
[08/10/2010] News
LIVORNO. L'operaio nella foto che vedete mentre monta dei pannelli solari sul tetto non è altri che il presidente delle Maldive, Mohamed Nasheed, mentre dà il tocco finale all'installazione sul palazzo presidenziale di un nuovo set di pannelli solari donati dalla società americana Sungevity.
«Le Maldive sono in prima linea nel cambiamento climatico e non possiamo concederci il lusso di perdere tempo per sedersi e aspettare che il resto del mondo agisca. Dobbiamo metterci al lavoro per avviare la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili», ha detto Nasheed che in questa occasione è tornato a fare il suo vecchio lavoro di carpentiere.
Danny Kennedy di Sungevity, è più che soddisfatto del colpaccio di immagine: «Il presidente Nasheed sta facendo un saggio investimento, conveniente per il suo Paese. Siamo orgogliosi che abbia scelto Sungevity per coordinare la progettazione di un sistema che si sta facendo strada in tutto il mondo. Risparmiare energia e andare verso il solare sono le chiavi per sbloccare la crescita economica e la sicurezza energetica. Questo dimostra che chiunque, siano essi leader mondiali, come presidenti Nasheed e Obama, o proprietari di casa americani, può facilmente andare verso il solare e risparmiare denaro. E' semplice».
Nasheed ha montato personalmente i pannelli e avvitato i bulloni dell'impianto per dare l'esempio e lanciare nel suo piccolo arcipelago le iniziative del 10/10/10 Global Work Party e prima di salire sul tetto ha detto agli organizzatori: «In qualità di Presidente di uno dei Paesi più climaticamente vulnerabili del mondo, voglio ringraziarvi per il vostro instancabile lavoro ed offrire il mio pieno sostegno al Global Work Party. Lavorerò duramente sul mio tetto a sostegno del 10/10/10, con l'installazione di pannelli solari donati da Sungevity. Ma il mio caso è solo una delle decine di attività programmate nelle Maldive e delle migliaia in tutto il mondo a sostegno di questa campagna. Non riesco a sottolineare abbastanza quanto sia importante continuare a lavorare per garantire che il pianeta rispetti l'obiettivo di tornare concentrazioni di CO2 sostenibili a 350 ppm. Per le Maldive, 350 non è solo un numero: è un passaporto per la sopravvivenza per la nostra intera nazione».
Secondo 350.org il 10 ottobre in occasione del Global Work Party nel mondo verranno installati quasi 100 pannelli solari tra i quali i 6 che permetteranno ad un in un centro di educazione rurale nel deserto del Namib, in Namibia, di diventare carbon neutral; nella towship di Alexandra, in Sudafrica, i cittadini installeranno pannelli solari per l'acqua calda e fotovoltaici sul tetto di una casa per disabili mentali; a Babilonia, Iraq gli studenti stanno lavorando per montare i pannelli solari all'università; a Las Cruces, nel New Mexico, un gruppo comunitario sta montando pannelli su una pensilina...
Ma il tetto più famoso che ospiterà i pannelli solari è quello della Casa Bianca a Washington. Obama ha infatti annunciato che ce li rimetterà, dopo che il repubblicano e filo petrolifero Ronald Reagan aveva tolto quelli installati dal democratico Jimmy Carter che nel lontano 1979 disse: «Nel 2000 lo scaldabagno solare dietro di me sarà ancora qui a fornire energia a basso e ad alta efficienza. Fra una generazione questo riscaldatore solare potrà essere una curiosità, un pezzo da museo, un esempio di una strada non presa, oppure potrà essere solo una piccola parte di una delle avventure più grandi ed emozionanti mai intraprese da parte del popolo americano». Un'avventura che Reagan non voleva far correre agli americani, e nel 1986 tolse i pannelli dalla Casa Bianca e eliminò le sovvenzioni alle energie rinnovabili. I pannelli vennero donati all'Unity College negli anni ‘90.
Obama ha rimesso i pannelli solari sulla casa più famosa del mondo dopo che più di 40.000 persone gli hanno scritto perché lo facesse aderendo alla campagna del sito web PutSolarOn.It, ma probabilmente Obama non salirà sul tetto per montarli come ha fatto il presidente-carpentiere delle Maldive.
Secondo il fondatore di 35.org, Bill McKibben, «Alla Casa Bianca hanno fatto la cosa giusta, e per le giuste ragioni: hanno ascoltato gli americani che chiedono il solare sul tetto, ed hanno ascoltato gli scienziati e gli ingegneri che gli hanno detto che questo è il percorso per il futuro. Probabilmente qualcosa come l'effetto "White House garden" potrebbe essere l'innesco per una ondata di impianti solari in tutto il Paese e in tutto il mondo».