
[05/10/2010] News
FIRENZE. Si torna a parlare delle emissioni elettromagnetiche di radio Vaticana. La sollecitazione è venuta da Legambiente che lo scorso luglio ha inviato una richiesta documentata ad Arpa Lazio, chiedendo di riprendere le misurazioni nella zona di Cesano, vicino a Roma. Alla base della richiesta la pubblicazione della perizia di un gruppo di studiosi dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano che conferma i timori dei cittadini. In un raggio fino a 12 km dalle antenne di Radio Vaticana, è provato un eccesso di rischio di morte per tumore emolinfopoietico e per il rischio infantile relativo a leucemia e linfoma non Hodgkin, per esposizione residenziale di lunga durata. La perizia, oltre cento pagine ricche di dati e analisi in cui si parla di decine di persone malate e morte, ha indotto l'Agenzia regionale per l'ambiente del Lazio di concerto con il Dipartimento delle comunicazioni del ministero per lo Sviluppo economico e con il ministero dell'Ambiente, ad avviare una nuova campagna di misurazione dei livelli dell'inquinamento elettromagnetico prodotto dalle antenne di Radio Vaticana.
«Finalmente è ripartito almeno il monitoraggio - ha dichiarato il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati- ma la gravità della situazione è già comprovata e sotto gli occhi di tutti e impone provvedimenti immediati, senza ulteriori perdite di tempo. Sono già passati oltre dieci anni dalle prime misurazioni di Enea, Anpa e ministero delle Comunicazioni che registrarono picchi addirittura di 20 volt/metro (limiti di legge 6 volt/metro secondo il decreto 381 del 1998), con notevoli superamenti in 11 su 14 dei punti monitorati, nonostante l'emittente avesse ridotto del 50% la potenza in quel periodo».
Il monitoraggio dei tecnici di Arpa, iniziato due mesi fa, è ancora in corso. Vedremo quali saranno i risultati ma intanto Legambiente, considerata la situazione, propone fin da subito una soluzione radicale.
«Il processo contro i vertici di Radio Vaticana per "getto pericoloso di cose" non è mai arrivato a sentenza per l'intervenuta prescrizione -ha ripreso Parlati- ma il nodo da affrontare subito, fuori dalle ipocrisie, resta quello della delocalizzazione delle antenne: nel 2010 non ha alcun senso una tale concentrazione di potenza di trasmissione, ci sono tecnologie innovative che permetterebbero tranquillamente di mettere la parola fine a questa drammatica vicenda. Credo sia questa la richiesta contenuta nella straziante lettera inviata nei mesi scorsi al Papa dai genitori dei bambini morti a causa della leucemia o colpiti dalla malattia. Bisogna fermare questa assurda strage, eliminando quelle antenne» ha concluso il presidente di Legambiente Lazio.