[03/09/2009] News

Vivere con cura. Verso Copenaghen. (Petr)olio di gomito (e di ginocchio) (parte 2)

L'economista gandhiano Kumarappa (nel ritratto), pochi anni dopo l'indipendenza dell'India, dedicò il suo libro Finance and Poverty ai contadini e ai lavoratori manuali del suo tropicale e povero paese con queste parole: "A chi sempre sopporta il caldo e la fatica". Un binomio micidiale, la fatica sotto il caldo, il caldo gravato dalla fatica -  in genere con aggiunta di scarsità idrica e alimentare - segna infatti la vita e il lavoro quotidiani di miliardi di donne e uomini nel mondo. Non si può certo dire questo della maggioranza di chi vive in Italia, e soprattutto non della maggioranza degli italiani.

Giustizia distributiva, salute e sopravvivenza climatica chiedono anche a pigri occidentali di usare un po' di energia fisica nella produzione di beni e servizi, per sostituire un po' di energia fossile responsabile dell'emissione di gas serra.

Manodomestici, e lo yoga della scopa

A mano e con l'ausilio di manovelle e vari "manodomestici"possiamo compiere in pochi istanti molte delle operazioni casalinghe che tanti affidano agli elettrodomestici, i quali totalizzano fino all'80% della bolletta elettrica in una casa italiana standard. E' certo difficile che qualcuno passi al bucato a mano o anche alla lavatrice a manovella di decenni fa o a quella a pedali inventata da un inglese. Ma certo molti capi piccoli si lavano facilmente a mano in una bacinella senza avviare la lavatrice. Ed è difficile che in molti possano e vogliano rinunciare al frigo (in inverno è facile tenerlo spento se si ha un regime alimentare ecologico, in estate è assai più difficile). Ma è pur vero che una pletora di altri aggeggi possono essere evitati con un uso modico di muscoli e tempo. Pensiamo alle lavastoviglie, alle scope elettriche, a tutti i frullini, grattugie, coltelli elettrici, spremiagrumi, mulinelli, robot, spazzolini, rasoi...Tutto sostituibilissimo. Per fare il calcolo di quanto risparmiamo in gas serra possiamo fare così: ne verifichiamo sulla confezione la potenza installata; ad esempio 400 watt significa che un'ora accesi sono 400 wattora di consumo, e dieci ore un kilowattor; poi dobbiamo sapere che per il mix energetico tipico dell'Italia 1 Kwh di consumo equivale a 0,53 Kg di CO2. Possiamo anche contare il consumo totale di kilowattora (e dunquele relative emissioni) "dopo la cura dell'energia manuale" e confrontarlo con un analogo periodo "prima della cura". Oppure vedere quante pile in meno si accumulano nel cassetto. Validi e bei manodomestici (e dintorni) anche da regalo sono la mezzaluna,  il macinacaffé, la scopa (un vecchio libro insegnava come fare le pulizie compiendo al tempo stesso movimenti dello yoga), la torcia a scuotimento o a manovella, lo spremiagrumi, il passaverdura. Per i più tosti (non nel senso dei muscoli ma della volontà) ci sono tante manovelle utili: il mulino per cereali e quello per semi oleosi, l'estrattore di succhi, la radio (90 giri per mezz'ora di ascolto), il caricabatterie. Per non dire, anzi diciamolo, della falce per tagliare l'erba del giardinetto. I tagliaerba a motore sono molto energivori!

Ma torniamo dentro casa. Qualcuno dirà: "La mia energia elettrica è prodotta da pannelli fotovoltaici o comunque energia verde, posso usarne quanta ne voglio". Bene: ma oltre al fatto che è una minoranza a poter dire questo, possiamo pensare che se immettiamo in rete più energia pulita, aiutiamo a sostituire con questa una parte dei consumi collettivi di energia fossile.

Orto risorto

Autoprodurre con le proprie mani e la propria schiena in modo ecologico e senza macchinari un po' della frutta e degli ortaggi consumati è certamente un atto che risparmia energia fossile nella produzione e trasporto (in genere ad alta intensità di macchinari) degli alimenti acquistati. Anche fare in casa le conserve (salvo se abbiamo il fornello elettrico...) risparmia energia (gli alimenti trasformati che acquistiamo hanno una lunga filiera di lavorazioni e trasporti alle spalle); l'abbiamo già detto tempo fa in un'altra rubrica.

Non farsi servire, no ai privilegi

E quanto al sostituire la propria energia con  quella di qualcun altro a pagamento, nei lavori di cura della persona e della casa, se siamo in buona salute perché lo facciamo? Ci sono persone che giustificano l'affidamento a terzi del lavoro di pulizia del water e simili con il "non ho tempo" e magari passano in palestra a sudare altrettanto tempo. Bisognerebbe leggere a proposito della tendenza a farsi servire alcuni passaggi severi di Metamorfosi del lavoro di André Gorz. Se viviamo da soli/e e siamo ordinati/e, conveniamolo, le pulizie non richiedono tanto tempo. E se viviamo con altre persone, il lavoro può e deve essere equamente diviso.

(La prossima volta: pedoni e bicicletta, i muscoli fuori casa)

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