
[05/05/2011] News
Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Presidente Berlusconi e del Ministro Tremonti, un decreto-legge che prevede misure diverse finalizzate allo sviluppo e al rilancio dell'economia. Inutile quasi dire che tutte le misure previste non sono assolutamente legate nemmeno lontanamente a un'idea di economia ecologica. Non solo, si va esattamente nella direzione opposta portando avanti l'idea di far ripartire l'edilizia tout court e quale che sia.
Il decreto contiene tra le altre disposizioni quelle relative a: riconoscimento di un credito d'imposta in favore delle imprese che investono in ricerca scientifica; riconoscimento di un credito d'imposta per incentivare l'assunzione a tempo indeterminato di lavoratori svantaggiati nel Mezzogiorno; istituzione nei territori costieri dei distretti turistico-alberghieri per rilanciare l'offerta turistica nazionale.
Poi però, come annunciato e detto, ecco come il governo vuol rilanciare davvero la crescita: semplificazioni procedurali per accelerare la realizzazione delle opere pubbliche anche d'interesse strategico nazionale (grandi opere); interventi per il rilancio dell'edilizia privata con varo di un nuovo "piano casa".
Inoltre, su proposta del Presidente del Consiglio, del Ministro del turismo, Brambilla, del Ministro per la semplificazione normativa, Calderoli e del Ministro dello sviluppo economico, Romani, il Cdm ha approvato «un decreto legislativo che contiene disposizioni normative tese ad aggiornare la materia del turismo, alla luce dell'evoluzione del settore, della riforma del Titolo V della Costituzione e delle recenti pronunce della Corte costituzionale. Gli obiettivi del riordino sono: assicurare la ripartizione degli interventi pubblici per settori omogenei; adeguare la normativa vigente agli obblighi derivanti dal diritto internazionale e dell'Unione europea, riordinando le norme già oggetto di adattamento o recepimento; revisionare l'attuale assetto pubblico dell'organizzazione turistica, garantendo una moderna regolazione del mercato del settore in linea con le legislazioni europee, in particolare implementando i profili di tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori e degli operatori; modernizzare l'erogazione dell'offerta turistica attraverso l'adeguamento della disciplina vigente alle migliori tecnologie informatiche, di sicurezza e di tutela ambientale, al fine di scongiurare eventuali effetti negativi sulla concorrenza; prevedere incentivi e sostegni mirati per le piccole e medie imprese turistiche; garantire un'azione di revisione normativa ispirata alla semplificazione amministrativa, per agevolare e sostenere le attività imprenditoriali valorizzando la funzione turistica e tutelando, nel contempo gli interessi pubblici e privati coinvolti. Sono in particolare oggetto di riordino il rilascio dei provvedimenti concessori ed autorizzatori, compresi i procedimenti per la realizzazione di porti turistici e pontili, l'esercizio dell'attività edilizia destinata agli scopi turistici, nonché il coordinamento dei relativi aspetti finanziari e fiscali. Il codice ha ricevuto i pareri del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari».
Il disegno di legge su proposta del Ministro dell'ambiente in materia di divieto di commercializzazione di sacchetti di plastica, invece, verrà esaminato in una prossima seduta del Consiglio.
Durissimo il commento di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente: «Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così in basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l'avallo del Governo».
«La deregulation totale introdotta con il nuovo Piano casa - ha continuato Cogliati Dezza - con l'autocertificazione per tutte le nuove costruzioni e col passaggio dalla Dia alla Scia e i vari premi in cubatura, condannano il nostro Paese alla devastazione e all'affermazione delle leggi tribali dove il più forte, in questo caso il più ricco e spregiudicato, vince su tutti e fa quel che vuole del patrimonio comune. Principio confermato anche dall'articolo sul diritto di superficie delle spiagge che, in modo totalmente illogico e anacronistico, di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell'intera cittadinanza cui viene alienato il diritto di usufruire liberamente del territorio e delle parti più preziose del nostro paesaggio».
Il dl sviluppo approvato oggi, oltretutto, va in tutt'altra direzione rispetto all'Europa che da tempo, ci invita a indire regolari gare per le concessioni demaniali e, invece di ripensare ai motivi del fallimento del precedente Piano casa, introduce ulteriore deregulation. Tutto ciò, nel paese dell'abusivismo edilizio, dell'edilizia di bassa qualità e del lavoro nero.
«Ci appelliamo ai costruttori - ha concluso Cogliati Dezza - e all'Ance in primis, affinché si dissocino da questo ‘Dl sottosviluppo' che non va nemmeno nell'interesse dei costruttori onesti ma solo degli abusivi e degli speculatori».
«Questo è il Dl sviluppo alla propaganda elettorale in vista delle amministrative. Tremonti mani di forbice sostiene di rilanciare l'economia senza aumentare la spesa pubblica. Evidentemente è diventato il mago Houdinì: sposterà di qua e di là, farà il gioco delle tre carte. La verità è che la propaganda è l'unica arma di distrazione di massa che questo governo può utilizzare per provare a catalizzare il consenso che ogni giorno diminuisce». Lo afferma in una nota Antonio Borghesi, il vice presidente Idv alla Camera.
Per il responsabile Economia Stefano Fassina e del responsabile Consumatori Antonio Lirosi entrambi del Pd «Puntuale anche quest'anno a una settimana dalle elezioni amministrative e il giorno prima del'assemblea di Confindustria a Bergamo arriva il cosiddetto decreto sviluppo. E' un intervento essenzialmente propagandistico dove le uniche misure utili sono quelle che correggono gli errori fatti da precedenti decreti del governo Berlusconi».
«Si tratta - prosegue Fassina - del bonus ricerca che tenta di rimediare allo smantellamento del credito di imposta per ricerca ed innovazione introdotto dal governo Prodi e vanificato nella manovra del 2008 dal famigerato click day. Si tratta del bonus occupazione nel Mezzogiorno che solo in piccola parte recupera il credito di imposta introdotto dal governo Prodi con la legge Finanziaria per il 2008. Si tratta della rimozione della norma per l'esecutività immediata degli accertamenti introdotta dal ministro Tremonti lo scorso anno.
Si tratta dell'esclusione dalle disposizioni sulla tracciabilità dei pagamenti delle transazioni con strumenti di pagamento elettronici che sin dall'inizio non sarebbero dovute essere incluse. Sono molto pericolose, invece, le norme per innalzare le soglie degli appalti conferiti attraverso trattativa privata: lo spazio per gli amici della cricca aumentano. Infine, gli interventi per il settore turistico-balneare sono un bluff dannoso in quanto si propone l'allungamento a 90 anni di concessioni la cui regolazione e' oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea per la quale il governo continua ad essere inadempiente. Manca invece un intervento molto semplice, realmente utile allo sviluppo: la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva sul prezzo dei carburanti. la norma e' stata introdotta nel 2007 dal governo Prodi e consente di ridurre le accise in presenza di maggior gettito Iva dovuto a prezzi superiori a quanto previsto nella legge di stabilita».
Perr Antonio Lirosi «Nel corposo e discutibile testo di legge approvato dal Consiglio dei Ministri si ravvisano norme confuse, misure parziali e insufficienti per stimolare la crescita economica e la domanda interna, che sembrano scritte più con l'intento di farle uscire sui quotidiani e sul sito del Mef qualche giorno prima delle elezioni amministrative. L'ennesimo decreto legge del governo non contiene nessuna delle misure di liberalizzazione auspicate da più parti e proposte anche dal Pd nel PNR alternativo a quello del governo.
Ancora una volta il ministro Tremonti si dimostra l'unico giocatore in campo e il ministro delle Sviluppo economico non riesce a far inserire, nel decreto sviluppo, le norme del fantomatico ddl annuale sulla concorrenza atteso ormai da un anno e mezzo».
Per Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd: «Le misure previste dal ddl sviluppo affossano il futuro del paese. Non c'è traccia di alcun tipo di sostegno all'economia del domani, quella che già oggi è tra le più vitali del paese, che da lavoro a migliaia di imprese, crea occupazione e senza la quale il trend economico dell'Italia sarebbe stato negativo. Non si parla di misure per l'efficienza energetica e per la green economy, e anche per quel che riguarda il settore delle rinnovabili ci auguriamo che il nuovo decreto ripari i danni mortali inferti al settore dal precedente, anche se sono state disattese molte delle richieste che venivano da Parlamento e dalle Regioni. Quello che emerge è l'immagine di un Governo stanco, miope e senza visione del futuro. Lo stesso che ha affossato misura importante come l'ecobonus del 55%, una delle poche che in momento di grave crisi economica ha creato lavoro e occupazione ».
Il Wwf considera di una gravità assoluta la possibilità di concessioni demaniali 90ennali per le spiagge italiane. Lo Stato ha ceduto clamorosamente e irresponsabilmente alle richieste dei gestori degli stabilimenti balneari, che dopo aver speculato per anni sui beni demaniali con guadagni enormi a fronte dei quali lo Stato riceveva cifre irrisorie, ottengono oggi tempi così lunghi da permettere un ulteriore incremento di infrastrutture con investimenti importanti che verranno comunque ammortizzati in tempi inferiori a quelli delle concessioni riconosciute.
Le spiagge concesse ai privati sono in questo modo definitivamente sottratte ai cittadini. E' sotto gli occhi di tutti che gli stabilimenti balneari, le cui concessioni sono raddoppiate negli ultimi decenni (da circa 5mila a circa 10mila) si sono trasformati in vere e proprie cittadelle, con negozi, ristoranti, palestre e centri benessere. E' un processo di cementificazione, caratterizzato da innumerevoli abusi edilizi e violazione dei termini di concessione, che è letteralmente scappato di mano allo Stato e che il Governo legittima non riuscendo né a controllarlo né a gestirlo, anzi favorendolo con questi provvedimenti. Si è introdotto il presupposto per creare diritti da cui per un secolo sarà impossibile tornare indietro. Di fatto il Governo ha svenduto le spiagge italiane più accessibili e più remunerative.