[02/05/2011] News

Greenpeace France blocca l'Epr di Flamanville. Il nucleare sicuro che vuole comprare l'Italia

All'alba una cinquantina di attivisti di Greenpeace Francve hanno iniziato il blocco del cantiere dellEuropean pressurized reactor (Epr) di Flamanville. L'assiociazione ambientalista informa che «Il luogo è completamente occupato da una parte degli attivisti: due camion ancorati al suolo bloccano i cancelli di entrata del cantiere ; degli attivisti impediscono a tre gru del cantiere di funzionare, la ripresa dei lavori è impossibile». Poco dopo mezzogiorno, e dopo ore di tentativi, i camion sono stati sgombrati, ma mentre scriviamo gli attivisti a occupano ancora le gru e il cantiere.

Sophia Majnoni, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace France spiega che «La situazione giapponese impone una rimessa in questione del nucleare e la prima delle cose da fare è fermarsi con il costruire nuovi reattori. L'Epr in particolare pone dei problemi di sicurezza che l'Asn ha preso di mira da qualche settimana. L'Autorité de sûreté deve prendersi le sue responsabilià e fare immediatamente applicare una moratoria su questo cantiere».

Dopo la catastrophe di Fukushima, il presidente dell'Autorité de sûreté nucléaire, André-Claude Lacoste, aveva descritto 4 grosse mancanze di sucurezza delle centrali nucleari rispoetto alla situazione giapponese e l'Asn prevedeva la messa in atto di una moratoria sulla costruzione di nuovi reattori in Francia.

Greenpeace Italia sottolinea che il reattore in costruzione a Flamanville è un Eper dello stesso tipo di quelli che «Enel e il governo italiano vorrebbero costruire in Italia» e che «L'Epr è stato progettato sulla base di ciò che si è imparato dagli incidenti di Three Miles Island e Cernobyl, ma quanto accaduto a Fukushima mette in discussione il progetto dell'Epr su vari punti: la dipendenza vitale e continua dalla rete elettrica per raffreddare i reattori, il rischio di esplosioni di idrogeno, il posizionamento dei generatori a gasolio di emergenza a rischio in caso di allagamento. Inoltre, anche nell'Epr le piscine con il combustibile irraggiato sono fuori dalla struttura di contenimento e la sala di controllo è troppo vicina al reattore e può diventare inaccessibile in caso di rilascio di grandi quantità di radiazioni. L'Epr viene presentato come modello della nuova generazione di reattori nucleari. Sulla carta è il più grande reattore al mondo ma attualmente non ne esiste nessuno in funzione. In Europa ci sono due centrali di questo tipo in costruzione: una in Finlandia e una in Francia ed entrambe stanno avendo migliaia di problemi tecnici e di sicurezza, con ritardi che hanno portato ad aumenti esorbitanti dei costi preventivati».

Infatti « Nel dicembre del 2010 la costruzione del reattore EPR ad Olkiluoto, in Finlandia, era ufficialmente in ritardo di 4 anni con un aumento dei costi previsti di 2.6 miliardi di Euro. Durante i lavori, gli ispettori di sicurezza hanno identificato più di 3000 problemi legati alla sicurezza ed alla qualità dei materiali. La costruzione dell'EPR a Flamanville (iniziata due anni dopo Olkiluoto) è in ritardo di due anni ed ha già 1.7 miliardi di costi non previsti nel budget iniziale. Una serie di problemi di sicurezza hanno portato alla sospensione dei lavori per circa un mese nel 2008 ed alcuni di questi problemi -come ad esempio il sistema digitale di controllo del reattore- rimangono irrisolti».

«Il governo italiano vuole far saltare il referendum con una moratoria-truffa per mantenere gli impegni con la Francia su reattori molto più pericolosi e costosi di quanto vogliano farci credere - dice Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia - I cittadini italiani hanno diritto di esprimersi su una scelta che vincolerebbe il Paese al nucleare per oltre un secolo».

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