'alto i consumi di carburante e i costi delle bollette elettriche, anche dopo il settimo aumento mensile consecutivo». La Tva ha dovuto tagliare la produzione di energia anche in due centrali a carbone: Cumberland, a ovest di Nashville, e Colbert, vicino a Muscle Shoals, Alabama, anche se non tanto quanto Browns Ferry.

Il Browns Ferry Nuclear Power Plant, nei pressi di nei pressi di Athens, in Alabama, da mesi funziona a solo la metà della sua potenza e rimarrà probabilmente così per tutto settembre. Si tratta di una centrale nucleare con tre t reattori, la più grande della Tva, un organismo pubblico Usa, e che, secondo il Nuclear Energy Institute, è stata quella tra le 104 centrali nucleari Usa ad essere più in difficoltà per il riscaldamento delle acque. Insomma, come ammette lo stesso eterno presidente della Tva, Tom Kilgore, il fiume è troppo caldo per raffreddare la centrale atomica e da più di 40 giorni la Tva ha dovuto ridurre la produzione di energia a Browns Ferry. La scorsa settimana, la Tva è stata beccata mentre violava l'autorizzazione dall' Alabama Department of Environmental Management utilizzando acqua con temperature superriori a 90 gradi F.

La Tva è disperata perché proprio ora ci sarebbe bisogno di tutti i 1.500 megawatt della centrale e, per ogni giornata a mezza potenza della Browns Ferry, l'utility spende più di 1 milione di dollari per rifornire i suoi clienti con energia sostitutiva. Costi che naturalmente finiscono in bolletta: un aumento del 25% da marzo!

Il problema è che il fiume Tennessee quando scorre nel Guntersville Reservoir intorno a Browns Ferry, si allarga, rallenta, diventa meno profondo e la Tva utilizza pompe meccaniche per rifornire le sue torri di raffreddamento, ma ora succhia acqua calda.

La maggior parte delle centrali nucleari Usa sono state costruite sulla riva dell'oceano o dei Grandi Laghi, oppure hanno un sistema di raffreddamento a circuito chiuso che non si basa sull'acqua di fiumi e laghi. Anche la centrale nucleare di Watts Bar Nuclear Plant della Tva, a Spring City, nel Tennessee, ha un sistema a circuito chiuso. La centrale di Sequoyah, vicino a Soddy -Daisy utilizza meno acqua del fiume della Browns Ferry ed ha due torri di raffreddamento. La Tva prevede un sistema a circuito chiuso con due torri di raffreddamento anche nella centrale di Bellefonte, prevista ad Hollywood Alabama.

Durante un'audizione pubblica sul problema tenutasi la scorsa settimana al Tva board, l'attivista antinucleare di Knoxville Margaret Klein ha detto che «Le centrali nucleari sono destinate a incontrare sempre più problemi termici sul fiume Tennessee , con il global warming che fa aumentare la temperatura del fiume. Questo è un problema serio e non può che peggiorare se si aggiungeranno altri reattori».

Ashok Bhatnagar, senior vice president della Tva ha ammesso che l'utility aveva preso in considerazione l'aggiunta di più torri di raffreddamento o di un circuito chiuso di raffreddamento quando la Browns Ferry fu restaurata negli anni '90, ma che allora si pensò che la probabilità che il fiume Tennessee superasse la temperatura di 90° F fossero molto rare. Eppure la centrale, nonostante il potenziamento dell'impianto di raffreddamento, negli ultimi 5 anni ha dovuto ridurre la produzione per due volte a causa della temperatura dell'acqua. Ora si stanno esaminando nuove opzioni per raffreddarla senza riscaldare il fiume.

Come risposta ai nuovi problemi del nucleare indotti dal global warming il consiglio della Tva non ha trovato di meglio che approvare un bilancio fiscale 2011 che include 248 milioni dollari per la progettazione, la costruzione e la fornitura iniziale di attrezzature per l'unità 1 del reattore a Bellefonte (nella foto), una centrale che ha iniziato a costruire nel 1974, ma i cui lavori sono stati sospesi nel 1988, quando la richiesta di energia elettrica è diminuita. Ora la Tva, dopo 22 anni, vorrebbe finire l'unità 1 di Bellefonte entro il 2018, spendendo tra i 3,5 e i 4,5 miliardi dollari, il tutto a 44 anni dall'inizio dei lavori. E Kilgore ha detto euforico: «In quasi tutti gli scenari per il futuro, avremo bisogno di più energia pulita e pensiamo che l'energia nucleare deve far parte di questo mix», di cui farebbero parte anche carbone, idroelettrico, e «Persino delle tecniche di risparmio energetico».

Per Stephen Smith, direttore della Southern Alliance for Clean Energy, che si oppone alla ricostruzione della centrale di Bellefonte, «Ora non c'è alcun bisogno di prendere alcuna decisione che non possa essere presa più tard. La vendite di energia della Tva sono scese negli ultimi 2 anni ed ogni possibile crescita futura potrebbe essere soddisfatta con l'efficienza energetica se la Tva si occupasse seriamente del risparmio e dell'efficienza. L'utility non prenderà una decisione finale sulla costruzione dell'unità di di Bellefonte fino alla prossima primavera. Però la Tva ha bisogno di soldi in bilancio per Bellefonte per completare ancora gli studi sui generatori di vapore ed i plant simulators che richiedono anni per la progettazione e la costruzione».

Negli ultimi due anni la Tva ha studiato l'opportunità di completare i reattori vecchi o costruirne di nuovi e Bhatnagar dice che è meglio terminare la costruzione del reattore Babcock & Wilcox di Bellefonte perché è più veloce rispetto alla realizzazione di nuovi reattori AP-1000 Westinghouse. Ma la Tva sta testando un AP-1000 nel sito della Georgia Power Co, nell'impianto di Vogtle a Waynesboro, in Georgia.

Gli ambientalisti sono inorriditi per il fatto stesso che si pensi di finire Bellefonte dopo che è stato abbandonato e saccheggiato di attrezzature tra il 1988 e il 2006, e poi sventrato per estrarre i suoi due generatori di vapore. Arnold Gundersen, un ingegnere nucleare ed ex dirigente della Nuclear Energy Services a Danbury, Connecticut, ha detto alla Nuclear regulatory comission che non dovrebbe consentire alla Tva di riavere la licenza per Bellefonte perché la centrale non è stata manutenuta secondo le norme della stessa Nrc dopo che la Tva ha rinunciato al suo permesso di costruzione nel 2006. ««Negli ultimi 3 anni, invece di rispettare le regole, l'impianto è stato spogliato e cannibalizzato delle attrezzature e la Nrc ha smesso di ispezione delle attività del cantiere di Bellefonte» ha spiegato Gundersen in un rapporto preparato per la Blue Ridge Environmental Defense League.

La Tva conta sulla complicità delle amministrazioni locali: Goodrich "Dus" Rogers, direttore dell'Economic development authority della contea di Jackson, in Alabama, ha organizzato un meeting a Knoxville in appoggio al completamento del ferrovecchio nucleare di Bellefonte e spiega al Chattanooga Times: «Abbiamo visto quelle torri di raffreddamento inattive a Bellefonte per decenni e vogliamo vedere qualche vapore uscire da quelle torri della Tva così sarà possibile ottenere energia più pulita e potremo avere più posti di lavoro». E' preoccupante che non si chieda perché bisognerebbe mettere in funzione una centrale nucleare mai entrata in attività in 44 anni.

Torna all'archivio