
[03/05/2011] News toscana
Che Livorno vogliamo? Che Provincia immaginiamo per i prossimi anni? A queste domande cerca di dare una risposta il "Piano comunale di Sviluppo Economico 2011-2014", un documento che, partendo da un'analisi dell'economia livornese, delinea obiettivi di breve e lungo periodo. E che è stato sottoscritto dal Comune e da 15 tra associazioni datoriali , di categorie e sindacali.
Quattro gli assi per lo sviluppo - si legge in una nota - semplificazione amministrativa, giovani formazione lavoro, reti di imprese e internazionalizzazione, innovazione e trasferimento tecnologico. Quattro linee di azione - si legge nello stesso documento - basate sulle aree strategiche di sviluppo locale già individuate in Economia del Mare, Economia Green, Manifatturiero, ICT- High Tech, quest'ultimo quale file rouge che attraversa e unisce le altre aree. E qui, in attesa di studiare meglio l'intero piano, ci permettiamo di fare subito un'obiezione di metodo (e anche un po' di merito): partendo dal presupposto che non c'è e non ci sarà economia se questa non sarà ecologica - lo sostengono fior di economisti e pure l'Ue - le linee d'azione dovrebbero avere come criterio direttore quello della sostenibilità. Non si può parlare di economia del mare e di economia green. Come se fossero due cose diverse. Non ci devono più essere paratie stagne. Per di più sostenendo che sarà "L'ICT- High Tech" il "file rouge che attraversa e unisce le altre aree". Il file rounge dovrebbe essere la sostenibilità che si avvale anche dell'Ict.
Nel documento tra l'altro si dà la definizione di green economy "un'economia che nel lungo periodo porta ad un miglioramento della qualità della vita e ad una maggiore equità sociale senza esporre al contempo le generazioni future a significativi rischi ambientali o a un impoverimento del patrimonio ecologico", dalla quale si evince quanto sia l'unica strada possibile.
Questa che sembra una sfumatura, in realtà, non lo è per niente. Un esempio su tutti: più informatizzazione (giusta, per carità) dell'economia locale significa più consumo di energia e pure di materia. L'incendio nella Farm di Aruba dovrebbe aver aperto gli occhi sul fatto che internet è un elettrodomestico molto più reale di quello che si vuol far credere. Ma questa non vuole essere una critica, ma una riflessione sul rischio di guardare le cose, specialmente quelle economiche, come se non fossero tutte attaccate. Entreremo comunque nel dettaglio nei prossimi giorni, anticipando solo che da una prima brevissima lettura ci sono certamente cose positive ma anche altre datate - vedi riconversioni delle centrali Enel - per le quali si ribadisce solo che bisogna farlo, senza spiegare come.
Tornano a quanto accaduto oggi, il Piano è stato firmato, oltre che dal sindaco Alessandro Cosimi, da rappresentanti di API Livorno, Cgil, Cisl, Uil, CIA Livorno, CNA , Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio Livorno, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Impresafutura, Legacooperative, ovvero dai componenti del Tavolo Sviluppo Livorno.
«Il contesto economico mondiale con cui si confronta Livorno- ha dichiarato il sindaco Cosimi (Nella foto) - è assai complesso e vive una situazione di crisi. I deboli segnali di ripresa che si intravedono ci richiedono innovazione, competenze, produttività e qualità. Per fare ciò è necessario amministrare il presente per costruire il futuro, e con questo Piano lo facciamo attivando tutti gli attori economici e sociali del territorio, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno».
«I dati riguardanti la disoccupazione giovanile sono la nostra emergenza», ha sottolineato l'assessore Darya Majidi in occasione della firma del Piano. «Ancora più gravi i dati riguardanti i ragazzi che si sono allontanati sia dallo studio sia dalla ricerca del lavoro. Con questi impegni e con il progetto regionale "Giovani sì", che mette a disposizione del territorio toscano 334 milioni di euro, speriamo di offrire strumenti e risorse concreti per dare una risposta alla creazione di un lavoro di qualità».