
[06/10/2010] News toscana
FIRENZE. Come giustamente sottolinea il presidente della provincia di Grosseto Leonardo Marras (vedi articolo collegato) per centrare gli obiettivi imposti dalla normativa sui rifiuti è necessario che la provincia si doti anche di un impiantistica adeguata, senza la quale non è possibile chiudere il ciclo integrato. Ma in questi giorni ad essere finita sul banco degli imputati in provincia di Grosseto è in particolare la raccolta differenziata.
Secondo i dati diffusi dalla Regione Toscana la provincia si ferma al 29,11% nonostante che sul territorio ci siano anche comuni virtuosi. «I dati sulla raccolta differenziata in Maremma - sottolinea Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - dimostrano l'importanza della raccolta domiciliare come strumento per incrementare sempre più la percentuale di differenziata nella provincia di Grosseto, evitando così di pagare l'ecotassa sui rifiuti. Un esempio concreto è sicuramente il comune di Magliano in Toscana che è riuscito dal 2007 al 2009 ad incrementare la percentuale di raccolta differenziata, tramite il porta a porta, passando dal 6,18% (2007) al 34,45% (2009). Cosi come l'esperienza positiva del porta a porta a Barbanella, che ha raggiunto il 77% di raccolta differenziata, e le azioni virtuose messe in atto dai comuni di Castiglione della Pescaia e Scarlino. Ma tutto questo non basta occorre un impegno forte sulla raccolta differenziata sulla qualità dei rifiuti raccolti e sulla filiera del riciclaggio degli stessi. Solo così la Maremma potrà tornare a rappresentare un esempio di buone pratiche non solo in Toscana ma nel resto d'Italia» ha concluso Gentili.
Tutto giusto. Sicuramente il porta a porta in molte realtà funziona (i dati sono li a dimostrarlo) e poi bisogna avere chiaro anche dove si invia il materiale raccolto separatamente. Ma la performance non edificante della provincia non dipende solo dal metodo di raccolta. Dipende dall'impegno (scarso) che hanno profuso molte amministrazioni comunali sul tema.