
[06/05/2011] News
Lobby al lavoro per demolire la legislazione sulla sicurezza di industrie chimiche e raffinerie
La Camera dei rappresentanti Usa ha premiato nuovamente le Big Oil e votato per favorire un maggior accesso ai fondali americani da parte delle trivellazioni offshore, con meno controlli e responsabilità di quelli chiesti dall'amministrazione Obama e dagli ambientalisti.
La leadership repubblicana della Camera Usa ha anche addolcito molto un grosso affare che stava molto a cuore alle Big Oil: ha praticamente bloccato la votazione del provvedimento proposto da Barack Obama che metteva fine agli sgravi fiscali per miliardi di dollari che il governo concede all'industria petrolifera.
Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, è giustamente arrabbiato per il voto della Camera a favore dei petrolieri: «E' una dimostrazione straordinaria di quanto gli industriali del petrolio finanziatori della campagna elettorale, abbiano presa sul nostro sistema politico. Questo voto, che ha avuto luogo appena un anno dopo la più grande catastrofe ambientale nella storia della nostra nazione, mentre le famiglie dei lavoratori e le imprese della Costa del Golfo continuano a lottare con le conseguenze del disastro della Bp Oil, è vergognoso. Non è un segreto che gli americani in questo momento si sentano molto male alla pompa di benzina e che si stiano preparando al peggio nelle prossime settimane. Il voto di oggi, per dare Big Oil più libertà per trivellare, inquinare e distruggere, non fa nulla per alleviare il dolore, e aiuta solo il raket dell'industria petrolifera a fare ancora più profitti. Non possiamo permetterci lo status quo. I leader americani devono agire immediatamente per rompere la pericolosa dipendenza del nostro Paese dal petrolio, non concedendo più trivellazioni ed agevolazioni fiscali alle Big Oil, attraverso scelte di trasporto intelligenti, migliori, con veicoli a combustibile più efficienti e soluzioni concrete per andare oltre il petrolio».
Greenpeace Usa invece parte all'attacco della Commissione del Congresso a guida repubblicana che ha adottato una legislazione in favore delle industrie chimiche e delle raffinerie petrolifere, che estende una legge "provvisoria" molto permissiva fino al 2017. «La normativa, approvata con votazione verbale dall'House energy and commerce subcommittee on environment and the economy - spiega Greenperace - lascia più di 100 milioni di americani a rischio di disastri chimici in 41 stati».
Il maggior sostenitore del disegno di legge che sembra dettato dall'industria chimica e petrolifera è stato il presidente della sottocommissione, il repubblicano dell'Illinois John Shimkus, che era appena uscito da una colazione di lavoro con la National association of chemical distributors, uno dei gruppi che sta facendo più lobbying al Congresso per bloccare la legislazione per la prevenzione delle catastrofi industriali.
Joe Smyth, che si occupa di informazione e clima per Greenpeace Usa, diche che «E' un altro triste esempio di come viene spesso fatto il business qui a Washington, DC: i lobbisti dell'industria ottengono abbondantemente accesso ed azioni rapide, mentre gli elettori sono ignorati. Naturalmente non è la prima colazione sponsorizzata dalla lobby dell'industria: i contributi elettorali viaggiano anche troppo e Shimkus ha preso decine di migliaia di dollari dall'industria chimica e centinaia di migliaia di dollari dall'industria del petrolio, secondo i dati delle elezioni federali forniti dal Center for Responsive Politics.
E in questo caso, molti degli elettori di Shimkus hanno molto in gioco: sono tra i tanti messi a rischio nel sud dell'Illinois e nella zona di St. Louis da diversi impianti chimici pericolosi. Il bulk storage del mortale gas di cloro di Afton Chemical Corporation, Solutia W. G. Krummrich Plant, Midland Resources Inc. e Vertex Chemical mette più di un milione di persone a rischio di un disastro chimico, anche se queste strutture fossero in grado di convertirsi a processi più sicuri.
Un altro impianto pericoloso nel distretto di Shimkus è l'impianto di Honeywell a Metropolis, Illinois, dove acido fluoridrico tossico è fuoriuscito per ore lo scorso dicembre, il che dimostra come la gestione degli impianti metta la comunità più a rischio quando si licenziano metalmeccanici esperti e li si sostituisce con lavoratori inesperti. Fortunatamente, non tutti al Congresso mettono i profitti dell'industria chimica e del petrolio prima della sicurezza dei loro elettori.
Una legislazione forte, come la legge proposta dal senatore Lautenberg nel mese scorso e sostenuta da una coalizione blue-green di oltre 100 organizzazioni in rappresentanza di milioni di lavoratori americani e dei cittadini interessati, avrebbe eliminato la minaccia di un disastro chimico, facendo in modo che gli impianti che utilizzino processi più sicuri, quando fattibili. Invece il catering dei lobbisti dell'industria chimica e del petrolio, non vuol dare al Department of Homeland Security (Dha) e all'Epa l'autorità di prevenzione delle catastrofi che è richiesta».