[29/04/2011] News toscana

Leggi regionali da riformare: ripartire dal confronto col territorio

Tenuto conto delle critiche severe espresse su greenreport da Renato Cecchi, nei giorni scorsi, sulla riforma dellle leggi regionali 1/2005 e  10/2010, ora si tratta di avviare un ampio confronto, di avere capacità di ascolto.
Ma è un buona notizia.
Occorre tuttavia andare oltre tradizionali consultazioni e intese con ANCI e URPT, figlie di un'ottica di autoreferenzialità politica, per ascoltare i territori.

Infatti è là che concretamente si percorre ogni giorno l'applicazione delle leggi, è là che si confrontano i bisogni, le domande della società, le regole, le procedure della pubblica amministrazione a presidio dell'interesse pubblico e generale.

Fare presto, ma fare bene, consapevoli che cultura, conoscenze ed esperienze non si esauriscono in strette cerchie politiche o delle relazioni consolidate della politica con soggetti diversi, magari collaterali e niente più.

Confrontarsi con il terriitorio, direi provincia per provincia, chiamare a raccolta i tecnici di comuni e province, professionisti e rappresentanti di quel mondo vasto e variegato, ma sensibile ed importante, dell'associazionismo per la tutela del patrimonio di risorse naturali e culturali della nostra regione.

Insomma, andare oltre la tradizionale filiera della costruzione del consenso tutta interna alla politica che poi inesorabilmente si è scontrata con la realtà dei comitati, delle contestazioni concretamente ancorate al territorio, alla sua conoscenza, al riconoscimento del territorio come ultimo valore identitario in grado di tenere insieme le comunità.

Per fare questo bisogna avere la forza di stilare una chiara agenda di problemi da risolvere: dalla inequivocabile certezza di competenze per ogni livello di piano e quindi per ogni livello istituzionale, alla reale misurabilità delle compatibilità (che non può più essere definitia con narrazioni e chiacchere come si è visto fare in passato), dalla chiara individuazione dei soggetti titolari dei procedimenti e della validazione della VAS ricordando che nei piccoli comuni non ci sono dipartimenti o pletore di dirigenti, ma se va bene un dirigente e la prospettiva di non averne più quando questo va in pensione; tanto per fare degli esempi.

Insomma c'è da lavorare, ma soprattutto si ritiene che ci sia da lavorare in modo diverso perchè le risorse culturali, tecniche e profesisonali in questa regione continuanio ad esserci e bisogna fare in modo che siano parte di questi procedimenti di riforma.  

Torna all'archivio