
[26/04/2011] News
Sit-in davanti alle ambasciate di Giappone ed Ucraina
Oggi pomeriggio si svolge l'iniziativa "Da Chernobyl a Fukushima. 25 anni di buoni motivi per fermare il nucleare", per ricordare la tragedia nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986. L'azione del Comitato Vota Sì per fermare il Nucleare "abbraccia " le ambasciate romane del Giappone e dell'Ucraina. L'esplosione e l'incendi del reattore 4 di Cernobyl sono passati alla storia come il più grande incidente nucleare civile di sempre, con un'emissione di radiazioni nell'atmosfera centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
«"Un abbraccio simbolico al popolo giapponese e a quello ucraino - spiega il Comitato Vota SI per fermare il nucleare - per esprimere la nostra solidarietà alle due popolazioni colpite, oggi come 25 anni fa, dai più gravi incidenti nucleari della storia. E per dire con forza "mai più": l'energia nucleare, come drammaticamente dimostrano queste due sciagure, non è la soluzione. Ci dicevano che dopo Cernobyl non avremmo avuto mai più tragedie nucleari: e oggi, invece, a 25 anni di distanza, le immagini che arrivano da Fukushima sono la prova che nessuna promessa sulla sicurezza dell'atomo è credibile. E' tempo che gli stati che hanno centrali atomiche ripensino le loro politiche energetiche, e quelli che le vogliono costruire abbandonino i loro piani».
Moltissime le iniziative in tutta Italia per ricordare il venticinquesimo anniversario di Chernobyl. Un anticipo lo hanno dato già alle prime luci dell'alba gli attivisti di Greenpeace hanno trasformato il Circo Massimo in un memoriale a cielo aperto piantando duemila croci per ricordare le vittime della tragedia nucleare di Cernobyl nel giorno del 25° anniversario dell'esplosione del reattore.
«Queste croci ricordano simbolicamente le vittime di Cernobyl - dice Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace Italia -, ciò che abbiamo imparato dall'incidente è che l'energia nucleare è troppo pericolosa per avere un futuro. Una lezione che molti governi, compreso il nostro, si ostinano a ignorare».
Greenpeace sottolinea che a marzo una squadra di suoi esperti ha realizzato una serie di analisi nella regione intorno alla centrale di Chernobyl «Riscontrando sia un rischio per la fragilità del sarcofago che attualmente copre il reattore, sia la presenza di alimenti contaminati nella zona» e che «Un quarto di secolo dopo il disastro di Cernobyl, il mondo, e in particolare il popolo giapponese, vive di nuovo sulla sua pelle un incidente nucleare che, pur avendo emesso al momento meno radiazioni, potrebbe avere conseguenze ancora più drammatiche, perché la quantità totale di elementi radioattivi negli impianti di Fukushima è molte volte superiore a quella di Cernobyl. Proprio come Cernobyl, l'incidente della centrale di Fukushima è stato classificato di settimo livello, il più alto, della scala Ines della Iaea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) che definisce il livello di gravità degli incidenti nucleari».
Sulle croci piantate da Greenpeace c'è anche la data del 12-13 Giugno 2011, quando dovrebbe tenersi il referendum sul nucleare che il governo italiano sta cercando di affossare. Secondo Barbera «Il governo, che è responsabile di aver cercato di riportare il nucleare in Italia, cerca solo di prendere tempo e di confondere i cittadini. È paradossale che a meno di due mesi dal referendum gli italiani non sappiano ancora con sicurezza se verranno chiamati a decidere su un tema tanto importante come quello del nucleare. Il governo, invece di sabotare il referendum cercando di truffare gli italiani, deve dichiarare una volta e per sempre la fine del nucleare in Italia, prendendo impegni solenni per promuovere le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica».
Per non dimenticare il disastro di Cernobyl e le sue vittime, Greenpeace lancia anche un sito dedicato alla condivisione di ricordi personali sull'incidente: www.generazionecernobyl.org