[07/10/2010] News

Petrolio offshore, per l’europarlamento troppe lacune nelle norme, ma dice no alla moratoria

BRUXELLES. Secondo il Parlamento europeo l'Ue «Deve rafforzare le norme che disciplinano la sicurezza di prospezione di petrolio e il risarcimento in caso di fuoriuscita, come avvenuto nel Golfo del Messico». E' quanto previsto da una risoluzione non legislativa approvata oggi dagli europarlamentari con 601 voti favorevoli, 23 contrari e 13 astensioni. l presidente della commissione ambiente del Parlamento europeo, Jo Leinen, ha sottolineato che «Il Parlamento ha lanciato un chiaro invito alla Commissione per eliminare le lacune negli standard di sicurezza e di responsabilità».

In effetti si tratta solo di un invito politico, visto che la maggioranza degli europarlamentari non se l'è sentita invece di toccare i concreti interessi delle multinazionali petrolifere o delle imprese statali degli idrocarburi e dell'energia e, nonostante la commissione ambiente e numerosi parlamentari siano favorevoli a una moratoria sulle nuove prospezioni petrolifere offshore,  la maggioranza del Parlamento europeo, 323 contrari e 285 favorevoli, ha respinto la richiesta di moratoria anche se ha ammesso che «Il petrolio facilmente accessibile è sempre più difficile da trovare e, quindi, si è assistito a un aumento potenzialmente pericoloso delle prospezioni e delle estrazioni in alto mare», ma evidentemente l'oro nero vale il rischio di un disastro ambientale in alto mare..

La Commissione europea sta riesaminando la legislazione Ue riguardante la sicurezza e la responsabilità degli impianti petroliferi offshore e i deputati puntano soprattutto a rafforzare la direttiva sulla responsabilità ambientale (chi inquina paga) che attualmente non include le piattaforme petrolifere.

Naturalmente l'europarlamento parte dalla consapevolezza che «Una perdita di petrolio nelle acque europee sarebbe catastrofica non solo per l'ambiente, ma anche per attività come la pesca e il turismo», ma poi invece di trarne le conseguenze gli eurodeputati se la cavano passando la patata bollente ed oleosa  alla Commissione europea e chiedono semplicemente di «Istituire un regime assicurativo a livello europeo o un fondo di emergenza per coprire i rischi».

Con queste premesse sarà difficile che il Consiglio energia dell'Unione europea il 15 ottobre affronti di petto il tema della sicurezza delle piattaforme petrolifere offshore a Lussemburgo: le lacune denunciate dalla maggioranza dell'europarlamento sono le stesse delle quali si lamenta e sarà facile a Lussemburgo fare promesse di sicurezza per trivellazioni petrolifere offshore sempre più profonde e realizzate in luoghi sempre più remoti e in condizioni meteorologiche-ambientali spesso estreme e quindi sempre più rischiose.

Non sono soddisfatti i Verdi europei che avevano lanciato il dibattito sulle perforazioni offshore a giugno. Dopo la votazione, l'eurodeputata Verde belga Bart Staes ha detto: «La possibilità di un grave incidente nell'esplorazione offshore in Europa è tutto troppo reale e in Europa semplicemente non siamo attrezzati per affrontare le sue conseguenze devastanti. L'esplorazione offshore si è ampliata in modo esponenziale, con  perforazioni più profonde che comportano maggiori rischi, ma il disastro della Deepwater Horizon ha tragicamente chiarito che un "perimetro di sicurezza" non è mantenibile. E' anche chiaro che le norme Ue in materia di responsabilità e sicurezza non sono all'altezza del compito di rispondere a un tale disastro. In questo contesto, attualmente una moratoria sulle perforazioni è l'unica cosa responsabile e ci dispiace che i deputati del centro-destra abbiano bloccato un tentativo da parte del Parlamento europeo di chiedere questo divieto».

Il deputato Verde olandese  Bas Eickhout ha aggiunto: «La Commissione ha riconosciuto che le norme Ue sulla sicurezza e la responsabilità dell'esplorazione offshore sono insufficienti Tenuto conto dei pericoli fin troppo attuali della perforazione, l'Unione europea deve agire rapidamente per rafforzare la legislazione in materia di esplorazione off-shore: non dobbiamo aspettare un disastro europeo per agire. Le conseguenze di una fuoriuscita sarebbero devastanti e chiaramente si estenderebbero oltre i confini nazionali, ed è per questo che una regolamentazione comunitaria è necessaria. Oltre ad aggiornare la legislazione in materia di sicurezza, c'è anche l'evidente necessità di rafforzare le norme in materia di responsabilità finanziaria a fronte di un disastro. Dobbiamo imparare la lezione tragica degli Stati Uniti e garantire l'opinione che non sbaglieremo ad approvare una legge per l'incompetenza di compagnie petrolifere. L'appello per una moratoria era nel progetto di risoluzione votato oggi, che è stata adottata dalla commissione ambiente del Parlamento, ed è stato tolto con un emendamento del centro-destra»

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