
[10/05/2011] News
Il rapporto "Why a Green Economy Matters for the Least Developed Countries" presentato alla quarta United Nations conference on the Least developed countries (Ldc IV) in corso ad Istambul, presenta numerosi esempi che evidenziano i progressi ottenuti in molti settori economici, dall'energia all'agricoltura, nel Paesi meno sviluppati, grazie ad iniziative dei governi, delle imprese private e della società civile.
L'Unep riassume le più significative:
Uganda. Pur essendo uno dei paesi meno sviluppati e lontano dai suoi principali mercati di esportazione, l'Uganda ha più che quadruplicato le sue esportazioni di prodotti agricoli biologici tra il 2003 e il 2008, raggiungendo un mercato globale di 60 miliardi di dollari. Nel 2008, i prezzi alla produzione biologica di ananas, zenzero e vaniglia sono stati rispettivamente del 300%, 185% e 150% più elevati, rispetto ai prodotti convenzionali, rendendo le forme sostenibili di produzione altamente redditizie per i produttori e le comunità locali.
Nepal. L'approccio del Community forest management continua a creare occupazione e reddito derivanti dalla raccolta sostenibile di legname e prodotti non forestali di legno. Gli approcci della gestione sostenibile delle foreste del Paese hanno contribuito ad invertire un trend di diminuzione della copertura forestale dell'1,9% all'anno nel corso degli anni ‘90, con un aumento annuo dell'1,35% nel periodo dal 2000 al 2005.
Laos. Il National ecotourism strategy action plan, basato sull'uso sostenibile delle risorse naturali e culturali e la fornitura di misurabili vantaggi socio-economici alle comunità locali, ha trasformato l'ecoturismo in un'attività con una contabilità economica fiorente, che rappresenta circa la metà delle entrate totali del turismo laotiano. Nel complesso, il numero di arrivi internazionali nel Laos è balzato da 1 milione nel 2005 a oltre 2 milioni nel 2009.
Mali. Gli agricoltori che hanno beneficiato della formazione sul campo hanno significativamente ridotto l'uso di pesticidi importati e, allo stesso tempo, esteso l'uso di fertilizzanti e migliorato gli ammendanti del terreno. Questo ha comportato un aumento della produzione, riducendo i costi degli input.
Secondo il rapporto «Portare l'elettricità ai poveri rurali è uno dei contributi più importanti che la green economy può dare alle economie dei Paesi meno sviluppati. La mancanza di moderne infrastrutture elettriche e di accesso alle opzioni dello sviluppo che fornisce l'energia elettrica nelle regioni rurali, sono di impedimento permanente allo sviluppo economico negli Ldc, dove il 77% della popolazione è senza accesso all'elettricità. Le più colpite sono il 71% delle popolazioni degli Ldc che vivono in regioni rurali, che si affidano alla combustione di biomassa come unica fonte di energia».
Bangladesh. Il successo del Grameen Shakti Programme sottolinea l'importanza di soluzioni energetiche pulite e di approcci idonei per finanziare la loro adozione da parte delle comunità a basso reddito. Il Grameen Shakti (Grameen Energy) fornisce prestiti preferenziali attraverso innovativi pacchetti finanziari, per rendere i sistemi solari domestici (Shss) disponibili e accessibili alle popolazioni rurali. Entro la fine del 2009, il programma è riuscito ad installare più di 320.000 Shss, oltre a impianti a biogas e cucine migliori dal punto di vista energetico e sanitario. Il Grameen Shakti punta ad installare più di 1 milione Shss entro il 2015.
Senegal. Questo Paese africano rappresenta bene il potenziale di risorse e di efficienza energetica dei Paesi Ldc, con possibili grandi guadagni attraverso il risparmio energetico. In Senegal, un importatore netto di energia, sostituire il 100% delle lampadine ad incandescenza installate con lampade fluorescenti compatte (Cfl), con un costo stimato in 52 milioni di dollari, porterebbe ad un risparmio energetico del 73% e a risparmi sui costi di circa 30 milioni di dollari all'anno.
Un altro esempio africano di "salto" verso la green economy viene dall'inquinante settore dell'alluminio. Le fonderie di alluminio in Africa sono tra le più efficienti al mondo, soprattutto nei nuovi impianti di produzione che impiegano le più recenti tecnologie di fusione.