
[26/04/2011] News toscana
Oggi pomeriggio a Pisa, all'auditorium Cnr, si tiene il seminario scientifico "Chernobyl 25 anni dopo" Organizzato dal Cnr di Pia e dall' International Society of Doctors for the Environment (Isde) Italia, che vede la partecipazione di Alessandro Antonelli (Ricercatore Medico, Univ. di Pisa) I bambini di Chernobyl; Claudio Traino (Resp. Servizio di Fisica Sanitaria Aoup, Pisa) Dosimetria ambientale in Toscana dopo Chernobyl e dopo Fukushima; Angelo Baracca (Professore di Fisica, Dipartimento di Fisica, Univ. di Firenze) Caratteristiche, problemi e prospettive dell'incidente nucleare di Fukushima; Ernesto Burgio (Coordinatore del Comitato Scientifico Isde Italia) Effetti sui bambini delle radiazioni ionizzanti; Franco Gambale (Direttore Ibf - Cnr, Genova-Pisa) 11 Marzo 2011, il grande terremoto di Sendai: "io c'ero". Testimonianza e riflessioni.
Oggi a Follonica, dalle 18,00 il Comitato Territoriale Maremma per il Si al referendum sul nucleare organizza un aperitivo in ricordo di Chernobyl. Info: Mirjam Giorgieri comitatononucleare.follonica@gmail.com
Il Referendum: il 12 e il 13 giugno possiamo sconfiggere definitivamente il nucleare e ottenere un radicale cambiamento di rotta per la gestione dell'acqua potabile. Dipende da noi! Bastano due SI' per il futuro del Paese!
Il Comitato toscano Vota Sì per fermare il nucleare ricorda i motivi per votare sì al referendum sul nucleare del 12 e 13 giugno:
1. Il nucleare è una tecnologia pericolosa
Come dimostrano la tragedia giapponese di Fukushima e il disastro di Cernobyl, non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi incidenti con fuoriuscita di radioattività.
2. Le centrali rilasciano radioattività nell'ambiente anche nel normale funzionamento
Un impianto nucleare emette radioattività anche senza incidenti. I bambini che abitano vicino alle centrali corrono maggiori rischi di contrarre la leucemia. L'agricoltura e il turismo rischiamo di essere pesantemente penalizzati.
3. Lo smaltimento definitivo delle scorie è un problema irrisolto
Le scorie sono molto pericolose e restano radioattive per decine di migliaia di anni. Non esiste al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza per un periodo così lungo.
4. Il nucleare è una fonte energetica molto costosa
L'elettricità dall'atomo, considerando anche la dismissione delle centrali e lo smaltimento delle scorie, costa più delle altre fonti di energia. I maggiori costi inevitabilmente verranno scaricati nella bolletta dei cittadini.
5. Il nucleare non riduce le importazioni
Il nucleare produce solo elettricità (pari a solo il 25% dei consumi energetici dell'Italia) e non viene usato per alimentare il settore dei trasporti, produrre calore per l'industria e per gli edifici. Per questo non ridurrà in modo significativo le importazioni delle fonti fossili: infatti in Francia, noto paese nuclearista, il consumo procapite di petrolio è più alto che in Italia.
6. Il nucleare produce pochi posti di lavoro
Una centrale in costruzione produce 3.000 posti di lavoro, che si riducono a 300 nella fase di esercizio. In soli 10 anni la Germania può vantare 350.000 addetti nel settore delle rinnovabili, mentre in Italia al 2020 con le fonti pulite si potrebbero creare almeno 200mila posti di lavoro.
7. Le centrali utilizzano l'uranio, materia prima in via di esaurimento
L'uranio è una materia prima che deve essere importata. È una risorsa limitata, disponibile in natura ancora per qualche decina di anni, come il petrolio e il gas.
8. La legge italiana prevede l'uso dell'esercito per realizzare le centrali
Grazie alla legge approvata nel 2009 il governo italiano può usare l'esercito per imporre al territorio la costruzione delle centrali nucleari, con inevitabili conflitti istituzionali e sociali.
9. L'Agenzia per la sicurezza nucleare è a favore dell'atomo
I membri dell'Agenzia, a partire dal presidente Umberto Veronesi, minimizzano ogni problema del nucleare, dallo smaltimento delle scorie all'insicurezza delle centrali. Sono quindi a favore dell'atomo: un interesse di parte come può garantire la sicurezza dei cittadini?
Tra i paesi più industrializzati, l'Italia è stato il primo ad uscire dall'atomo. Nei prossimi anni ci seguirà la Germania. Perché tornarci?